Cronaca · Polizia Locale

Quel momento in cui si deve dire BASTA

Breve cronaca di una settimana di ordinaria follia:

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L’incredibile aggressione a Pozzo d’Adda

Una sparatoria ha coinvolto colleghi di un piccolo Comune fuori Milano dopo che presunti Rom sospettati di furti hanno dapprima sfondato il posto di controllo e poi sparato a vista sugli agenti per guadagnarsi la fuga.

Un agente motociclista della polizia locale di Varese dopo aver visto una macchina entrare in contromano durante una gara ciclistica fa scudo col suo corpo e la sua moto e salva decine di ciclisti rimediando pero’ ferite gravissime.

Un agente della polizia locale di Pozzo d’Adda (provincia di milano) viene accoltellato durante l’arresto di uno spacciatore , nonostante le ferite riesce a terminare l’ammanettamento e chiamare i rinforzi … nel mentre viene accerchiato dagli scagnozzi dello spacciatore che lo massacrano a pugni e calci anche con un tira pugni di acciaio per permettere la fuga del fermato.

  • Un motociclista della Polizia Locale di Milano rimane coinvolto in un grave incidente in servizio.
  • Il comandante della Polizia Municipale di Fossacesia (Chieti) viene ferito al collo da una scheggia di proiettile durante l’arresto di un profugo che armato di 3 coltelli cercava di accoltellare municipale e carabinieri .
  • Il tribunale assolve gli agenti di Roma Capitale dalle accusa portate loro per lo “sciopero” di capodanno 2014, di fatto sconfessando l’orrenda campagna stampa di cui fu oggetto l’intera categoria.
  • Un agente della Polizia di Stato viene trascinato per decine di metri da un sospetto in fuga a bordo di un’auto, ed attualmente lotta tra la vita e la morte in terapia intensiva.
  • Un agente della Stradale è deceduto in seguito ad un gravissimo sinistro stradale.
  • La Polizia Locale di Roma Capitale è stata oggetto di una violenta aggressione da parte dei militanti di Casapound durante lo sgombero di alcuni edifici occupati.

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Quello che in questa gravissima situazione desta preoccupazione non sono tanto gli ormai quotidiani fatti di cronaca che dimostrano come la società stia andando allo sbando quanto come sia vergognoso che le forze di polizia siano abbandonate a loro stesse da una classe dirigente sempre più aliena da quelle che sono le problematiche del paese da essa amministrato, con in particolare un trattamento della Polizia Locale che non si può che considerare un vero e proprio MOBBING di stato perpetrato attraverso il continuo disconoscimento dei servizi e delle attività da essa svolte e la reiterata e volontaria dimenticanza della Polizia Locale in qualsiasi disegno di legge, circolare o progetto che riguardi il futuro delle forze dell’ordine.

Ancor peggiore è il fatto che, stante i gravissimi fatti elencati nel paragrafo precedente, la stampa nazionale non abbia saputo fare di meglio che produrre i seguenti, interessantissimi, scoop:

  • Un raffazzonato servizio nel quale si accusa la Polizia Municipale di Napoli di non multare i conducenti di ciclomotori senza casco, con annessa risposta – correttissima- di una collega presa ed intervistata a tradimento che giustamente chiede la ragione per cui a detta dei supergiornalisti spetterebbe a LEI il compito di rieducare alla legalità un’intera area metropolitana.
  • Un “interessante” approfondimento su come le forze dell’ordine romane non sappiano l’inglese.
  • Una campagna stampa vergognosa, orchestrata da certa destra, contro un reparto ed il funzionario della Polizia di Roma che ha attuato lo sgombero precedentemente citato.
  • Un vero e proprio attacco contro i colleghi di Roma, che, scagionati dal tribunale, sono stati invece nuovamente denigrati, accusati, giudicati e condannati in una serie di servizi del TG5.

Tutto questo senza ovviamente nemmeno sognarsi di dare ad una qualsiasi delle notizie sopraindicate un decimo della risonanza mediatica data a quest’ultimi ridicoli servizi palesemente montati ad arte per dare messaggi che stravolgono la realtà operativa delle polizie locali in un vero e proprio ATTACCO MEDIATICO senza precedenti, degno del peggior minculpop o di quell’ Istituto Luce che speravamo fosse andato chiuso con la dittatura una settantina di anni or sono.

