Cronaca · riflessioni

Non vi azzardate a farne un eroe

Ha ucciso prima un barista per poi fuggire nella notte, e, una settimana dopo, ha sparato a sangue freddo su una guardia volontaria- una delle silenziose “altre guardie” di cui abbiamo parlato a suo tempo – e su un agente della Polizia Provinciale – istituto che sarebbe stato soppresso due anni fa – e da 4 giorni è ricercato da un ingente spiegamento di uomini e mezzi di tutte le Forze di Polizia – la notte dell’agguato alla pattuglia provinciale sono stati richiamati in servizio anche gli agenti della Polizia Municipale di Molinella – tra ritrovamenti di veicoli e di giacigli di fortuna. Per mantenere alta l’attenzione dei lettori e i click sulle pagine si sono inventati di tutto, da nazionalità diverse a speciali sulla sua vita, arrivando perfino a dirci che ha un profilo facebook, che è un ex membro delle forze speciali, manca solo che fosse una sorta di decorato di guerra vittima di qualche shock che lo ha reso dal cittadino impeccabile elegante e che si fotografava coi giovani in costume alle feste del fumetto un criminale rapinatore di appartamenti, negozi ed omicida.

Il nocciolo della questione è tutto nelle ultime parole: un rapinatore omicida. Un assassino. Non un esempio, non il combattente “Rambo” solo contro tutti che i media stanno in qualche modo dipingendo, non l’uomo quasi difeso da migliaia di commenti critici nei confronti degli uomini delle Forze di Polizia che lo stanno cercando. Tutto quello che potevamo sapere su di lui ci è stato detto, quello che mancava è stato probabilmente inventato, il suo nome – i suoi nomi- sono sulla bocca di tutti, quelli delle sue vittime sono freddi dati sulle didascalie alle loro foto.

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Simone Pianetti

Non stiamo parlando di Simone Pianetti, che pure fece una strage dopo una serie di torti che gli parvero evidentemente motivo sufficiente per ammazzare due funzionari, un medico e le loro figlie, tanto meno parliamo di Robin Hood, e nemmeno di Pietro Rigosi che

“ci piace pensare ancora dietro al motore […]

perchè ci giunga un giorno,

ancora la notizia, di una locomotiva,

come una cosa viva, lanciata a bomba contro l’ingiustizia”. 

Nell’ammazzare a sangue freddo un barista, nello sparare su un volontario disarmato, nel ferire a colpi di pistola un Poliziotto Provinciale non c’è nulla di eroico, nell’entrare nelle case isolate dei cittadini per rubare i loro averi dopo averli massacrati di botte, nel nascondersi come un topo in un buco nella terra per sfuggire alla caccia delle forze dell’ordine, non c’è nulla che si possa in nessun modo leggere come romantico, rivoluzionario, avventuroso o  positivo nell’essere un criminale. Ed è anche troppo comodo mascherare tutto questo con aspre critiche ed insulti ai giudici che lo avrebbero liberato ed alle questure che non lo avrebbero scacciato dal nostro paese.

La Polizia Municipale
La Polizia Municipale di Molinella

La verità è che di un assassino è stato fatto un personaggio, che se ne segue la sua caccia con morbosità attraverso  web, giornali e talk show, si sprecano migliaia di parole su un bastardo che non meriterebbe nulla di più di una riga il giorno della cattura, e nulla si dice invece delle sue vittime, anzi, a qualcuno probabilmente avanza di sostenere che “se ci fossi stato io, a me non mi avrebbe fregato”-“se lo stessi cercando io, lo troverei”, ma resta che a cercarlo ci sono altri, che rischiano la vita in ogni minuto di estenuante caccia.

E nessuno farà mai degli eroi di coloro che lo stanno cercando, tantomeno delle “Guardie Cittadine” di Molinella e delle “Guardie Provinciali” di Ferrara, che potrebbero – e se le sono già trovato – davanti, senza giubbotti antiproiettile, senza televisioni a riprenderne l’incedere lungo campagne e paludi, ma semplicemente eseguendo il loro dovere di controllo del territorio.

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Articolo scritto in onore di Valerio Verri, ucciso a Portomaggiore, e Marco Ravaglia, sottoposto a tre interventi per salvargli la vita.

Come sempre, A me le Guardie non da spazio a nomi e foto di assassini senza onore.

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