riflessioni

Cani da Guardia di Natale

L’Italia ha sempre avuto un enorme problema con le sue Polizie – tutte: l’incapacità di evolvere la figura del poliziotto da quella dello sbirro. In Italia la Guardia è sempre stata nell’immaginario popolare qualcosa di negativo ed in quello politico uno strumento privo di volontà e di cui non fidarsi. Guardate qual’ è anche oggi l’impostazione della legge, dalla 689/81 fino al Codice della Strada: l’agente accertatore, lo sbirro, accerta una violazione e redige il verbale. Non è contemplato che ragioni sui presupposti o sulle circostanze del fatto: sarà eventualmente il cittadino a dover fare ricorso ed un giudice a dire se la violazione era o meno giustificabile. La guardia, lo sbirro, non ha facoltà di decidere: in linea teorica, se uno passa la linea bianca per far passare un’ambulanza in sirena durante un semaforo rosso, va sanzionato, e poi sarà il giudice a stabilire se era necessario o meno si spostasse. D’altro canto lo sbirro, la Guardia, non ha nemmeno possibilità di ricevere denaro: non ci possiamo fidare di uno sbirro, la sanzione va pagata altrove – salvo che a commetterla sia uno straniero, in quel caso, preferiamo fidarci perfino della Guardia – perché lo sbirro non è affidabile. Ce lo dice Dumas, dai tempi di Robin Hood. Così dice l’impostazione intellettuale borghese dell’800 su cui si sono fondati i Savoia nel redigere i principi del diritto italiano.

Lo storico logo per non dimenticare chi siamo, cosa siamo, perché e per chi lo siamo.

Ed è chiaro che una impostazione simile ha da sempre privato la Guardia della sua autorevolezza. Cos’è l’autorevolezza? E’ quel sentimento di fiducia che mi porta a dare credito ad una cosa se detta da chi ritengo, appunto, autorevole. E in Italia, le Guardie, non sono autorevoli. Veniamo ad oggi: siamo in una pandemia gestita come se fosse un problema di ordine pubblico, con cittadini trattati da bambini idioti sorvegliati da sbirri di cui lo Stato, come sempre, non ha fiducia, infatti ritiene necessario fare uscire ogni 5 giorni circolari contradditorio per spiegarci come applicare norme ancor più contradditorie delle circolari. Così vediamo aberrazioni giuridiche ed umane come senzatetto sanzionati perché fuori dal domicilio o poveracci in fila alla caritas multati perché creano assembramento, esattamente come vediamo aprire i negozi per demonizzare chi ci va ed allo stesso tempo sanzionare chi è da solo in auto che va a trovare qualcuno.

Si è messa la “multa” sopra agli ordini di autorità, la famosa autorevolezza che ci hanno strappato, rendendo sostanzialmente la pandemia un problema di chi ha soldi da permettersi per le sanzioni e chi no. Non si è mai pensato di dire “la polizia si organizzi per dare indicazioni e farle rispettare”, a costo di mettere agenti a fare viabilità pedonale per sei ore: più facile compilare un bollettario. Non si è pensato a una pattuglia fissa a ordinare dall’alto di quel che la sua divisa rappresenta, no, la legge dice colpire, e lo sbirro deve colpire: fortuna che il buon senso di molti di noi fa altro, mentre la legge dice di temerci perché dobbiamo sanzionare e non di rispettarci perché con le nostre indicazioni siamo portavoce dello Stato.

Ripartiamo dall’essere autorevoli senza essere ringhianti, ritorniamo ad ispirare rispetto con il carisma e non con la fermezza!

D’altro canto, a giudicare da quello che pubblicano i giornali, lo Stato non chiede portavoce, chiede esecutori di sanzioni, chiede festività blindate, dove chiunque oserà muoversi dovrà essere passato al pettine fitto e sanzionato. E sapete che vuol dire quando lo Stato “chiede sanzioni”? Vuol dire che, se non ve ne saranno, un burocrate chiederà giustificazioni a qualcuno con le torri sulle spalle, che a sua volte le chiederà a quello con le stelle e a scendere fino a chi sulla spalla ha al massimo il fischietto, per noi nostalgici che ancora lo usiamo. Non verrà chiesto se il comportamento degli ufficiali di pace – per questo ci chiamiamo “Officer” in inglese, lo sapevate? – sarà stato attento, se ci sarà stata cura di portare la gente, a costo di parlare uno a uno, al rispetto di distanze o altre norme fondamentali, non sarà valutato se l’operatore, come suo dovere morale in questa situazione, si è fatto il mazzo per tutto il turno ed oltre nel garantire un minimo di sicurezza alle persone, no, verrà chiesto quante righe ha scritto. Peggio, gli sarà chiesto di relazionare non per quel che è stato fatto, ma per quel che NON è stato fatto, nella presunzione, tipica di questo Stato che odia le sue Guardie, che vi siano state omissione, disinteresse e lassismo.

Perché, ricordatelo, sarà sempre colpa di quello che sulla spalla ha il fischietto, mai di quello con le torri.

