Per far capire meglio il caso cui sto per dare notizia, giuntomi tramite colleghi coinvolti non in modo personale, ma testimoni a quanto leggeremo, è necessario fare un piccolo excursus sullo stato delle assunzioni in Polizia Locale e soprattutto su quella vergogna da me sempre osteggiata che è il “precariato di polizia”.
Non si ferma ed anzi continua, spinto prima dai decreti del precedente governo ed oggi facilitato dalle necessità straordinarie legate alla gestione della pandemia in corso, lo sfruttamento dei precari all’interno dei ranghi delle Guardie Cittadine: agenti assunti con contratti di pochi mesi, a volte settimane, male equipaggiati, spesso vestiti con una pettorina, mal formati, quasi sempre privi di strumenti di difesa e sovente gettati in mezzo la strada senza una vera preparazione a coprire servizi per i quali sarebbe più che sufficiente un ausiliario del traffico, ma venduti all’opinione pubblica come poliziotti. E’ il classico caso degli stagionali estivi o invernali.

Ma esiste anche il precariato infinito, di anni – alcuni comuni sono arrivati a tenere per più di un lustro alcuni agenti con contratto a tempo – di coloro che, formati ed equipaggiati come i colleghi di ruolo, vedono nel loro contratto temporaneo l’impedimento ad una carriera vera e propria: inseriti nei turni notturni, nei servizi di pronto intervento, armati ed impegnati in operazioni di polizia giudiziaria, sono però legati al filo doppio all’amministrazione di appartenenza, pregiudicati dal far domanda ad un reparto loro congeniale, impossibilitati ad avanzamenti di livello o a specializzazioni particolari: precari, appunto, tanto contrattualmente quanto professionalmente, sospesi nel limbo di un periodo di prova eterno con la spada di Damocle della mancata rafferma alla scadenza del contratto. Una spada, questa, che rende i precari ancor più ricattabili e deboli rispetto la già marcata sudditanza che le Guardie Cittadine hanno verso amministratori, politici e dirigenti dell’Ente Locale.
Per quanto riguarda le assunzioni – di ruolo o precarie che siano – sappiamo tutti che si accede per concorso pubblico, un concorso che, normalmente, viene bandito dal singolo ente ed a seguito del quale viene stillata una graduatoria di merito della durata biennale – prima era di tre – che il Comune può nuovamente scorrere per coprire eventuali posti liberatisi durante questo periodo.

Tradotto: il comune Y mette a bando 3 posti per agenti di Polizia Locale e, al termine della procedura, stilla una graduatoria con 9 persone. I primi tre vengono assunti come vincitori. Mesi dopo, sono necessarie altre due assunzioni: il comune scorre la graduatoria ed assume il 4th e il 5th, e via così fino ad esaurimento dei nomi o allo scadere dei due anni di validità.
Le graduatorie, quando per lo stesso profilo, possono essere chieste e cedute ad altri comuni, permettendo quindi a più enti di assumere dalla medesima procedura concorsuale. Alcune regioni hanno optato direttamente- ed intelligentemente – per concorsoni a livello regionale con graduatorie ampie da cui possono attingere tutti i municipi interessati.
La normativa più recente permette addirittura di assumere per “manifestazione di interesse”: un comune può pubblicare un minibando in cui sostanzialmente dice agli idonei non vincitori di altri concorsi “qui c’è posto, ditemi da dove possiamo attingere per assumervi” e, in genere dopo un colloquio conoscitivo, procede a chiedere all’ente ove è idoneo il candidato l’utilizzo della graduatoria. Teoricamente quindi io posso vivere in un posto, fare un concorso in un altro, e poi, se in un terzo emanano una manifestazione di interesse, venire assunto da quest’ultimo a seguito richiesta della graduatoria ove sono piazzato in prima posizione utile all’assunzione: in prima posizione perchè, ovviamente, la richiesta non viene fatta per nome, ma per tutta la graduatoria, quindi, se sono, esempio, 4th idoneo utile, il comune cui la graduatoria viene ceduta deve ovviamente sentire prima gli altri tre.
E’ un casino? SI: in sette anni ho provato praticamente tutto questo, tranne l’assurdità della manifestazione di interesse e i concorsoni regionali, essendo per fortuna di ruolo ormai da un po’.

