Tutti conosciamo il momento del trapianto, mostrato in decine di serie televisive con le ambientazioni più disparate, ma come fa un organo ad arrivare a disposizione dei medici in sala operatoria? Premesso che per motivi di costi, di distanze percorse e di numero di mezzi disponibili – gli elicotteri servono soprattutto per il soccorso urgente – il trasporto organi si effettua principalmente su gomma, In Italia l’organizzazione dei trapianti si basa su di un Centro Nazionale che ha sede presso l’Istituto Superiore di Sanità e su tre Coordinamenti multiregionali: Nord Italia Transplant program (NITp), Associazione Interregionale Trapianti (AIRT) e Organizzazione Centro-Sud Trapianti (OCST), che gestiscono tutte le richieste relative i trapianti smistandole tra gli enti convenzionati – ospedali e realtà volontarie – e, quando in difficoltà o in casi di particolare urgenza, avvalendosi delle Forze di Polizia convenzionate, tra le quali, da febbraio, rientrano le Guardie Cittadine della città di Abbiategrasso, centro a sud ovest di Milano.
L’idea di creare un servizio così particolare e, diciamolo pure, inusuale per la nostra categoria è nata a seguito di una serie di operazioni di polizia giudiziaria condotte dagli uomini del comando che, al termine delle indagini, si sono ritrovati a chiedersi “cosa potremmo fare per fare ancora più del bene?” ed è stato allora che il vicecomandante Simone Leo e gli agenti hanno pensato al Trasporto Organi. L’amministrazione ha fin da subito apprezzato il progetto e con una delibera è stata data carta bianca alla comandante Maria Malini per la creazione del nucleo.
Come veicolo dedicato è stata scelta ed acquistata, dopo una attenta valutazione in un contesto di rapporto tra qualità del mezzo, prezzo della sua gestione e ritorno di immagine per comando, città e stato la nuova Alfa Romeo Giulia, nella versione con cilindrata 2200, 180 cavalli ed alimentazione diesel, il cui costo di allestimento è stato coperto al 50% dall’allestitore Bertazzoni, in sinergia col quale è stata studiata anche la particolare livrea. L’auto, allestita anche per l’attività di polizia, viene utilizzata anche per servizio ordinario, sia come rappresentanza che come unità di pronto impiego.
L’idea della convenzione è stata proposta al sistema regionale di soccorso AREU ed il responsabile tecnico di SOREU, Dottor Massimiliano Citterio, in concerto con lo staff operativo e formativo, ha accolto subito con entusiasmo la proposta del Comando, siglando il patto e curando la formazione del gruppo di agenti – di età compresa tra i 30 ed i 40 anni – che, volontari, hanno dato la loro disponibilità per portare a compimento il servizio e la cui formazione, sia teorica che pratica, è stata demandata proprio ad AREU ed ancor oggi continuano i progetti e gli incontri per mantenere altissimo il loro livello professionale nell’affrontare il servizio.

In caso di necessità, la sala operativa AREU 118 contatta il vicecomandante dandogli i dati relativi il luogo – ospedale o aeroporto – ove prendere l’organo e la destinazione cui portarlo. Immediatamente vengono attivati gli agenti a disposizione ed ha inizio la missione, in costante contatto radio con la Sala Operativa del 118, che sarà considerata chiusa solo quando la Giulia rientrerà in comando, rimanendo quindi disponibile anche durante il viaggio di rientro “Durante il ritorno da una missione a genova” ricorda il vice comandante “siamo stati contattati per un nuovo trasporto da Milano a Como, chiudendo quindi la missione solo dopo questo secondo intervento”.
Al momento della stesura dell’articolo il Reparto ha effettuato circa 12 missioni, la prima, l’11 febbraio 2018, con chiamata alle 13 per la consegna di un organo dall’ospedale San Raffaele di Milano fino a Varese e chiusura alle 15, con perfetta sincronia con l’operazione chirurgica in corso “Alla partenza della pattuglia la sensazione è stata un mix tra incredulità e soddisfazione per essere riusciti a realizzare un progetto così unico tra le Polizie Locali” ci racconta ancora il vicecomandante Leo “Al rientro è sopraggiunto l’orgoglio per quanto avevamo appena compiuto: per la prima volta ci siamo sentiti veramente importanti per la vita dei cittadini” aggiunge uno degli agenti volontari.

L’ultima missione, al momento della stesura dell’articolo, è anche quella con l’obiettivo più lontano: alle 23 di sera del 19 ottobre, la sala AREU ha chiamato avvisando della necessità di un trasporto fino all’ospedale di Treviso, raggiunto in piena notte e con ritorno in comando ad Abbiategrasso alle 6 e 30 del mattino.
In diverse occasioni l’unità si è avvalsa del supporto dei colleghi delle città di destinazione, che a Firenze e bergamo hanno approntato un servizio scorta fino all’ospedale o, come a Segrate, garantito la strada libera effettuando mirati blocchi alla circolazione per limitare al massimo problemi di traffico “L’empatia creata con i colleghi delle altre città solo guardandoci mentre gli passavamo accanto è fenomenale” ci raccontano dal Reparto “durante una missione a Genova, a pochi giorni dal crollo del Ponte Morandi” aggiungono “abbiamo vissuto il dramma dei colleghi della Polizia Locale, ma anche di quelli del 118 e dell’ospedale, anche nei pochissimi minuti in cui ci siamo rapportati nell’attesa della consegna dell’organo direttamente dalla sala operatoria”.

Tutto questo è stato possibile – ci ricorda sempre Simone Leo – grazi al comandante, la dott.ssa Malini, agli operatori del Nucleo Vice Commissario Trani, Sovrintendente Scotti, Sovrintendente Buratti, Assistente Ambrosio, Assistente Oldani, Agente scelto Pucci, Agente Scelto Cassibba, allo staff operativo del dottor Citterio e ai colleghi dell’AREU che fin da subito, senza nessun pregiudizio, ci hanno accolti per lavorare assieme e rendere grande questo bellissimo progetto, dal primo incontro ottimisti sulla riuscita della convenzione e la bontà dei risultati: la collaborazione tra la loro sala operativa e la nostra è sempre ai massimi livelli, con il costante contatto radio, dal momento della prima chiamata e contestuale invio del foglio missione fino al rientro in sede del nostro mezzo e comunicazione di fine intervento.

Il servizio, ma soprattutto l’entusiasmo con cui abbiamo visto i colleghi impegnati in esso sono stati per A me le Guardie un fulmine a ciel sereno in un momento di agitazione e pessimismo professionale. La comandante Malini ed il commissario Leo ci hanno mostrato cosa vuol dire essere Guardie Cittadine non solo moderne, ma anche propositive e convinte che possiamo realizzare obiettivi più grandi di quelli cui siamo “socialmente” demandati. Con la rubrica Revolution abbiamo spesso esplorato eccellenze professionali, ma forse questa è la prima volta che ci siamo trovati di fronte una vera rivoluzione del nostro lavoro, di fronte la creazione di qualcosa di straordinario che speriamo venga preso di esempio, se non da diventare “ordinario”, almeno da non restare un “unicum” nel nostro genere.