Il 2022 è iniziato, spero vivamente che ci porti innanzitutto via i servizi e le restrizioni legate al Covid – sulla situazione Ucraina sappiate che non ho né le conoscenze né l’intenzione per parlarne, almeno per ora – che chi segue il blog e la pagina facebook sa quanto mi pesino e come considero. Proprio legato al covid però è il primo fatto che oggi voglio commentare: nella conversione in legge dell’ultimo decreto, il Governo, su spinta del Ministero dell’Interno, ha creato un fondo destinato ad un risarcimento di 25mila euro per i famigliari degli appartenenti alle Forze di Polizia dello Stato e dei Vigili del Fuoco deceduti in seguito alle complicanze dovute al contagio da covid durante l’espletamento del servizio di istituto. Premesso che non sono molto sicuro che un indennizzo pari a circa un anno di stipendio possa davvero anche solo ipoteticamente sostituire una persona cara scomparsa, inizialmente da questo benefit è stata esclusa la Polizia Locale, che pure conta almeno 31 vittime legate alla malattia che tanto ci ha segnati in questi anni.
L’ennesimo schiaffo alla categoria ha portato ad una risposta abbastanza decisa e netta dei colleghi stessi quanto delle varie associazioni e sindacati, che tramite le proprie pagine social, comunicati ed articoli sulla stampa hanno espresso l’indignazione più che doverosa ad una vergogna senza precedenti e che sarebbe pure peggio se si trattasse di una dimenticanza piuttosto che di una precisa volontà esclusoria.
Beh, il SulPL, sindacato che come chi mi legge sa bene non risparmio dalle critiche ma cui ho sempre riconosciuto la coerenza nel chiedere e pretendere un certo tipo di riforma della nostra figura, ha pubblicato l’inserimento e l’approvazione di un emendamento che in extremis ha impegnato il governo ad estendere anche alle Guardie Cittadine l’istituto, emendamento che non ho alcuna difficoltà a credere che sia stato proposto ed inserito su spinta dello stesso SulPl grazie ai contatti diretti con gli onorevoli firmatari. Direi che il merito non possa essere negato e soprattutto sono felice di vedere un risultato in mezzo a tanti lamenti, si perché, come ho scritto proprio oggi in risposta su una pagina social, ormai passiamo solo dall’autoesaltazione per qualche bell’attività alla tragedia greca per come siamo maltrattati: vedere che ogni tanto si ottiene anche qualcosa, non è male.

Nel mentre, invece, la discussione sulla pseudo riforma sembra essersi fermata, un successo oserei dire quasi personale arriva dalla manifestazione dell’Associazione Guardie Riunite d’Italia – AGRI -, fondata e portata avanti da Massimo Raffi, collega della Vigilanza Privata che da anni porta avanti una battaglia pari alla nostra cercando di ottenere i giusti e doverosi riconoscimenti per la categoria delle Guardie Giurate.
Oggi AGRI ha manifestato a Roma ed ha ottenuto un incontro con l’onorevole Gianni Tonelli – con cui, dopo alcuni punti di incontro e di solidarietà nel passato, si è un po’ aperta una discreta frattura non solo con a Me le Guardie, ma con tutta la Polizia Locale – cui Massimo Raffi, durante un lungo colloquio, ha consegnato la versione modificata del testo di legge di riforma della Polizia Locale così come è stata riscritta da A me le Guardie: un gesto simbolico, sicuramente, anche considerando che medesimi documenti di modifica sono arrivati da parte di pressappoco qualsiasi associazione e sindacato, ma che non può che farmi piacere e del quale non posso che ringraziare Massimo per avermi contattato proponendo di portare il documento all’attenzione della politica e con lui tutta l’associazione AGRI ed i colleghi della vigilanza privata.

In particolare mi è piaciuta molto l’idea di voler unire gli sforzi di tutti gli operatori di polizia e di vigilanza, di tutte le Guardie, insomma, per la creazione di una serie di modifiche a tutto l’apparato di sicurezza&soccorso del paese e soprattutto l’idea di passare oltre incomprensioni, discussioni e divergenze passate per cercare di creare qualcosa di nuovo assieme, ovvero una “nuova” 121 che dia a tutti, non solo le Guardie – pubbliche, statali, locali o private che siano – ma anche ai colleghi del Soccorso Sanitario e dei Vigili del Fuoco un unico testo di riferimento, un sogno, certo, quello del Testo Unico della Sicurezza e del Soccorso.
Un’idea ed un sogno che ci fanno sperare che, pur restando ovviamente ognuno nelle sue posizioni, si riesca ad avere una unità di idee professionali – e non sindacali, politiche, opinionistiche, di comodo – su come il nostro lavoro, Guardie di ogni genere e dipendenza, debba essere affrontato, rispettato e tutelato, in primis dagli appartenenti e dagli amministratori, siano essi statali, locali o privati.
Un primo passo verso un mondo più vasto? Forse.
Una parentesi che sparirà da sè? Possibile.
Un sogno da cui ci risveglieremo prima o poi? Probabile.
Ma intanto ci stiamo provando, che è sempre meglio che mettersi a fare un pianto greco con tanto di cilicio e coro disperato a seguito.
Oggi, grazie al SulPl e ad AGRI le belle notizie sono due, e non è poco.