Codice Penale · Giurisprudenza · Tecniche Operative

Lo speciale Armi Magazine sulla legittima difesa.

Mentre ero al supermercato a prendermi il pollo poi diventato parte integrante di un ottimo misto carne e verdure alla griglia, mi è capitata sotto l’occhio la ristampa – di febbraio ma ancora esposta e trovabile- di uno speciale di Armi Magazine dedicato alla legittima difesa: incuriosito, l’ho acquistato e mi sono trovato di fronte un prodotto completo, scritto in modo scorrevole, senza fronzoli di buonismo o scivolate nel fanatismo, ma anzi, con un crescendo di professionalità e fruibilità anche da parte di chi non è esperto del settore: 9.90 euro ben spesi da chiunque sia detentore di armi con le quali pensa di potersi un giorno difendere, ed un magazine da consultare in assoluta fiducia per chi decidesse un giorno di armarsi per la propria sicurezza, e di cui si consiglia la lettura anche a chi si dice contrario alla detenzione ed all’uso delle armi, per poter così affrontare il discorso in modo costruttivo e scevro di pannelli ideologici sia contrari che a favore.

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La copertina

Di legittima difesa parlammo anche agli albori di a me le guardie: viene trattata nell’articolo 52 del Codice Penale che stabilisce la possibilità di difendere se stessi o terzi da un pericolo attuale di un’offesa ingiusta, quando la difesa sia proporzionata all’offesa. Come anticipato in questa sede, viene specificato chiaramente che la proporzione è da vedersi al bene giuridico minacciato e non allo strumento utilizzato, sfatando il mito di dover trasformare la difesa da un attacco in una sorta di ordalia di medievale e romanzesca memoria: se qualcuno mi aggredisce con un piede di porco, non dovrò andare a cercare un attizzatoio o simile per difendermi, ma bene potrò farlo con un’arma.

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La scelta della Armi Colt è puramente di passione e non certo indicativa di una scelta efficace come strumento di difesa domestica.

Nella rivista vi è una puntuale descrizione dell’iter necessario per possedere un’arma ed un approfondimento sulle modalità di custodia domestica, altro argomento precedentemente trattato, anche qui sfatando nuovamente il mito dell’arma smontata in varie parti seminate per casa o chiusa in una matriosca di casseforti:  se l’arma viene tenuta per difesa è evidente che essa debba essere a portata di mano e pronta all’uso, e la diligenza nella custodia si limita ad una meticolosa cura nell’evitare che qualche incapace all’uso ci possa mettere le mani: vivendo solo, nulla di male a tenerla in un cassetto o appoggiata su un comodino, se ho qualcuno per casa, assolutamente da chiudere quantomeno in un luogo con serratura e di cui ho la chiave in tasca. Se mentre sono fuori mi sfondano la porta, distruggono la finestra, mettono a soqquadro la casa, forzano la serratura e me la rubano, non è una mia omessa custodia, ma una violenza sulle cose da parte dei ladri. 

Non manca la menzione degli spray al peperoncino, prodotto cui anche A me le Guardie ha dedicato un articolo a parte.

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La Jpx della piexon, pistola a due canne caricata a cartucce al peperoncino, al di là del prezzo (250 euro circa), rappresenta ad oggi la più efficace scelta per una difesa personale non letale ed è di libera vendita.

Molto spazio viene dedicato alla descrizione della differenza tra arma corta e lunga, tra i tipi di munizionamento ed in particolare tra pistole e revolver: dove le prime vengono elogiate per gli elevatissimi standard qualitativi raggiunti negli ultimi anni, per la capienza dei caricatori, l’alto livello di sicurezza e la varietà di modelli disponibili, non viene tuttavia nascosto che i revolver, a fronte di una minor quantità di colpi, mantengono tutt’oggi un’affidabilità, una versatilità ed una gamma di opzioni di caricamento che li rendono ancora una scelta appetibile per la difesa di una singola persona o la gestione di minacci di media- alta gravità, sperando non capiti mai di dover affrontare per la propria difesa domestica dei rapinatori armati di armi automatiche:  successe al benzinaio Stacchio, che rispose al fuoco degli AK di una banda che stava attaccando una gioielleria con un fucile a canna rigata e funzionamento a leva, abbattendo un criminale e mettendo in fuga gli altri. E’ stato  assolto da ogni accusa postuma. Anche le armi lunghe sono oggetto di approfondimento e una soluzione da valutare, sebbene personalmente non ho mai avuto occasione di utilizzarne o di formarmi per l’uso quali strumenti per un utilizzo diverso dal tiro ludico.

