Polizia Locale · riflessioni

Il 25 aprile è delle Guardie Cittadine

Chi mi legge sa che il 25 aprile è, per me, una ricorrenza più importante del Natale – facile, essendo ateo – del Capodanno, del mio stesso compleanno.

Il 25 aprile è il Natale della libertà e della Democrazia nel nostro paese. La foto di apertura, che mostra i Vigili Urbani milanesi posare con la notizia della fucilazione di Mussolini – al di là di quello che penso dell’atto in sé della sua esecuzione – rappresenta per me la grande importanza che la nostra divisa ebbe nella Resistenza; Quella stessa resistenza di cui oggi troppo spesso si vogliono limitare i meriti e soprattutto la portata rivoluzionaria, tra l’altro manifestata nella capacità di mettere assieme ricchi e poveri, nobili e proletari, intellettuali e analfabeti, comunisti e cattolici, socialisti e liberali.

La foto in chiusura è data 27 aprile 1945: Antonio Greppi fu il primo sindaco di Milano dopo le leggi fascistissime, che avevano visto il primo cittadino sostituito dal podestà nominato dal regime. Nella prima seduta del consiglio comunale il Sindaco volle alle sue spalle i gonfaloni dei Vigili Urbani, protagonisti dell’insurrezione del 25 aprile e del mantenimento dell’ordine pubblico in quei momenti così concitati e difficili della storia milanese ed italiana.

Queste foto ci dicono che i colleghi trucidati barbaramente a Barletta, che Pietro Stefanini e Stefano Scoffone, colleghi fucilati a Firenze e Grugliasco, che Luigi Vacchini, morto in campo di concentramento, non sono stati sacrifici vani e che il cuore delle Guardie Cittadine batte al ritmo della liberazione.

Simbolo che ci rammenta che tra le Guardie Cittadine ed il fascismo vi è un solco che non potrà in nessun modo essere riempito.

Luigi Vacchini, Pietro Stefanini e la Moglie Dina Buoncristiani, Stefano Scoffone

E fascismo non è solo aderenza alle idee ed ai misfatti di un regime politico ormai dimenticato, fascismo è un modo di vivere e pensare che intende vedere come normali divisione in caste e segregazione sociale, autoritarismo, suprematismo, razzismo, controllo della stampa, annullamento dell’unicità dell’individuo verso un sistema rigido ed imposto dall’altro con la violenza e l’impunità per chi di questo sistema fa parte, con disprezzo, abbandono, reclusione, allontanamento o direttamente eliminazione di chi dal sistema ne esce o ne è ridotto ai margini.

Tutto questo per me è fascismo ed è un cancro da estirpare, ed il fascista di oggi è probabilmente peggiore del fascista di allora, perché si assume la responsabilità di vedere come valori tutti i soprusi sopraindicati pur sapendone il fallimento storico, sociale e culturale.

Va da sé che ovviamente la persona di destra di oggi non è per forza un fascista di oggi, mentre spesso è una persona che ha paura a scindere il fascismo dalla destra, ad ammettere, lui per primo, che il fascismo è un fenomeno che va oltre la mera appartenenza politica e che anche la destra può e deve essere antifascista.

Essere a favore di soprusi, essere a favore dell’idea di trattare in maniera differente le persone in base al sesso, alla religione, alla provenienza geografica, alla posizione sociale, al pensiero politico, o peggio ritenersi in dovere ed in diritto di punire, picchiare, umiliare, vessare qualcuno sottoposto all’autorità, come se al potere dell’autorità stessa non dovesse esserci limite, è l’opposto di quello che deve essere una Guardia oggi.

La Guardia di oggi deve sapere che sono il soccorso e la pietà le sue basi ideologiche, che il fermato, tanto riottoso fino all’istante prima, una volta ammanettato diventa un cittadino da rispettare e proteggere. Deve sapere che all’applicazione asettica ed impersonale delle leggi bisogna affiancare l’umanità, e che la divisa che si indossa non dà alcun privilegio rispetto gli altri.

La Guardia di oggi non può accontentarsi di girare con un bastone e un po’ di olio di ricino: deve essere giurista, sociologo, psicologo e poliziotto assieme.

E se antifascismo significa portare rispetto per ogni diversità, accettare il confronto con qualsiasi opinione, applicare una forma di giustizia oltre che di legge, pretendere che la legge sia uguale veramente per tutti e che nessuno si senta discriminato all’interno di un contesto sociale, ecco allora che la guardia deve diventare una bandiera dell’antifascismo, così come la bandiera delle guardie, soprattutto Cittadine, ha spesso guidato le azioni della resistenza al fascismo. Lo stesso codice comportamentale degli operatori di Polizia voluto Unione Europea è un testo fondamentalmente antifascista, se si vuole dare a questo termine un significato più ampio.

Se invece, all’interno delle Guardie, si annidano nostalgici di quel fascismo , che ora è un nuovo fascismo – e, lo ripeto, un fascismo peggiore di quello originale – allora qualcosa è stato fallito proprio nella preparazione professionale di quelle Guardie e forse addirittura nell’istituzione da cui esse dipendono.

Sono fermamente convinto che noi Guardie Cittadine contro queste derive abbiamo anticorpi più forti, e che questi anticorpi siano uno dei motivi per cui siamo tanto bistrattati: in fondo siamo l’unica forza di polizia che ha davvero attivamente preso parte ad un processo che ha portato al rovesciamento di un governo: quello fascista.

BUON 25 APRILE, GUARDIE CITTADINE!

La bandiera del Corpo della Vigilanza Urbana milanese alla prima seduta del Consiglio Comunale dell’era post-fascista.

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