riflessioni

Meglio essere un maiale

Con l’avvicinarsi del fatidico prossimo 25 settembre mi ero ripromesso di scrivere un post, più politico che apolitico, in cui sviluppare un ragionamento che, pensavo, sarebbe andato a colpire una determinata parte politica che chi mi segue sa che aborro.

Ero sicuro che sarebbero arrivate promesse, mirabolanti sviluppi, patti col diavolo in cambio, per citare V x Vendetta, del nostro silenzioso ed obbediente consenso.

Un consenso che, quando si parla di Guardie, è pericolo e difficile sia a livello morale che professionale: al di là delle idee di ognuno, infatti, è normale che tutti tendiamo ad un riconoscimento sociale, politico, culturale e perché no anche economico del nostro ruolo nella società, ma questa naturale tendenza rischia di andare a cozzare contro il prezzo che potrebbe avere il nostro soddisfacimento.

Mi spiego meglio: se il fio per essere considerati “polizia” fosse dover applicare nuove leggi razziali, o davvero andare casa per casa dei cittadini a controllare che tengano il riscaldamento a zero, vivano immersi nei piumoni e si lavino in cinque minuti, o separare coppie di fatto perché di genere scomodo al governo, o rastrellare disgraziati colpevoli solo di essere poveri e nati al di fuori dell’Italia, ci piacerebbe?

Se il potere ci chiedesse di essere ciechi a norme ingiuste, saremmo disposti a mettere gli occhiali da sole tra noi e la popolazione per uno sdi? Per la pistola in tutto il territorio? Per un taser? Per la pensione anticipata?

Un’iconica scena del film “Porco Rosso”

Io mi auguro che la risposta di tutti noi sia NO e che ognuno abbia un limite a quello che sarebbe disposto a fare per ottenere “la riforma”: non vi nascondo che la scorsa campagna elettorale (quella che ci ha regalato il parlamento in scadenza), vedendo le scelte di alcuni sindacati ed associazioni di avvicinarsi pericolosamente non tanto ad una parte politica quanto ad un determinato partito se non direttamente una persona, ho avuto paura che avremmo accettato qualsiasi cosa pur di avere l’equiparazione totale alle forze Statali e non nascondo che l‘ho temuto anche quando la parte avversa ci ha chiesto di domandare ai cittadini di giustificare il loro essere per strada o di entrare nelle case a contare i commensali.

Pericolo rientrato da ambo le parti, devo ammettere: una ha semplicemente tradito ogni promessa, l’altra ci ha bellamente ignorati nonostante si abbia accettato di prenderci lo stigma della polizia delle libertà mentre gli altri spesso mettevano dei paletti a quello che erano disposti a fare con la solita scusa del “noi dobbiamo occuparci prioritariamente della Pubblica Sicurezza”, senza contare che fortunatamente è stato messo estremo buon senso da parte della maggior parte degli operatori di Polizia nell’applicare normative francamente inaccettabili e sulle quali mi sono espresso con forza negli anni recenti.

Per queste elezioni un collega ha avuto l’ottima idea di riassumere un uno schema non solo le promesse elettorali dei vari schieramenti, ma anche le proposte fatte dai singoli partiti nel corso della legislatura appena trascorsa. Questo lavoro, già pubblicato sulla pagina facebook, lo riporto di seguito.

Lo schema allestito da un collega dopo una richiesta diretta anche da parte mia

Appare evidente come, rispetto le promesse e le proposte viste durante la legislatura – da notare come talune di queste sarebbero da mescolare tra loro, cosa che peraltro feci quando giocai a creare la “riforma secondo a me le guardie” ci sia molta più prudenza a parlare di noi Guardie Cittadine: i partiti ci nominano appena, accennano, a volte ignorano del tutto, eppure a suo tempo erano arrivati a stillare un documento di riforma definitivo approvato da tutte le parti politiche che, come sappiamo, è stato poi modificato magicamente dopo il passaggio – in teoria prettamente informativo – presso il Ministero dell’Interno diventando il peggior insulto alla categoria degli ultimi 35 anni . Sarà un caso, ma vedendo come le prospettive, pur dopo la presentazione di emendamenti che in linea meramente teorica riuscivano a salvare la situazione, sono state ridotte tanto da passare da super promesse elettorali a meri accenni nei programmi senza mai un passaggio “live” o la citazione diretta di qualche leader, viene da pensare che il messaggio del Ministero sia stato recepito in pieno da tutte le forze politiche.

In sostanza, la mia paura che per avere una riforma la maggior parte di noi avrebbe venduto l’anima va a scontrarsi con la realtà evidente che non vi è nulla che la varrebbe e che la scelta politica è stata semplicemente quella di non considerare i 60mila voti delle Guardie Cittadine come influenti al risultato elettorale: gli interessi che ci remano contro, al contrario, di voti ne muovono davvero tanti, oltre ad avere un peso politico diretto non indifferente (e non parlo solo del Viminale, ma anche di ANCI e sindacati sia di amministrativi quanto di altre divise).

Ognuno di noi voti in coscienza e consapevole che nessuno intende fare qualcosa per la categoria: io, ovviamente, resto fedele al senso della citazione che da il titolo all’articolo, continuando a sostenere che, “piuttosto che diventare fascista, meglio essere un maiale”: almeno nessuno potrà rinfacciarmi che godrò comunque di eventuali miglioramenti per la categoria.

Se nei prossimi cinque anni arrivassero il COPE – non pretendo un accesso generalizzato ai vari livelli SdI, ma le basi SI – la qualifica di PS ed il relativo porto d’arma riconosciuto a livello nazionale, giuro, mi accontenterei e spero siano cambiamenti che risulteranno obbligati dalle circostanze sociali piuttosto che dalla volontà politica. Si tratta di piccolezze, certo, ma piccolezze che ridarebbero alla categoria quel minimo di dignità necessaria a rialzare la testa e tornare ad unirsi, perché, diciamocelo, una situazione di scoramento e disillusione come quella attuale penso non la ricordi nessuno: ripartiamo quindi dalle basi, dignità per ottenere professionalità e quindi riconoscimento, e, se anche questa volta “perdiamo il treno” accettiamo una volta per tutte che il sistema italiano non ci vuole poliziotti e che l’anomalia sia girare con una pistola pur essendo in sostanza dei meri ausiliari piuttosto che svolgere prioritariamente funzioni ausiliarie avendo piene qualifiche e strumenti di polizia, decidendo – noi che sappiamo di essere poliziotti -di conseguenza se arrenderci e lasciare questa divisa.

Uno dei primi meme delle pagina, oggi più realistico di quando è stato postato la prima volta

Un’altra categoria, invece, a noi molto vicina, ha deciso di fare quell’errore originario e affidare ad uno schieramento – e, di nuovo, una sola persona – il suo futuro: il mio monito è che la cieca obbedienza e fiducia ad un singolo partito è incompatibile con l’avere qualsivoglia potere pubblico.

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