Come stupirci, allora, di leggere di un carabiniere di 21 anni che si toglie la vita? Cosa vedere, oltre al dolore, in un ufficiale di Polizia Locale che si spara a 30 anni nello spogliatoio del Comando? Cosa ci dicono quelle decine di colleghi che ogni anno pongono fine alla loro vita ed i vari quadri dirigenziali sono sempre pronti a mettere le mani avanti ipotizzando scompensi personali o famigliari? Cosa possiamo fare noi che siamo ancora qui per rispettare tutti coloro che se ne sono andati perché oberati dalle incertezze, dal disinteresse, dal disprezzo di chi dovrebbe guidarci ed invece si limita ad usarci come marionette?!

Quando ci saremo stufati di tutto questo? Quando torneremo ad essere le Guardie che tutelano la cittadinanza invece di limitarsi alla sterile applicazione di norme create da gente che proprio da come tali norme sono scritte ci fa capire essere del tutto ignara della realtà? Perché ricordiamoci che chi ha sanzionato gli affamati, chi ha multato chi si faceva un caffè in pancina, chi ha fatto costare 400 euro un bacio ad una coppia NON HA INVENTANTO NIENTE! Ha applicato oscenità scritte da altri che sapevano che dopo decenni di trattamento da sbirri noi non avremo più avuto l’orgoglio di essere guardie e ci saremmo trasformati in cani!

Cerchiamo di essere migliori di quello in cui vogliono trasformarci

Cosa aspettiamo a riconquistare l’orgoglio di noi? Cosa aspettiamo a riprendere la fiducia dei cittadini dimostrando che ci siamo e che siamo con loro? Dove abbiamo messo l’autorità con cui i nostri predecessori in giacca, cravatta e autorevolezza gestivano folle?! Quando la nostra immagine non sarà di poveri esecutori chini sulla cappelliera di un’auto a fare un verbale, ma di carismatici agenti che in piedi dicono alle persone come fare per vivere nonostante quello che sta accadendo e come rispettare le norme? Quando riacquisteremo l’orgoglio di dire “Faccia così perché lo dico io e non perché altrimenti c’è la multa”?! Quando ci spoglieremo di quella immagine da impiegati che da 20 anni stanno tentando di appiccicare anche a tutte le nostre divise? Non è la legge a darci l’autorità ma la nostra professionalità.

QUANDO SAREMO GUARDIE CITTADINE E NON CANI DA GUARDIA?

Quello che sta succedendo richiede che noi Guardie si sia disposte a fare e dare più di quanto ci viene normalmente richiesto: è un dovere morale nei confronti di chi ha perso parenti, di chi è chiuso da mesi, di chi ha dovuto rinunciare a buona parte di quelle che sono – non erano, sono – le libertà attorno cui abbiamo voluto creare il nostro sistema di vita. Dobbiamo essere migliori di quanto siamo sempre stati. Cominciamo ad esserlo non accettando una miseria di indennità e straordinari, rifuggiamo chi vorrebbe trasformare il nostro ruolo in cacciatori di cittadini in cambio di 30 denari di aumento al mese: urliamo a questa politica che quei soldi devono andare nella gestione degli ospedali e nel loro adeguamento, non nel convincere le Guardie ad essere controllori di cittadini.

La nostra dignità, la nostra autorevolezza, la nostra professionalità valgono molto più di qualsiasi elemosina vorranno darci.

Oggi mi sento un po’ rivoluzionario…

2 pensieri riguardo “Cani da Guardia di Natale

  1. Carissimo collega condivido tutto. Grazie per avere esposto ciò che sento nell’animo e che le parole non riuscivano ad esprimere .
    Una sola osservazione, che avrei voluto accompagnare da una foto, quando scrivi:
    “…Perché, ricordatelo, sarà sempre colpa di quello che sulla spalla ha il fischietto, mai di quello con le torri…”
    Io non condivido del tutto perché le “torri” sono poche in Italia; molte più sono le “stellette” e queste spesso fanno il servizio da coordinatore/comandate e poi escono a fare servizi scuola o sanzioni per divisti di sosta o …. spalano detriti da una strada (ecco la foto che volevo mandarti: me stesso con pala che tolgo detriti da una strada il mese scorso).
    Troppo spesso vedo dipingere sui gruppi social di PL che chi ha stellette – o meglio la P.O. – ama solo l’indennità di P.O. e per il resto sono nulla facenti … ma non è sempre così.
    P.S.
    (io potrei portare una torre ma … mi vergono: siamo in 6 e quale torre dovrei avere sulle spalle? Ho visto torri con 50 uomini ma ho visto anche torri con un solo operatore …. grazie, no restiamo seri)

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    1. Purtroppo in questo periodo ho una forte idiosincrasia coi graduati e la frecciata, dopo mesi di indicazioni contraddittorie, litigate interne, delusioni e frustrazioni, fino a tentativi di sminuire oggettive problematiche e difficoltà delle persone… Beh la frecciata è uscita da sola.

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