Polizia Locale · riflessioni

Quel vergognoso ricorso al precariato di polizia.

I frutti malati del contratto di cui la Triplica Sindacale ed i suoi satelliti si sono detti “pienamente soddisfatti” iniziano a venire alla luce: l’occasione – il rinnovo contrattuale- di cancellare alcune mostruosità tutte italiane, come le figure delle guardie cittadine a tempo determinato, che allo scadere della mezzanotte perdono l’anfibio e tornano ad essere dei civili disoccupati – ma che potrebbero dover andare davanti un giudice a discutere quanto fatto da poliziotti- non solo è stata sprecata, ma è stata addirittura inserita in un sistema dove il precariato, gli stagisti e altre forme di finto contratto capestro con cui appendere per il collo i lavoratori (di polizia o meno) sono considerate normali ed addirittura incoraggiate. 

50 nuovi posti per agenti a tempo determinato sono messi a concorso in quel della città che un tempo si chiamava Serenissima e faceva al mondo scuola di civiltà ed onore, che illuminava con la sua forma di governo l’Europa da Bergamo fino a Cipro, che per secoli tenne da sola testa alle potenze di oriente ed occidente ed oggi umilia i discendenti  dei suoi arsenalotti, zaffi e signori della notte assumendo personale di polizia ad intermittenza. 

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I precari si riconoscono per l’assenza dell’arma e della buffetteria.

A me le Guardie lo ha sempre urlato e lo urlerà sempre, anche contro i propri interessi ed i propri lettori, che poliziotti precari non possono e non devono esistere e che finché ce ne sarà uno solo, le guardie non potranno chiamarsi poliziotti. Serve poco avere armi lunghe, giubbotti antiproiettile e unità cinofile se si mettono in strada agenti che sanno che la loro sarà un’esperienza passeggera e, per cortesia, non mi si dica che i precari “non avranno né armi lunghe, né giubbini, né unità cinofile” perchè sarebbe rimarcare l’esistenza non solo di contratti di serie A e B, ma addirittura di competenze, reparti e possibilità operative dipendenti dallo “status sociale” dell’agente. 

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Agenti stagionali di una nota località balneare.

Un agente che, ricordiamo, è facilmente ricattabile proprio perchè strozzato  da un lato dalla sua funzione pubblica che richiede distacco da qualsiasi influenza esterna, e dall’altro dalla necessità di avere qualcuno cui sottomettersi nella speranza di una proroga contrattuale: come si può non vedere in questo un palese conflitto di interessi con le qualifiche di PS e di PG? Come si può dare fede fino a querela di falso ad un verbale stillato da uno magari consapevole che se non lo avesse firmato si sarebbe trovato in mezzo una strada? Come si può non pensare al precario che, una volta rimasto a casa, sarà chiamato in tribunale a testimoniare su quanto sottoscritto in servizio e la sua parola varrà meno di quella da lui stesso vergata quando coperto dalla fede privilegiata, persa per strada assieme ad un contratto siglato sul modello di uno pensato per portalettere e camerieri stagionali (figure sicuramente degne di altrettanta considerazione professionale ma che non hanno potere di sanzionare ed arrestare il loro prossimo)?

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Salvatore Daidone, morto da precario di polizia.

A me le Guardie rispetta e stima il comandante ed il comando della polizia lagunare, stima il comandante che ha difeso a spada tratta la Polizia Locale dalle esternazioni offensive di un alto ufficiali dei carabinieri, stima i colleghi che stanno facendo un lavoro incredibile nelle calli, nei campi e nei giardini del centro storico e della terraferma, ed è proprio per la stima che portiamo a queste eccellenze che non riusciamo a star zitti di fronte bandi di concorso offensivi della stessa fama del comune che li emette. 

 

Ricordino, quelli che sostengono a gran voce che “non siamo vigili ma poliziotti” che non è mai esistito un Vigile Urbano -quando le guardie cittadine ancora rivestivano tale ruolo – che fosse precario. Il precariato è nato con la Polizia Locale e A me le Guardie non smetterà mai di dire che finché esisterà quel “polizia” sarà solo nel nome, così come finché esisteranno comandi che dopo le 19 attaccano una segreteria telefonica che invita a chiamare il 112. 

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Loro sono la nostra storia. Loro non sono mai stati precari.

E quale sindacato parla di questo enorme problema? NESSUNO. Perchè tutti, appena acquisito l’agognato status “a tempo indeterminato” vogliono dimenticare di essere stati precari. Perchè TUTTI sulla precaria figura dello stagionale ci basano una sorta di caccia alle streghe – quando c’è da trovare un responsabile per qualche magagna- e caccia alla scheda – quando invece c’è da illudere questi ragazzi su un rinnovo contrattuale, magari poi vantandosi di aver ottenuto altri due mesi di contratto o rinfacciando “sono io che vi ho fatto assumere” ai colleghi precari. No, signori, LORO si sono fatti assumere nel momento in cui hanno vinto il concorso e nel momento in cui gli mantenete il posto di lavoro fate esattamente – per una volta- quello che un sindacato deve fare, cosa meritevole di ringraziamenti ed onori, ma che per nessun motivo deve diventare motivo di rimbrotto o peggio di ricatto.

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Buona fortuna colleghi precari, da una guardia che non dimentica di esserlo stato e che finché vedrà certe mostruosità non si riconoscerà nei Vigili Urbani – figura sparita prima che nascessi – ma nemmeno nella Polizia Locale – figura che pretende di emergere nascondendo dietro un RONI ed un cane antidroga le proprie mancanze contrattuali- rimanendo sempre e solo orgoglioso di essere una Guardia Cittadina.  

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Ed al governo che ancora ha da insediarsi dico di PENSARE a questi loro uomini, questi “cani della legge”, come chiamavano nel far west gli sceriffi itineranti che si spostavano di città in città al miglior offerente, pensare che la loro situazione non è più concepibile né immaginabile in una nazione civile del 2018  e che quello del precariato di polizia è il primo dei problemi della categoria su cui mettere mano. 

 

2 pensieri riguardo “Quel vergognoso ricorso al precariato di polizia.

  1. Grazie. Grazie perchè leggo queste righe e continuo a riconoscermi. 5 anni da precario nella Locale da un comando all’altro con periodi più o meno brevi, con colleghi e ufficiali che raramente ti danno fiducia, sempre in silenzio, perchè il lavoro è necessario e non ti puoi permettere di bruciarti al concorso successivo, evitando casini, perchè se ti denunciano non lavori più, adattandoti a fare cose che a volte sminuiscono la professionalità che hai acquisito su strada con te stesso unico collega a farti compagnia o da solo studiando per conto tuo manuali su manuali. Spero di vedere al più presto la luce in fondo a questo tunnel, ma mi dà fiducia vedere che ci sono persone che la pensano come me su come dovremmo essere noi Poliziotti Locali.

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  2. Vergogna io sono in polizia locale da 12 anni , nello stesso comune ma da precaria . In sicilia quasi tutti i comandi hanno una forza lavoro che per il 70% è fatta da precari . Siamo stanchi e arrabbiati. Abbiamo gli stessi oneri dei colleghi di ruolo ma spesso non abbiamo gli stessi privileggi. Abbiamo tanto di decreto di PS e ancora oggi doppo 12 anni siamo precari

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