Tutto questo excursus serve ad introdurre un caso assurdo che mi è stato appunto di recente segnalato e che per ovvio rispetto della privacy di tutti i coinvolti andrò a trattare per sommi capi,ma spero in modo abbastanza chiaro da sottolineare l’assurdità vergognosa di questo sistema di assunzioni che si basa per un terzo sulle procedure concorsuali, un altro sull’eventuale iniziativa dell’idoneo a mandare essenzialmente “curricoli di graduatorie” ed infine sulla discrezione degli enti che ricevono candidature o richieste di cessione graduatoria.
L’anno scorso, in un comune italiano, a seguito alla grave carenza di personale l’Amministrazione comunale decide di utilizzare i fondi per assunzione a tempo determinato di agenti di polizia locale attingendo dalle graduatorie valide dei comuni vicini.
Alcuni assunti successivamente decidono di lasciare il posto di lavoro presso il Corpo di Polizia poiché chiamati da altre amministrazioni in cui risultavano anche lì idonei.
Restano in servizio alcuni agenti a tempo determinato – che non si sono mai tirati indietro anche lavorando in orario notturno e disarmati – ottenendo così 2 proroghe con le quali si stabilisce il termine del rapporto lavorativo all’estate 2020.
In questo periodo la stessa amministrazione decide di assumere 10 agenti a contratto a tempo indeterminato e part-time (anche qui stenderei un velo pietoso) mediante scorrimento di una graduatoria che aveva utilizzato per le assunzioni a tempo determinato.
Tra gli idonei collocati in posizione utile allo scorrimento risulta esserci uno di quei colleghi che già svolge identica attività lavorativa presso lo stesso Corpo, ma una Commissione composta da dirigenti ad interim con nomina temporanea ed un comandante di un comune vicino conclude per mezzo di un colloquio conoscitivo-motivazionale che l’agente già in servizio da un anno non è idoneo all’inserimento nel Corpo di Polizia Municipale per assolvere le funzioni a tempo indeterminato. Come ci siano arrivato, preferisco non saperlo: posso immaginare che il collega sia di origine diversa da questo comune e si tema una richiesta di mobilità a breve.
Oltre il danno la beffa: successivamente all’esclusione, lo stesso collega congiuntamente agli altri, si vede destinatario di una ulteriore proroga del contratto a tempo determinato fino a 2021 inoltrato.

Ora, ci rendiamo conto dello strapotere allucinante che hanno gli amministratori ed i dirigenti comunali, magari pro tempore o del tutto esterni al ruolo delle Guardie Cittadine, sulle nostre vite professionale e di conseguenza personali? Ci rendiamo conto che questo guazzabuglio normativo, già grave se si pensa attuato anche a figure come assistenti sociali ed insegnanti, è del tutto incompatibile con le qualifiche di Polizia Giudiziaria e Pubblica Sicurezza cui sono investiti gli appartenenti al Corpo di Polizia?
Quanti, dei numerosi testi di riforma che giacciono a prendere polvere in Parlamento, risolvono anche questi problemi essenziali della categoria, questi peccati originari che ci rilegano ad essere ostracizzati e sottostimati rispetto le Forze statali? Quando pretenderemo il rispetto della dignità che ci spetta o il ritiro di qualifiche di polizia del tutto incompatibili col sistema di assunzione e formazione? Quando pretenderemo di essere rispettati e riconosciuti, al di là di questioni meramente economiche e provvidenziali che tengono tanto banco nei post piagnucolosi di tanti sindacalisti mentre la base dei lavoratori è tanto se ha modo di essere assunta in maniera cristallina?
Quando finiremo di essere drappi nelle mani di incapaci sbandieratori e burattini manovrati da pupari monchi?!