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Non proprio sollevato da questo infausto periodo di continua dequalificazione professionale, è stato ancor peggiore vedere come tutto ciò influisce negativamente sulla cultura popolare, ed in particolare:

  • Vergognoso assistere nell’uscita mensile del periodico Julia – editore Bonelli- ad un insulto gratuito, fuori del contesto cui il fumetto è ambientato e dalla storia narrata, lanciato così, a caso, alla Polizia Locale, definita “poco amata” perché “fa le multe” riprendendo quello che ormai è un vero e proprio tormentone distruttivo, forse che lo sceneggiatore non abbia digerito un verbale?
  • Un sindacato, commentando un’importante operazione messa in atto dai colleghi di Torino, ha osato sollevare la questione che le operazioni contro la prostituzione e lo spaccio non spetterebbero alla Polizia Locale.  A questi personaggetti non posso che consigliare di rileggersi le nostre qualifiche e poi far domanda per l’anagrafe, in modo di liberare le loro persone dal rischio di aver scelto di fare i poliziotti – locali o meno –  e noi dalla infausta presenza di rappresentanti di livello così infimo.
  • Su una pagina facebook di molto dubbia intelligenza è stata pubblicata una foto scattata di nascosto ad una collega, abbinandole il logo di un sito pornografico e gettandola in pasto agli utenti in un fiorire di commenti – centinaia- e di condivisioni – altrettante- all’insegna dell’offesa, del sessismo e non raramente della minaccia, con tanto di pubblicazione del comune  e la zona di servizio.

L’accanimento contro la Polizia Locale, in sostanza, non è più solo quello di uno Stato indifferente e dei Media mistificatori, ma quello ben più sottile e distruttivo della società massiva, in un bullismo sociale ormai sfociato in odio demente cui gli operatori, non bastanti dei quotidiani rischi professionali cui sono soggetti, fanno i conti anche liberi dal servizio, quando vorrebbero semplicemente starsene tranquilli seduti al Sole a leggersi un fumetto o ammazzare il tempo sui social. Sono sicuro che una qualsiasi delle tante vittime del maledetto potere della parole che abbiamo pianto negli ultimi mesi potesse quantomeno aprire un libro od un fumetto senza trovarsi insulti o rimandi alla sua situazione: ai “vigili” è negato anche questo, mortificarli è ormai tanto normale ed impunito che ovunque è dato per scontato che si possano offendere od umiliare, con un accanimento che ormai diventa sempre di più una persecuzione.

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Si ringrazia la Bonelli per la stima

Bene, è ora di dire BASTA. Siamo operatori di polizia, pur con i nostri limiti, i nostri difetti, i nostri problemi, i nostri sindacati imbarazzanti e i nostri appartenenti che hanno sbagliato carriera, ma, stante il trattamento da impiegati amministrativi, siamo anche fin troppo bravi a fare quello che la legge chiede a chi ha ben altre tutele contrattuali, giuridiche e previdenziali. Essere anche i capri espiatori dell’incapacità politica, del qualunquismo mediatico e della frustrazione sociale sta diventando un problema capace di minare non più soltanto la nostra operatività professionale, ma anche la nostra vita privata e la nostra stessa dignità. Adesso BASTA. Trovatevi altri capri espiatori. La misura è colma e sempre più spesso a tutto questo fango si risponde con la doverosa e meritata denuncia. Poi magari un giornale chioserà che adesso se “insulti i vigili” vieni pure costretto a pagare: ebbene sì, è così, esattamente come se insulti o diffami chiunque, vieni punito, allo stesso modo se insulti e diffami noi, becchi la querela, e sappiamo pure farle visto che redigere atti è il nostro mestiere, quindi hai meno possibilità di cavartela che offendendo il vicino o la suocera.

 

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Al governo dico di decidersi a cancellare la nostra ridicola figura e mandare i tanti amministrativi in divisa nel loro ambiente naturale, tra le quattro sicure mura di un edificio pubblico a mettere timbri, dando modo a chi onora le proprie qualifiche e il proprio corpo di appartenenza 24 ore su 24 e 365 giorni su 365 di avere il giusto riconoscimento per il servizio che svolge, anche passandolo in una forza diversa da questo circo dequalificante che è stata resa la Polizia Locale.

Un pensiero riguardo “Quel momento in cui si deve dire BASTA

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