riflessioni

Guardie: poliziotti nativi confinati in riserve che chiamiamo “comuni”.

Un bell’attestato di stima verso le Guardie Cittadine. Con qualche riserva. La riserva che i “ghisa” del 1860 non avevano l’incombenza di un ruolo di esattori e sanzionatori che oggi è stato reso tipico della figura. La riserva che nel 1860 non c’erano “altre forze” ad occuparsi di tutto ciò che oggi è stato lasciato in via pressoché esclusiva a noi nella perfetta consapevolezza che si tratta di ciò che una forza di polizia la fa odiare. Soprattutto in un paese di patetici furbetti e ridicoli arrivisti quale è l’Italia.
La riserva, infine, che nel 2019, per parlare bene di noi, si debba ricorrere al “vigile di quartiere”, al “controllo degli incroci e fuori dalle scuole”, all’essere “a piedi o in bicicletta”.
In sostanza, per parlare bene di noi, si parla di tutto meno che di quello che oggi è una moderna Polizia Locale.
2019-04-03 (2)
Un articolo dove si parla bene di noi col tono con cui una guida – americana- descrive una Danza della Pioggia ed una serie di oggetti sacri nativi a dei turisti europei.
Fan piacere gli apprezzamenti, ma dimostrano per l’ennesima volta che siamo una figura perdente con la storia.
Gli indiani d’america delle Forze di Polizia. Quelli che andavano con arco e frecce mentre i federali si presentavano con fucili a ripetizione e mitragliatrici Gatling.
Alla luce di questo, alla luce delle reazioni alla decisione del sindaco di Firenze di non dotare i colleghi fiorentini di taser e degli insulti scagliati contro tutti noi sotto ogni articolo che ne ha parlato, alla luce degli ultimi mesi che ho vissuto professionalmente, inizio a pensare che la vera riforma sia sul serio l’abolizione.
Consapevole che non ci sarà mai, perché la nostra destinazione, quella delle multe, dei controlli amministrativi, dell’odio sociale e della denigrazione mediatica, è una destinazione che nessuna forza federale vorrà mai davvero veder sparire: nessuno vorrà mai il nostro genocidio e saremo più comodi a tutti confinati in riserve chiamate “comuni”.
Gli indiani: una volta rispettati, temuti, onorati perfino, fieri, coraggiosi, capaci, oggi chiusi in una riserva di multe e attraversamenti, di biciclette in luogo dei mustang, fischietti al posto del fucile, bollettari a sostituire gli archi. Le città, nostre grandi praterie, sono oggi la nostra riserva.
policemunicopaleequpment
La Municipale francese, coi suoi limiti, sta avendo una evoluzione strumentale e professionale che da noi sarebbe subito ostracizzata ad ogni livello.
Diligenti, in coda, belli da vedere e probabilmente anche pittoreschi, purché non confusi con quelli bravi, quelli in divisa blu, dritti e fieri nei loro cavalli mentre sfilano cantando She Wore a Yellow Ribbon. Un eterno film di John Ford senza pericolo di revisionismo a nostro favore.
Perché anche quando siamo “eroi” lo siamo “nella quotidianità”: quella delle multe, quella delle scuole e degli incroci. Poi ci sono gli Eroi. Quelli dei bus in fiamme, della lotta alla criminalità, organizzata o meno.
Non so nemmeno io come sono arrivato a scrivere questa massa di demotivazionale dalla pubblicazione di quello che doveva essere un articolo positivo. L’avrò letto male. L’avrò letto troppo bene. Starò io troppo male, o mi sono dimenticato cosa voglia dire stare bene, quantomeno professionalmente.
In attesa del nostro “68”, tiriamo avanti tra le briciole di capi nominati dai nostri sfruttatori, soldati blu che ci deridono ed umiliano, cittadini che ci trattano come fenomeni da baraccone.
C’è un dollaro d’argento, sul fondo del Sand Creek.

2 pensieri riguardo “Guardie: poliziotti nativi confinati in riserve che chiamiamo “comuni”.

  1. Tristemente d’accordo con te. Dopo 34 anni di servizio devo ammetetre che sarebbe meglio non esistere, lasciare il nostro lavoro “sporco” alle polizie dello stato, così vedemo come se la caveranno.
    Mi rendo conto che non accadrà mai, ma mi solletica immaginarlo.

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    1. Mi dispiace sempre tantissimo quando non vedo riconosciuto il valore dell’operato della PM (anche se nei piccoli centri opera pochissimo e male). La PM a mio avviso è importantissima se impiegata come forza di polizia veda e propria senza essere asservita e soggiogata alla giunta municipale pro tempore. Riguardo all’abolizione non sono d’accordo sarei propenso a una riforma seria ma è impossibile basta pensare che in paesi dell,’Irpinia ad esempio il vigile senza alcun corso è diventato agente poi maresciallo il mese dopo tenente ed ora capitano pertanto come equipararlo a quello di milano che era agente ed è rimasto agente. Comunque lo sporco lavoro le altre forze dell’ordine già lo fanno.

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