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In una storica scena de “Il Grinta” John Wayne ci ricorda un punto fondamentale della difesa con armi.

Molto spazio viene dedicato alle munizioni ed al comunemente detto “stopping power”, ovvero quella proprietà delle munizioni di, al di là del calibro o della carica, va a garantire che la minaccia attinta dal fuoco sia resa innocua, non per forza eliminandola definitivamente, ma levandole la possibilità di colpire a sua volta, rendendola inoffensiva: è un po’ il problema delle cartucce 9×19 (o x21 civili e delle polizie locali) di cui sono dotate le Forze dell’Ordine, pallottola potente e controllabile, capace di trapassare un essere umano, ma allo stesso tempo lasciandogli il tempo di reagire e sparare a sua volta prima di farlo eliminarlo. Una palla più lenta e perfino meno potente, come un classico .38 special WC, ha magari meno possibilità di dare un colpo “rapidamente” mortale, ma può riuscire a dare uno shock più forte all’aggressore: l’argomento, impossibile da trattare in queste poche righe, viene invece affrontato in modo approfondito nella rivista, e la lettura della parte dedicata potrà se non altro eliminare alcune leggende del settore, quali ad esempio l’affidabilità totale di un .357 magnum o l’inutilità di un 7.65.

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A parere di chi scrive un revolver con canna 4″ in calibro 38 special o una semiautomatica in .40S&W caricati con palle Black Mamba rappresentano il meglio per la difesa abitativa. Personalmente opterei per il revolver.

Riassumere in meno di mille parole 145 pagine di rivista non è facile e molti argomenti sono stati trattati in fretta, in maniera insufficientemente approfondita o direttamente saltati: non possiamo quindi che rinnovare il consiglio di acquistare lo special difesa abitativa di Armi Magazine e chiudere con lo stesso messaggio che viene più volte ripetuto: che si abbia un’arma per difesa o per diletto, che si scelga un fucile, una pistola o un revolver, che la si utilizzi privatamente o professionalmente possedere un’arma è una enorme responsabilità per la quale è necessaria una continua pratica ed una conoscenza tecnica, pratica e giuridica dello strumento ottenibile solo con un addestramento costante e un enorme rispetto della vita propria e degli altri, criminali compresi. 

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Possedere un’arma rappresenta una responsabilità cui si deve essere preparati non solo tecnicamente, ma anche mentalmente, e consapevoli delle conseguenze di un suo errato utilizzo, come sempre John Wayne ci insegna, messo alle strette da un magistrato.

 

 

 

 

 

 

 

 

3 pensieri riguardo “Lo speciale Armi Magazine sulla legittima difesa.

  1. mi complimento, per il tuo articolo, e credo che sarebbe spesso utile per gli operatori del settore acquistare più spesso riviste del genere e acculturarsi maggiormente, io che non sono psicopatico ma un semplice appassionato ed operatore, è dal lontano 1978 che leggo e colleziono le riviste del settore, magari su parecchie ci sono articoli visti e rivisti…ma spesso ci sono novità e notizie molto interessanti, e nello specifico dal 1980 ho sempre avuto dei revolver, oltre le semiauto, prediligo i revolver per alcuni motivi pratici, non devi mettere il colpo in canna, ha uno stopping power adeguato, quindi basta un colpo e un giudice non mi imputa l’intenzione di uccidere, ed ha sempre le molle a riposo..e altro fatto non da sottovalutare, se la punta in faccia a qualcuno vede le ogive …

    saluti.

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    1. Grazie dei complimenti. Concordo con la tua analisi… L’unico motivo per cui non prendo un revolver per la difesa abitativa è la seccatura a dover stare dietro una seconda arma avendo già l’ordinanza.

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