Cronaca · Tecniche Operative

LE AVETE UCCISE VOI…!

NON SONO STATO IO tuona Caparezza in chiusura dello splendido pezzo “Non siete stato voi”. Ed è vero. Non sono stato IO, e sarebbe troppo comodo per VOI dire che è stato LUI. Lui, che le ha aggredite di spalle con un coltello, lui, appena uscito di carcere magari grazie ad una delle VOSTRE leggi sulle pene alternative, lui che dopo averle accoltellate ha preso le pistole di ordinanza e le ha finite a sangue freddo, che si è messo a correre inneggiando al suo Dio di odio e che prima di venire abbattuto ha ammazzato un ragazzo di 22 anni e ferito altri 4 agenti.

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le colleghe uccise oggi a Liegi.

Soraya Belkacemi e Lucile Garcia, 53 e 45 anni, lasciano le loro famiglie, quelle famiglie cui farete sorrisi di circostanza e condoglianze di facciata, perchè lo sapete, anche se proverete a negarlo, che le avete uccise VOI. Come VOI avete ucciso Ahmed Merabet, Clarissa Jean-Philippe, Keith Palmer, ed in Italia avete ucciso Giovanni Sali e Nicolò Savarino,  e tanti altri. Voi, che ci volete soli. Voi politici che ci volete a piedi perchè è tanto bello il poliziotto che cammina tra la gente. Voi comandanti che ci mettete in sella una bicicletta da cui ci spazzano via a colpi di mitra o con un SUV. Voi amministratori che non ci ritenete degni della spesa di un giubbino antitaglio. Voi opinionisti che ritenete “da esaltati” prepararci ad affrontare delinquenti armati e ci date un’infarinatura di tecniche operative buona forse a prendere un ubriaco molesto e disincentivate ogni nostro tentativo di approfondire la formazione privatamente. Voi burocrati che ci dividete in poliziotti di prima e seconda categoria. Voi che con le vostre leggi ed i vostri cavilli create nella società un senso di impunità totale. Voi  cittadini che ci usate come scudi umani senza preoccuparvi se siamo abbastanza duri da salvare noi stessi oltre che chi ci si ripara dietro. Voi giornalisti che ogni giorno siete pronti a puntare il dito e giudicare il nostro operato. 

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Keith Palmer

Il sangue di Soraya e Lucile ricade sugli stessi su cui è caduto il sangue di Keith Palmer e degli altri. Non sul loro assassino. Su chi non ha permesso loro di essere pronte ad affrontare un attacco improvviso, su chi le ha lasciate allo scoperto, su chi non le ha dotate di strumenti idonei a proteggerle. Quante vittime ci saranno ancora prima che capiate che i poliziotti sono un bersaglio e che è vostro dovere permetterci di svolgere il nostro con un minimo di sicurezza? Per quanto ancora vedremo appiedati solitari, agenti in bici, formazione inadatta e tanta improvvisazione? Per quanto ancora la nostra sicurezza sarà data dalla presunzione di non trovare mai quello che vuole farci del male piuttosto che sulla nostra preparazione?

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Foggia, l’attacco contro la Polizia Locale – disarmata – di un delinquente armato di coltelli.

E voi, colleghi, per quanto accetterete ancora questa situazione? Per quanto resterete, tutti, succubi di questo nostro stillicidio? Per quanto continuerete a mettere in gioco la vostra vita nella presunzione statistica che non toccherà mai a voi? Eppure i corsi esistono, ne abbiamo già parlato. Non serve essere cintura nera e già muoversi e posizionarsi nel modo giusto – si, anche mentre si cammina – può fare la differenza tra la decisione di colpire proprio voi o cercarsi un obiettivo più facile. La mano sulla pistola non è una “sceriffata” ma una normalissima tecnica di ritenzione dell’arma, così come lo è stare col fianco roteato verso il pubblico e l’arma a contatto col bancone del bar mentre si beve il caffè: vediamo chi c’è attorno e l’arma è a contatto con qualcosa che non può essere spostato. Mentre si parla con qualcuno, cosa costa dare le spalle ad un muro rispondendogli? E’ tanto difficile stare a mezzo metro di distanza, avere il compagno in copertura, correttamente triangolato con la persona, invece che chino sullo smartphone?

Mettiamolo in chiaro: per chi non bada a queste cose, per chi se ne frega della propria sicurezza operativa, per chi “ma quanti film hai visto” NON C’E’ PIÙ’ SPAZIO NEL NOSTRO MESTIERE. Siete un pericolo. Per voi. Per i vostri colleghi. Per i civili. Perché posso accettare che un delinquente mi spari, ma che lo faccia perchè il mio compagno si fa rubare la pistola, NO. E allora VOI che ci rappresentate, invece di berciare su riforma e tutele, pretendete di imparare a tutelarvi da soli, pretendete che si esca almeno in coppia, pretendete che l’appiedato sia un servizio residuale e da fare con dotazioni protettive minime. 

Ma non sarà così.

Xavier
Xavier Jugelè

Perché è morto Giovanni Sali, a piedi, da solo, ed esistono ancora poliziotti appiedati, da soli.

Perché è morto Nicolò Savarino, in bicicletta, ed esistono ancora poliziotti in bicicletta. 

Perché due colleghe sono morte in Belgio, e per tutti voi, il Belgio è qualcosa di lontano cui non volete assimilarvi. Per paura. Per rifiuto della realtà.

Perché a morire siamo noi, e non voi. 

 

2 pensieri riguardo “LE AVETE UCCISE VOI…!

  1. Ho pianto a queste grida di dolore , Ho versato lacrime sui miei fratelli caduti e continuo a versare lacrime di rabbia quando vedo che le cose non cambiano , non siamo merce da vendere alla morte non siamo animali per il macello siamo persone agenti di Polizia che pronti a versare le nostre lacrime il nostro sacrificio per salvaguardare il pubblico interesse e tutelare il cittadino , non vogliamo più piangere per queste cose tristi ,ma piangere di gioia per momenti felici insieme ai nostri cari alle nostre famiglie ai nostri fratelli, occorre un cambiamento da parte di amministratori,istituzioni ,comandanti,occorre una vera riforma della polizia locale italiana, per avere noi maggiori tutele per noi e le nostre famiglie che non piangano 💙

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