Polizia Locale · riflessioni

Diciamo BASTA alla politica sulla pelle delle Guardie

E’ davvero pesante essere Guardie Cittadine in Italia. Una pesantezza unica dovuto alla consapevolezza di essere sempre nell’occhio del ciclone. Di essere le “Forse dell’Ordine” da strumentalizzare, da utilizzare per colpire l’avversario, a volte indebolendole, per dire alla destra quanto si è pacifici e democratici, a volte esasperandole, per mostrare i muscoli alla sinistra al grido “anche noi sindaci possiamo fare sicurezza”. E’ sfibrante ed è molto peggiore delle comunque notevoli strumentalizzazioni delle Forze di Polizia statali, che almeno qualche certezza granitica la hanno – il contratto, gli strumenti, la selezione eccetera – e che invece noi non abbiamo, povere banderuole nelle mani di persone che devono usarci solo per lanciare messaggi, alle quali della nostra sicurezza, professionalità, dignità, non importa nulla. 

Il nostro essere, purtroppo, un vergognoso ibrido tra poliziotti ed impiegati, un imbarazzante via di mezzo tra uomini di legge e addetti al sanzionamento, una Forza divisa in mille Corpi diversi tra loro ed incapaci di trovare un termine comune con cui definirci noi stessi, è la causa di ogni nostro male. Ogni comune, ogni consiglio, può dire e fare di noi quel che vuole a livello di iter selettivo, formativo e strumentazione. Ogni sindaco può usarci per dare un messaggio, vuoi repressivo vuoi inclusivo, ogni giunta può usarci a proprio piacimento e godimento, ogni giornalista può sfruttarci per attaccare quella o quest’altra corrente. 

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E’ difficile avere un’opinione politica reale quando sei per tutti poco più di un burattino sfigato di cui fare quel che vogliono, quando ti è rifiutata la dignità di un ruolo ben definito, quando, se c’è da avere voti per le elezioni locali, ti si promette mari e monti, ma se si parla di nazionali si sottolinea come tu debba rimanere un qualcosa di diverso dalle forze statuali, quando in campagna elettorale sei una risorsa e durante la legislatura un problema. 

Ed è ancora più difficile essere di sinistra: intendiamoci, nemmeno di destra è facile, e, anzi, ritengo che in questo particolare momento tutti i colleghi che hanno dato un voto alla lega sperando che ci desse “qualcosa” stiano mangiandosi le mani e capendo che si è stati usati e traditi come forse non mai. Ma essere di sinistra è francamente devastante. Perché i “compagni”, in Italia, ti odiano,a prescindere. Sei l’unico Corpo di Polizia su cui attualmente possono avere un potere e sei quello su cui si accaniscono per colpire la giunta opposta quando ti da il minimo indispensabile per operare in tranquillità.  Come se facesse un dispetto a loro, come se fossimo tutti dei repressi frustrati che non aspettano altro di avere un manganello o una pistola elettrica per andare a bastonare o elettrizzare a casaccio, come se la nostra vita avesse meno valore dei loro pregiudizi sociali e politici. 

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Date una risposta a questa maledetta domanda.

La nuova bagarre arriva da Pisa, dove il Sindaco, leghista, sostiene “in ottemperanza al decreto Salvini” di dotare i “Vigili Urbani” di Taser, giubbini antri proiettili, spray e bastone distanziatore. Un giornale fortemente di sinistra e che apprezzo molto in quanto tale riporta la notizia attaccando ignobilmente proprio le Guardie Cittadine, asserendo che così diventeranno “una sorta di Corpo di Polizia”. Un bel blog di sinistra rilancia l’articolo con la didascalia “ovviamente quel che fa la Lega segue sempre lo stesso copione. vigili armati di manganelli, spray urticante e taser per una linea securitaria e repressiva. così anche i vigili diventano forze di polizia tipo ronde. orrore puro!”.

Peccato che le Guardie Cittadine, pur tra diverse linee guida, circolari e omologazioni, abbiano la possibilità di dotarsi di tali strumenti da sempre. Peccato lo facciano da decenni in città di qualsiasi orientamento politico. L’unica innovazione? IL Taser. Adottato per merito di Salvini? Affatto, visto che le linee guida della sperimentazione le ha tracciate Minniti. 

