Polizia Locale

A Scuola di Guardie: la formazione nella Polizia Locale

Su A me le Guardie abbiamo parlato molto di risultati, di precariato, di operazioni e di reparti, ma, molto più raramente, di formazione. L’addestramento delle Guardie Cittadine è oggetto di leggende metropolitane di ogni tipo, la frase chiave, il mantra di tutti, dal cittadino al giornalista fino all’appartenente alle forze statuali è “non sono addestrati”. Ora, se è vero che “tutte le leggende hanno un fondo di verità” è altrettanto vero che per la maggior parte raccontano una marea di panzane. Di formazione trattammo già a maggio, parlando però della volontà “autonoma” degli agenti, ovvero di tutti i gruppi e le associazioni, spesso interforze, che si occupano di formare e ancor di più mantenere lo standard di formazione sempre al passo con le modifiche normative nonché mantenere l’allenamento alle tecniche operative.

Questo articolo invece ha come obiettivo analizzare la formazione “ufficiale”, ovvero quella che viene impartita dalle regioni e dai comune alle proprie Guardie Cittadine. E’ una realtà molto mutevole e particolare, e, soprattutto, molto diversa da una parte all’altra del nostro paese, così come, purtroppo, siamo molto diversi noi l’uno dagli altri.

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i cadetti del mitico Scuola di Polizia

Sono le Regioni a legiferare sulla formazione delle Guardie e, di conseguenza, la Regione a decidere come, quando ed ogni quanto una Guardia debba aggiornare la propria professionalità, nonché chi deve andare ad insegnargliela. Grandi comandi come Milano hanno una lunga storia di formazione fin dagli albori della loro storia, altre realtà solo ultimamente si sono organizzate per dare una base più concreta di “segui l’anziano ed impara da lui”: lo stesso Alberto Sordi, nel film “il Vigile” viene mostrato fare esercizi di guida e di tiro dalla moto in corsa durante la scena della scuola di addestramento, segno che già nel 1960 evidentemente si riteneva importante formare il personale della Polizia Municipale di allora.

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Alberto Sordi si allena a sparare dalla moto in corsa (Il Vigile, 1960).

Indipendentemente dai programmi di studio, vi sono strumenti, quali l’arma, per i quali è imprescindibile una formazione basilare – sul modello di quella impartita ai civili che volessero armarsi – quindi, fortunatamente, non esiste possibilità che uno vada in giro armato “senza aver mai sparato”, come è altrettanto vero che purtroppo i tiri di allenamento non sono frequenti come dovrebbero essere. Non poche regioni hanno strutturato delle Scuole di Polizia Locale al loro interno, creando ad hoc programmi di studio, di formazione pratica e di retraining continuo, mentre in altri casi sono le singole città a coprire il fabbisogno dell’intera regione – Roma Capitale ne è l’esempio – mettendo a disposizione luoghi e formatori anche ai comuni limitrofi. Gli istruttori sono spesso presi tra comandanti o esperti dei singoli settori interni ai corpi, o comunque Guardie Cittadine: alcuni dei più famosi esempi sono Alessio Bove, esperto di veicoli stranieri in servizio a Desenzano, Marco Boscolo e Riccardo Evangelista, luminari sul falso documentale in servizio a Venezia e Rovigo, Cristiano Curti, maestro di tecniche operative di Napoli, e tanti altri.  Non mancano ovviamente i formatori provenienti dalle altre Forze, così come non è raro che siano i nostri monitori a fare formazione anche ad appartenenti ai Corpi di Polizia statali. 

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Elenco materie e relative ore del corso base regione Piemonte.

