Calusco d’Adda, Nembro, Bagnatica: sono alcuni tra i comuni più martoriati dal Corona Virus. Sono piccoli paesi controllati da poche Guardie Cittadine che 24 ore al giorno, in turnazioni allucinanti e perennemente esposte al rischio di contagio. Non solo controlli, non solo repressione, ma anche tanta solidarietà, aiuti, momenti che fanno la differenza tra la vita e la morte. Tra andare avanti e nuovi lutti.
La Storia di Guardie di oggi arriva da quelle zone, da quei colleghi, catapultati da agenti di provincia ad immagini dello sforzo enorme messo in campo dalle Polizie Locali durante questa pandemia. Non si tratta solo di assicurare il rispetto delle norme, ma anche di garantire a chi è solo l’approvvigionamento del minimo indispensabile per vivere, di assicurarsi che chi è rimasto isolato stia bene in questa mostruosa clausura che il virus ci ha imposto.
Nei giorni cuore di tutto questo, con i contagi in salita e le vittime ormai contate a centinaia ogni giorno, alle Guardie Cittadine di Calusco d’Adda giunge una chiamata dalla protezione civile: sembra che una coppia di anziani ultra ottantenni, isolata in una casa singola, non abbia ritirato il pasto del giorno precedente, che infatti giace ancora sulla strada.
Immediatamente il Comandante richiamava l’attenzione dei due Agenti in servizio, saliti in macchina i tre si portavano sirene spiegate sul posto, nel tragitto tramite telefonate ai servizi sociali e all’anagrafe comunale si risaliva alla storia dei due coniugi anziani i quali vivevano soli ed erano seguiti unicamente dai servizi di assistenza messi in campo dal Comune. (da annotazione del Comando)
Il pericolo è serio ed il timore è trovarsi di fronte due corpi: gli agenti si proteggono con quello che hanno, guanti e mascherine, arrivano alla porta dell’appartamento, chiusa, così come le finestre, le tapparelle impediscono di vedere l’interno, da dove non arriva alcuna risposta.
Viene sfondata, a spallate, la porta di ingresso
Avevamo le body cam attive, l’aria era irrespirabile per il tanfo, da dietro un
muretto dell’angolo cucina a terra abbiamo visto spuntare due gambe, “chiama l’ambulanza, chiama l’ambulanza!” ho detto al collega mentre mi chinavo sull’uomo, in stato di semi incoscienza e con una vistosa ferita alla testa (testimonianza di un operatore)

La moglie viene trovata in camera da letto, distesa su un letto ortopedico da degenza accanto ad un vecchio matrimoniale, avvolta in un drappo di coperte, incapace di camminare e visibilmente disidratata: da due giorni era bloccata dalle sponde del letto, impossibilitata ad aiutare il marito caduto a terra o a raggiungere il telefono e chiamare soccorsi.
Il più a rischio era il marito, immobile a terra: respirava e parlava a fatica, temevamo potesse andare in arresto cardiaco da un momento all’altro, tanto che avevamo scaricato dall’autoradio il defibrillatore di servizio e lo avevamo approntato accanto all’uomo, di cui abbiamo monitorato battito e parametri fino l’arrivo dei colleghi del soccorso.
L’uomo è stato portato di urgenza in ospedale, mentre la donna è stata affidata alle figlie, giunte sul posto avvisate dagli agenti.
Gli esami hanno evidenziato come l’anziano fosse positivo al coronavirus: per questo il comandante ed i due agenti intervenuti si trovano ancora in quarantena preventiva: non risultano avere sintomi particolari.
Con i colleghi del soccorso c’è stato appena il tempo di un veloce saluto ed incoraggiamento reciproco per il servizio in questi tremendi momenti.
Sono questi gli interventi, assieme alle decine che quotidianamente vediamo sulle pagine dei giornali online, a dirci quanto siamo importanti e non sappiamo di esserlo, siamo grandi e dobbiamo esserne convinti, e al diavolo i franchi tiratori, esterni ed interni.
C’è chi ha i corpi speciali…noi SIAMO speciali. Siamo le Guardie Cittadine.
