Sono due i sindacati – SulPl e CSA – che andranno a Bruxelles riferire nuovamente sulle condizioni della Polizia Locale italiana. Approfittiamo di questa occasione per rimodellare un vecchio articolo sul confronto tra le Guardie Cittadine italiane e quelle europee, svelando una situazione che probabilmente molti di noi ignorano.

La chiarezza sul ruolo, che si pensava essere un problema tutto italiano, si rivela, in questo periodo di tensione sociale e di stragismo terrorista, un impellente bisogno il cui grido risuona in tutto il vecchio continente. Cosa fa la Locale, almeno sulla carta, in Italia, lo sappiamo: Agenti/ufficiali di Polizia Giudiziaria e di Pubblica Sicurezza (se nominati) nel territorio di servizio, il tutto a competenza generale, ovvero con i medesimi doveri e competenze delle Forze dell’Ordine Statali, cui sono ausiliarie solo nell’attività di Ordine Pubblico, momento definito tale da apposita ordinanza questurile, e nella dipendenza dalle loro centrali per il controllo delle banche dati statali sulle persone pericolose e con precedenti criminali. A fronte di tali importanti qualifiche abbiamo invece un’istituzione divisa, priva delle tutele giuridiche e contrattuali proprie degli operatori di Polizia e con enormi differenze di attività, equipaggiamento e formazione anche tra città contigue.

Parlando della Francia, l’indomani degli attentati del triennio 2015/17 sono state promesse -ed in minima parte mantenute- alcune importanti riforme alle loro competenze. A fronte del riconoscimento pieno come Forza di Polizia, di divise e di formazione unificata, infatti, i colleghi francesi soffrono come noi non solo la dipendenza dalle forze statali per il controllo delle persone, ma addirittura l’assenza di una qualifica assimilabile al nostro “ufficiale di polizia giudiziaria” cosa che di fatto impedisce alla Police Municipale di effettuare indagini ed interventi complessi, obbligandoli a consegnare alla Gendarmeria chiunque dovessero arrestare in flagranza di reato. Va fatto notare inoltre che solo il 40% degli operatori di Polizia Municipale francesi sono armati, e che le loro competenze, sostanzialmente di primo intervento, viabilità ed accertamento soste/violazioni varie (ma non rilievo incidenti gravi), li rendono all’occhio di chi scrive più simili a guardie giurate comunali che ad agenti di polizia, al di là delle notevoli e pratiche dotazioni e della formazione sicuramente più omogenea che in Italia, dove però possiamo effettuare operazioni di polizia giudiziaria che oltralpe si sognano. Addirittura scopriamo che solo in questi ultimi giorni, e solo in via sperimentale, è stato consentito alle Guardie Cittadine francesi di accedere alle banche dati della Motorizzazione e del Pubblico Registro Automobilistico: accessi che noi abbiamo e sfruttiamo praticamente da quando siamo nati e nessuno ha mai osato mettere in dubbio.

Situazione simile è quella spagnola, dove la Policia Local/Municipal/Guardia Urbana, anche li divisa in mille nomi, livree e divise, pur se armata ed equipaggiata con strumenti decisi da legge statale su cui i sindaci non possono mettere becco, facente parte dei corpi di sicurezza nazionale, soffre quando si parla di possibilità operative di polizia, con competenze estremamente limitate alle sole ordinanze comunali ed alla viabilità, con obbligo di intervento e repressione reati, ma anche in questo caso con la costrizione di consegnare il fermato alla Policia Nacional e l’impossibilità di effettuare controlli relativi l’immigrazione: certo, in Spagna facciamo Ordine Pubblico in maniera attiva, ma sempre come bassa manovalanza, e mi chiedo se il gioco valga la candela.
In Svizzera abbiamo due livelli di polizia locale (ed una federale): la Cantonale, assimilabile in tutto e per tutto ad una polizia statale europea, e la comunale, che, sebbene in alcune città (Zurigo, ma anche Bellinzona e Locarno) abbia gli stessi poteri (ed a volte prenda il posto) della controparte maggiore e presenti ottima formazione ed equipaggiamenti, nei piccoli centri ove mancano convenzioni con lo stato centrale ha limiti operativi simili a quelli francesi.

