Quest’oggi riprendo – ed esaspero – il nome di un bel gruppo interforze presente nel principe dei social network del quale mi onoro di essere attivo partecipante per sottolineare una situazione di malessere, di stanchezza, di spossatezza e di abbandono che sembra ormai aver colto non solo la “Forse Polizia” di cui faccio parte,ma tutte quelle che sono le Forze dell’Ordine che, ben consce di non poter pretendere di essere amate proprio da tutti, vorrebbero essere quantomeno rispettate, ma, e qui estrapolo da diversi commenti -col permesso degli autori- ecco come si sentono le Guardie:
Io proprio non capisco questo accanimento contro le forze dell’ordine.
E vorrei che tutti, leggendo questo post, lo percepissero come un post scritto da una persona normale, non da un appartenente alle forze dell’ordine.
Già, una persona normale.. perché, sembra incredibile, ma fino a qualche anno fa anch’io ero una persona normale, proprio come voi, mangiavo come voi, dormivo, ridevo, facevo sport come tutti voi.
Adesso invece sono un MOSTRO.
Uno schifoso mostro da abbattere, che deve per forza di cose finire sotto terra o, nella migliore delle ipotesi, in un tribunale. – Guardia dell’Arma dei Carabinieri
Continuate a vederla cosi’…ce ne faremo una ragione….fatevi difendere dai centri sociali, dai blakblok, dai magistrati, dai tossici e dai delinquenti, perchè nella vostra testa i cattivi indossano una divisa, perchè manganelliamo o perchè vi tocchiamo le tasche…mi sono un po’ rotta le palle di doverci sempre giustificare quando noi siamo li a lavorare – Guardia della Polizia di Stato
Se provate tanto odio per noi, vi consiglio di promuovere una proposta di legge popolare: ABOLIRE LE FORZE DELL’ORDINE!!
Quante firme ci vogliono? 50 mila? 500 mila? Boh, non lo so.. la firmo anch’io, vi do una mano, farò propaganda, anche se non ne avrete bisogno. 500 mila persone che firmano questa petizione le trovate in meno di 3 giorni!!! – Guardia dell’Arma dei Carabinieri
Vivo in un Paese dove c’è gente che odia così tanto la divisa da parteggiare per i criminali. Ne prendo atto. Da oggi si smette di lavorare per i cittadini, questo lavoro lo farò per me stesso, per la mia divisa, per i miei colleghi, per potermi guardare allo specchio la sera e poter dire “e anche oggi uno stronzo lo abbiamo levato dalla strada…”, ma non venitemi più a chiedere di farlo per i cittadini, perché i cittadini sono diventati la parte peggiore di questo lavoro. – Guardia della Polizia Locale.
Che ne sai tu cos’è un intervento, che ne sai tu cosa significa e comporta indossare una divisa, che ne sai tu dei tanti matrimoni falliti di chi indossa una divisa..che ne sai tu dei tanti suicidi che colpiscono questa categoria…Non li sai e non li vuoi sapere..perché ti assicuro che una volta che ne vieni a conoscenza c’è poco da ridere, dovresti chiedere scusa a tutti gli sbirri che incontri, ad uno a uno. – Guardia della Polizia di Stato.
PREGIUDIZIO MISTO AD IGNORANZA FARCITO CON UNA BELLA DOSE DI LUOGHI COMUNI…..ed ecco che saltano fuori i servizi in bicicletta….i vigili che alternano la divisa allo scuolabus…. quelli che vengono usati come bancomat del comune ecc……LA SOLUZIONE?… UNA SOLA, DEVONO ABOLIRCI!!!! – Guardia della Polizia Locale.
