riflessioni

La bellissima lettera di una collega

A me le Guardie ha l’onore di riproporre una lettera, aperta a tutta la cittadinanza, scritta dalla collega Antonia Napolano, in servizio a Napoli. Nelle sue parole si legge l’orgoglio di essere ciò che è, una Guardia Cittadina, e le difficoltà di portare avanti questo suo orgoglio nel mezzo dell’astio generale, dell’incomprensione sociale e del carnaio mediatico.  Non possiamo che condividere ogni riga, ogni parola del suo intervento, darle forza e sperare raggiunga quanti più cittadini e non solo, quanti più colleghi possibile.
Perché finché nelle nostre fila avremo persone con il carattere e soprattutto la fierezza che ha dimostrato Antonia, potremo dirci, alla faccia di tutti, contro ogni avversario ed ogni leone che ci vomitano contro odio attraverso tastiere e giornali, che siamo la Polizia Locale, le Guardie Cittadine e che non siamo secondi a nessuno.
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La collega Antonia Napolano (al centro)
Vi porterei in giro con me
Tutti voi che parlate e non sapete,
Per farvi capire l’effetto che fa
Girare tra la gente con una divisa come la mia
Che per alcuni, non per me, e’ una divisa a metà.

Ho bussato alle porte delle persone e Mi hanno scambiata per una hostess,
Spesso mi hanno detto di lasciare le cose nella buca per le lettere credendo fossi un postino,
Ed Altre son rimasta chiusa fuori per ore, cercando di spiegare che No, non sono un agente della riscossione.

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Questo accade perché da molti la mia divisa è considerata una divisa a metà.

Vi porterei in giro con me, tutti voi che al di sopra di me criticate,
Vi porterei con me quando increduli mi domandano perché mai ho Le manette, se sono finte e se Davvero ho la facoltà di arrestare .
Oppure Quando davanti alla richiesta di documenti o ad un sequestro, mi viene rinfacciato dai presenti che potrebbero chiamare i carabinieri.
Vi farei stare con me, in tutte le situazioni in cui mi ritrovo a spiegare le stesse cose da capo, solo perché la mia voce non pare aver la stessa autorità di chi veste la divisa di un altro colore.

Il punto è che da molti me lo aspetto, da altri no,
Non da chi dovrebbe dar voce alla mia voce, pienezza alla mia divisa.

Me lo aspetto dai cittadini, che non avrei mai
Immaginato potessero essere così: così ricchi ed esilaranti, pieni di idee e di storie e di emozioni, pieni di situazioni, vogliosi di raccontarsi e di capire, desiderosi di domandare e di informarsi.

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Da loro me lo aspetto.
Me lo aspetto che non accettino passivamente un verbale. Che contestino il mio ruolo e le mie mansioni. Me lo aspetto ed è un bene….
è un bene che i cittadini si oppongano e domandino, che chiedano il perché o il perché non.
Perché si può essere ignoranti ma non stupidi.
E spesso non è colpa loro il non sapere: molti,loro malgrado , non si trovano nella posizione di poter e dover sapere.
Me lo aspetto che il Cittadino non sappia, che mi domandi, che capisca e che solo successivamente riconosca che la mia divisa non è una divisa a metà.

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Dai miei cittadini me lo aspetto
Da molti altri no.

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