Ben diverso il mondo tedesco, nordico ed anglosassone, dove la Polizia è organizzata per la massima parte su base locale, slegata dal governo cittadino e coordinata a livello centrale, con competenze che spaziano dal divieto di sosta – anche se in somma parte ormai demandato ad ausiliari o guardie private – all’antiterrorismo e dove quindi lo stesso concetto di “vigile”, poliziotto di serie B, è del tutto assente.
Abbastanza simili sono agli Stati Uniti, dove ricordiamo che esiste una netta divisione tra le competenze dei distretti locali (cittadini o dello sceriffo) – cui competono l’ordine pubblico e la repressione di gran parte dei reati nati e consumati all’interno del loro territorio – e quelli federali, tra cui enumeriamo il terrorismo, il rapimento, l’immigrazione clandestina e il contrabbando, divise tra varie agenzie quali FBI, DEA, BORDER PATROL, ATF, US MARSHAL. Indipendentemente dalle norme dei vari Stati, un poliziotto americano è riconosciuto come tale in tutta l’Unione e non esistono agenti che siano disarmati, impossibilitati ad un controllo approfondito delle persone o privi di equipaggiamento base, dal primo degli SWAT del NYPD all’ultimo dei marshal (sono gli agenti in paesi così piccoli da non avere nemmeno uno sceriffo o un vice) del Nebraska.

Andando in Europa dell’est, la Romania ha recentemente riformato in Politia Locala quella che prima era la Guardia Cittadina, una sorta di mix tra i vecchi Vigili Urbani italiani e delle Guardie Giurate, con limitatissimi poteri di controllo e compiti di tutela del patrimonio comunale. La Politia Locala, pensata e formata come moderna forza di polizia, addestrata anche da formatori italiani – alcuni dei quali A me le Guardie ha l’onore di conoscere – è dotata di armi da fuoco, manganelli, spray e ha la possibilità di organizzare reparti speciali per arresti o notifiche ad alto rischio, con tanto di elmetti balistici e giubbini antiproiettile.
In altri stati dell’est quali Slovenia e Croazia, ma andando a nord anche in Estonia, fino ad arrivare a Cipro, la Municipale ha compiti assimilabili (chi più chi meno) a quelli dei nostri ausiliari del traffico, non porta armi e non ha qualifiche di polizia, in Grecia è stata recentemente abolita ed il personale smistato tra la Polizia di Stato e le amministrazioni locali: una cosa che deve far pensare, visto che i compiti dei colleghi greci, pur non essendo minimamente paragonabili ai nostri, non sono stati un impedimento per coloro che hanno accettato di passare in Polizia di Stato.

Cosa si può dire per chiudere questa carrellata di competenze, oneri ed onori delle Guardie Cittadine Europee? In primis va sottolineato come in Italia, a dispetto di una normativa contrattuale vergognosa, della mancanza di tutele e di una suddivisione a macchia di leopardo, la Polizia Locale abbia più possibilità operative rispetto la maggior parte delle controparti europee, le quali hanno invece il profilo assimilato alle forze statali: una contraddizione vergognosa che sarebbe doveroso risolvere con una certa urgenza.
Sono infatti davvero poche le Polizie Locali europee con competenze tali da poter effettuare indagini che invece hanno spesso visto protagoniste le Guardie Cittadine italiane: parliamo della famosa kebab Connection di Rimini, ma anche dell’arresto e successiva indagine riguardo Osman Matammud, il primo trafficante di uomini condannato in Italia per omicidio e torture, dell’indagine internazione svolta dai colleghi di Milano che ha portato all’arresto, in Spagna, di una banda di writer, fino alla recentissima indagine della Polizia Locale di Bari che ha portato allo smantellamento di un giro di prostituzione. Per non parlare poi delle nostre eccellenze in campo tecnico, con esperti a livello internazionale di Falso Documentale e Controllo Veicoli, fino alle sezioni investigative e scientifiche di moltissimi capoluoghi di provincia che in tanti stati d’Europa non abbiamo nemmeno le qualifiche per formare. Ma parliamo anche solo delle aliquote di PG in procura, per dire.

Di questo dobbiamo esserne fieri e consapevoli, e soprattutto devono esserlo tutti quei colleghi che preferiscono sostenere il contrario e nascondere dietro paure, paranoie e scuse di ogni genere la loro inadeguatezza a questo lavoro.
Ma consapevoli ne devono essere i nostri rappresentanti quando andranno nuovamente, in Europa o al Ministero, a chiedere la tanto agognata parificazione non solo strumentale, ma sopratutto contrattuale e SOCIALE e mediatica alle Forze di Polizia dello Stato. Perché Guardie Cittadine competenti, formate, capaci e con tante qualifiche e possibilità operative come in Italia, non le ha nessuno!
Ci vuole davvero poco per ottenere una legge nemmeno di riforma, ma di ammodernamento della 65/86, con i giusti istituti contrattuali e formativi, l’obbligo dell’equipaggiamento minimo e magari una maggiore divisione di competenze e sfera interventi, in un’ottica simile a quella, ottima, dei reati a livello locale ed a rilevanza nazionale, il che vorrebbe dire statuire che micro spaccio, reati predatori, sgomberi di occupazioni e campi abusivi, tutela del decoro urbano e delle fasce sociali deboli siano nostre competenze alla pari dei controlli stradali e dell’abusivismo commerciale ed edilizio.
Siamo ad un passo dall’essere i migliori d’Europa, e ci piace far finta di non saperlo.