Venerdì 19 febbraio, appena concluso, è destinato ad essere uno di quei giorni che lascerà a lungo un sapore amaro a tutti noi.
Ci hanno infatti lasciato tre Guardie, tre Colleghi, tre Fratelli di Giubba. A Novara è stata investita durante un soccorso stradale l’agente di Polizia Locale -e non vigilessa come i maledetti giornali continuano a dire – Sara Gambaro, 44 anni, mentre lungo le rive del Brenta, tra le province di Venezia e Padova, non è più riemerso dalle acque Rosario Sanarico, 52 anni, sub della Polizia di Stato, Maurilio Vergiu, 51 anni, ispettore della Polizia di Stato, ucciso a fucilate dal cognato mentre tentava di impedire che si sparasse.
Nell’esprimere il profondo rammarico di A me le Guardie alle famiglie dei colleghi deceduti, voglio ricordarli per come erano, persone che hanno fatto la scelta di aiutare gli altri, e non è certo un caso che le loro tragedie siano avvenute durante dei servizi votati a dare sicurezza e giustizia ad altre persone: Sara investita mentre svolgeva un servizio di viabilità in aiuto ad un mezzo in difficoltà, Rosario incastrato nel fiume dove stava cercando il corpo di Isabella Noventa, vittima di un omicidio, Maurilio colpito nel tentativo di disarmare il cognato che tentava il suicidio.
Ed è in onore dei colleghi, in una delle giornate più tristi degli ultimi anni per le Forze di Polizia del nostro paese, che vorrei che tutte le Guardie si stringessero in un unico abbraccio: vorrei che tutti noi, di tutte le forze, portassimo un nastro nero alla divisa in ricordo di coloro che ci hanno lasciati, vorrei che il giorno dei funerali tutte le pattuglie si fermassero e per un minuto attivassero sirena e lampeggiante in onore delle nostre vittime, un unico grido ed un’unica luce blu che attraversino l’Italia nel medesimo momento in ricordo di coloro che per la sicurezza degli altri hanno perso la vita. Faccio notare che, nel 2016 dell’era digitale e dei social network, organizzare un evento del genere è tutt’altro che impossibile.
Vorrei che, uniti, tutti dicessimo che non esistono Guardie Scelte e Guardie Minori, ma solo Guardie, che soffrono allo stesso modo quando una di loro perde la vita, e che hanno diritto allo stesso trattamento dinnanzi alla Legge e allo Stato.
Vorrei, infine, che i cittadini italiani ricordassero chi muore per loro, e sapessero che la famiglia di una delle guardie morte oggi non avrà un equo indennizzo che garantisca una vita dignitosa ai suoi figli, e che comprendessero che questa, indipendentemente da quello che la stampa e la politica continuano a dire su di noi, è una profondissima ingiustizia.
Onore ai nostri caduti. Un unico grido, un unico canto di sirena per dire loro addio.
Aggiornata il giorno 21 febbraio con la notizia della morte dell’ispettore Vargiu. Gravissimo che gli organi di informazione abbiano taciuto di quanto successo ai colleghi.