riflessioni

TRA UNA DANZA, UNA RICORRENZA, LE RESTRIZIONI ED UNA SPADA CHE FISCHIA E NON DELUDE MAI

Ieri, dopo quasi due anni, ho visto gente ballare in una piazza.Lo dico perché ho letto che al Redentore di Venezia, festa che per ironia della sorte è stata istituita per esorcizzare la paura al termine di una pestilenza nel XVI secolo, sarà vietato danzare. Così come lo è, di fatto, per legge statale.

Non posso fare a meno di chiedermi, dopo 18 mesi così, esattamente come dopo due, fin dove vogliamo arrivare nel distruggere la vita per paura della morte, che fino al 2019 si diceva essere quel destino certo che alla vita dava un senso.Come dissi ad una coppietta ormai a primavera 2020, che mi chiedeva se potevano darsi un bacio, ‘non esisterà mai ordinanza, legge, situazione, regime o potere che mi convincerà che un bacio possa essere illegale’.

Non sto nemmeno a perdere tempo a spiegare i significati filosofici e antropologici di danza e amore – però il fatto che durante una pestilenza si dipingessero mentre danzavano (nel XIV secolo, quando si moriva 1 su 3) e che qualsiasi momento storico abbia ballate ad esso dedicate dovrebbe suggerire qualcosa – ma continuo a sostenere che debbano esserci limiti a quello che un governo possa imporre al popolo, indipendentemente dalle cause delle imposizioni.Ritengo inoltre che sarebbe ora, forti di vaccini e del tempo avuto per trovare cure ed allestire posti in terapia – perché è stato fatto, vero? Non si è pensato solo a chiudere, vero? – di smettere di caricare le Guardie delle conseguenze di quello che rimane un problema – emergenza mi rifiuto ormai di dirlo – sanitario, trattato dal primo momento come fosse di ordine pubblico.

Ah, sia chiaro, io mi rifiuto di dire ‘patente, libretto e green pass’,sebbene sia stato quello che più di tutti ha discusso e anche litigato con colleghi e conoscenti per spingere alla vaccinazione.

Volevo scrivere questo intervento ieri, anniversario di quella volta che le Guardie Cittadine si sono schierate col popolo contro un sistema oppressivo e tirannico, abbattendo a cannonate una prigione.

Tutte metafore che vedo importanti oggi.

Ah, era anche l’anniversario della morte di Lady Oscar, serie che, assieme a Capitan Harlock, è forse il momento di rivedere.

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