Il programma formativo di base comprende corsi minimi richiesti a tutti i lavoratori, quali le lezioni sul dlg 81-08 od il primo soccorso, cui si aggiungono le materie specifiche, trattate in modo teorico, ed ovviamente le esercitazioni pratiche di guida, tiro, tecniche operative eccetera.  Normalmente le regioni organizzino periodicamente più corsi nell’arco dell’anno, così da permettere a tutti i comandi del territorio di inviarvi i propri neo assunti, formando così classi miste tra più comuni. I capoluoghi, solitamente, formano direttamente i loro neo assunti con corsi appositi, comunque rispondenti quanto richiesto dalla normativa regionale di riferimento. Molti capoluoghi ospitano i colleghi dei comuni di provincia. Il Piemonte forma i propri agenti con un unico grande corso di 360 ore, da svolgersi durante il periodo di prova e con esame finale propedeutico l’assunzione definitiva, la Lombardia divide invece la formazione in tre diversi moduli rispettivamente da 116, 163 e 93 ore (totale 373), e senza aver completato almeno i primi due l’agente non può uscire dal comando. In Veneto manca una legge regionale e momentaneamente è compito di ogni comune garantire la formazione dei propri agenti: notevole sicuramente è l’impegno di Venezia, con 240 ore di formazione teorica, 60 ore di addestramento (difesa personale, poligono, tecniche operative) spalmate nel corso di un anno e soggette ad  almeno 10 prove di verifica prima del giudizio di conferma in ruolo dell’agente neo assunto. Verona, dal canto suo, sta mettendo su una formazione comune a tutti i neo assunti dei comuni della provincia, mentre Treviso e Padova si appoggiano a formatori interni e corsi di aggiornamento esterni tramite le associazioni. In Friuli Venezia Giulia, invece, è la regione a proporre ciclicamente dei corsi di aggiornamento base ed avanzati ai comuni che sono obbligati a mandare gli agenti per la formazione. 

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Aldo Giovanni e Giacomo sono i Busto Garolfo Cops nel celebre sketch del trio

In centro Italia è stata istituita una Scuola Interregionale di Polizia Locale per Emilia Romagna, Toscana e Liguria che fornisce a tutte le regioni il medesimo corso, ovviamente adattato alle esigenze locali, di 260 ore tra teoria e pratica, spesso poi integrato da momenti formativi dei singoli comandi. Il corso interregionale ha la particolarità, al suo inizio, di prevedere una settimana di accasermamento in strutture convenzionate, volutamente poste in frazioni fuori mano, dove i neo assunti romperanno il ghiaccio tra loro e discuteranno con i formatori sui motivi che li hanno spinti alla scelta di entrare in Polizia Locale. La stessa scuola provvede anche a fornire gli aggiornamenti professionali per il personale già in ruolo. In Umbria è attiva una separata scuola di formazione, mentre in Sardegna, nonostante un recente corso di 90 ore proposto dalla Regione, l’ambiente formativo è molto limitato. Andando a Sud, Roma e Napoli provvedono ai loro agenti con scuole interne cui si appoggiano molti comuni limitrofi: le scuole di formazione romana e napoletana hanno inoltre diffuso le proprie tecniche operative in tutto il territorio nazionale tramite associazioni fondate dai loro formatori. La regione Campania ha dal 1983 una propria scuola regionale che recentemente ha ampliato l’offerta formativa con corsi specializzati su Tso e Falsi documentali. La Puglia ha recentemente iniziato l’iter per dotarsi di una propria scuola regionale, prevista, ma mai attuata, anche in Sicilia.

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Il modernissimo poligono virtuale in uso a Napoli.

Le Regioni strutturate con una scuola di formazione prevedono un percorso anche per gli ufficiali ed i ruoli apicali, ovviamente adattato alle maggiori responsabilità richieste a queste figure. Quello della formazione è un argomento spinoso un po’ per tutte le Forze di Polizia, non solo nell’analisi dell’effettiva distribuzione del tempo impiegato – si va da pochi giorni a mesi, da manciate di ore a strutture complesse, passando per materie secondarie trattate da primarie e viceversa –  ma soprattutto nel successivo mantenimento degli standard qualitativi, in particolare in attività intense e costose quali l’utilizzo delle armi da fuoco, la guida dei veicoli, l’addestramento al corpo a corpo, ed è assurdo pensare che gran parte della formazione personale sia rimandata alla buona volontà degli agenti operanti. i tagli della spesa hanno purtroppo fatto male a tutti, ma è innegabile che la tendenza delle Guardie Cittadine sia quella di crescere, di guardare al futuro e di lanciarsi nelle sfide di questo nuovo millennio nel quale, purtroppo o per fortuna, non è più concepibile la figura del “vigile” in pettorina che, dopo una settimana di affiancamento, viene vestito di una divisa che non sa indossare e lanciato in mezzo la strada a sanzionare e dirigere il traffico.

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Agenti neo assunti schierati per la nomina definitiva.

 

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