Sono stufo. Stufo marcio. Stufo marcio di ripetere che vi piaccia o meno i “vigili” sono Corpi di Polizia da SEMPRE ed attualmente così definiti dalla legge 65 del 1986. Stufo marcio dei commenti ironici e delle frecciatine sull’utilità di simili strumenti “per fare le multe” quando anche i muri – compresi quelli da abbattere – sanno benissimo che i poliziotti locali hanno le medesime qualifiche di Polizia Giudiziaria e di Pubblica Sicurezza, nonché i medesimi doveri, delle Polizie dello Stato.

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Basta discriminarci, sfruttarci, delegittimarci!

E non ci vuole un genio della politica o della società per sapere che se ho nelle mie competenze il contrasto di qualsiasi reato e specificità per le quali la mia incolumità viene messa a rischio  – si pensi ai TSO, ai posti di controllo, al pattugliamento del territorio, ma anche alle semplici e ben note reazioni a norme minori come proprio i divieti di sosta o i blocchi del traffico, che sono costati la vita a più colleghi – debba essere normale che io sia dotato di strumenti di difesa pari alle altre forze che condividono le medesime qualifiche.

Basta fare politica sulla nostra pelle. Basta offenderci e denigrarci per colpire l’altra fazione. Basta esaltarci nelle parole e non nei fatti per dimostrare di essere “più bravi” degli altri a garantire la tanto sfruttata “sicurezza”. Non c’è peggior sofferenza per un professionista che vedersi massacrare ogni giorno da qualsiasi parte – politici, social, quotidiani – per il gusto di esaltare qualcun’altro o se stessi, e se volete che questo lavoro lo facciano professionisti non potete pretendere che questa situazione sia accettata. Quello che serve- e non mi importa che a farlo sia destra o sinistra o centro – è una legge che ci dia una dignità di essere qualcosa di definito. La dipendenza del sindaco e del territorio è la nostra caratteristica? Bene, nessun problema, anzi, ma almeno si statuisca che la Polizia Locale è UNA COSA CHIARA ed almeno le sue dotazioni, formazione e selezione siano imposte da legge nazionale, libere dal vento politico di turno, nel rispetto di chi lavora per strada.

Si parla tanto della Sicurezza dicendo che non può essere una bandiera politica ed allora tantomeno può esserlo un Corpo il cui lavoro è proprio, piaccia o meno, garantirla.

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Oppure, semplicemente, si cancellino i duemila anni di storia ed  i 150 di esistenza delle Guardie Cittadine, si cancelli ogni norma che ne parla, dall’ultimo Decreto Salvini alla prima normativa del 1907 che le includeva ai soggetti deputati al mantenimento della Sicurezza Pubblica, si abbia il coraggio politico di levarci ogni qualifica di polizia, di trasformarci in controllori amministrativi senza alcun compito diverso da quello sanzionatorio, con la necessità di chiamare le Forze dell’Ordine reali – direi in tutti i sensi – anche per un soggetto che non volesse darci i documenti. Senza divisa. Senza serali, notturni e festivi. Senza nulla. Poi cambierò mestiere, ma almeno smetterà questa maledetta strumentalizzazione della mia uniforme, della mia dignità professionale, della mia persona. Delle nostre uniformi, della nostra dignità professionale, delle nostre persone. 

A volte mi sembra che la Polizia Locale sia un clavicembalo con mille tasti di cui tutti vogliono essere suonatori, ma nessuno abbia idea di come si faccia, oppure mi sento come un pupo siciliano nelle mani di un puparo monco, incapace, che nel tentare di muovermi mi disprezza perché non rispondo ai comandi che lui non sa darmi. Ci avete trasformati in marionette.

Pensavo che un punto fermo della nostra Repubblica fosse che ogni lavoro ha la sua dignità. Il nostro no. Siamo violentati, brutalizzati, deformati, plasmati a piacere di chiunque debba ottenere un minimo di visibilità, relitti in preda ad un mare in burrasca di incapacità politica, odio sociale, presunzione di giudizio.

Eppure continuiamo a lottare e a lavorare per questa società che ci massacra continuamente e l’unico appiglio di orgoglio è proprio essere fieri di quel che facciamo e di quel che riusciamo ad essere nonostante tutto questo. Ma è sempre più difficile.

dignitameme

 

Indossare una divisa non vuol dire essere fascisti e/o razzisti, non vuol dire dover  essere strumentalizzati da destra o sinistra, vuol dire essere al servizio di tutti, e da tutti degni quantomeno di rispetto.

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