Da dove deriva tutto questo? Come si è arrivati al punto che le Guardie, per prime, odiano il loro lavoro? Un’analisi che volesse colpevolizzare una sorta di imbarbarimento sociale non sarebbe sufficiente a delineare il problema e tanto meno a darne una soluzione immediata o credibile. L’astio verso le forze di polizia deriva da un complesso sistema politico, burocratico e giudiziario, da come ognuno di questi fattori abbia fatto il possibile per trasformare non la legalità, ma chi la controlla, in un fastidio, un nemico, un barbaro da cui difendersi. Il mondo politico non è nuovo a prese di posizione ideologiche nei confronti degli operatori di polizia, utilizzati come scacchi nelle mani di pessimi giocatori, sfruttati all’osso come scorte e come gonfaloni elettorali, di fatto depauperati di mezzi e uomini sfruttando un’oculata campagna stampa che ha portato l’italiano medio alla convinzione che le varie forze di polizia sono degli inutili carrozzoni utilizzati come ammortizzatori sociali per dare lavoro a chi altre possibilità non aveva e che i poliziotti siano prevaricatori violenti sempre più propensi all’abuso che all’aiuto. Dall’attacco politico si è arrivati facilmente a quello giuridico, ove i poliziotti sono sempre i primi a venir messi sotto la lente di ingrandimento, i primi a venire accusati a freddo, i primi a venire analizzati e controllati in ogni gesto, i primi a venir esposti al pubblico ludibrio, ed è da questo che viene l’ultimo tassello dell’odio allo sbirro: la GOGNA. Quella gogna ormai più diffusa che nel medioevo, quel ceppo, che ogni cittadino ormai possiede, cui legare la guardia cattiva, le piazze virtuali dove porla carponi e la platea urlante di amici, likes, twitter e followers cui far lanciare verdura e uova marce sotto forma di post debordanti malvagità in un crescendo di sadismo nutrito da utente ad utente. Gogna che non risparmia nessuno, né da vivo, né da morto, che immortala ogni momento dandone la lettura che più aggrada allo strillone di turno, che umilia, massacra e distrugge la dignità non soltanto di chi ne viene attaccato direttamente, ma di tutti i colleghi che leggono, assorbono e fanno loro tanto carico di odio: quanto questo stress e questo continuo stalking sociale ha peso nell’aumento esponenziale dei suicidi tra le forze di polizia statali e locali? Perché anche questo terribile fenomeno viene stigmatizzato con l’ennesimo luogo comune “Come in altri ambienti – continua Carrer – esiste in polizia un cultura machista dominante. Quella per cui il disagio psicologico è sintomo di debolezza o malattia che comporta automaticamente un isolamento invece di un supporto. Risultato, quello che accade è questo: “Se sto male me lo tengo dentro”. E non aiutano certo i medici inquadrati nel corpo, che spesso, quando raccolgono confidenze sui disagi dei poliziotti, non sono in grado di tenere il silenzio e quindi ne riferiscono ai superiori mettendo in moto il meccanismo di esclusione”. (la Repubblica, 13 ottobre 2015) usando anche i nostri morti come pala per dare fango su chi rimane vivo, additandolo sostanzialmente a testosteronico machista senza cervello?

Tutto questo per cosa? Per uno stipendio che tra tasse, affitti, mutui e bollette permette – e non sempre – di arrivare a fine mese centellinando ogni spesa al supermercato, per dei contratti bloccati da 10 anni, per delle tutele ormai insufficienti che per alcuni non sono nemmeno previste. O, forse, perchè nonostante tutto, crediamo ancora che servire&proteggere siano ben più che semplici parole.
In questo articolo non si vogliono dare risposte, non si vogliono dare consigli o cercare soluzioni: si vuole mettere in evidenza una certezza. Quella che siamo stufi di essere il capro espiatorio di ogni classe, sia essa sociale, politica o scolastica. Aboliteci davvero, tutti quanti, e poi buona fortuna. A noi, certo, ma anche a tutti voi.
La mia è stata una scelta dettata dal cuore, ma stò maturandol’idea che mi son messo a difendere una gran bella categoria di ingrati……
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