Prima di pubblicare un articolo sul nascituro – personalmente mi aspetto nasca morto – governo M5Stelle più Partito Democratico è doveroso ripassare un minimo di Diritto Costituzionale: le ultime elezioni del marzo 2018 ci hanno dato uno spaccato politico alquanto complicato – soprattutto con l’attuale sistema elettorale – che vede il Movimento 5 Stelle avere – vado a memoria – il 32% dei consensi, seguito – in realtà raggiunto – come coalizione dalla destra, che somma il 17% della lega al 14% di Forza Italia ed al 4% di Fratelli d’Italia mentre come singolo partito il PD con il suo 18%. Seguono vari partitelli di centro e di sinistra che si attestano attorno il 4%.
La Legislatura basata sui risultati delle elezioni – il cui costo è qualcosa come 400 milioni di euro – dura 5 anni e Legislatura NON è sinonimo di Governo. Non basta una crisi di governo per andare ad elezioni: in circa 70 anni ci sono state 18 legislature e 64 governi.
Ricordiamo che “il popolo” NON nomina il Governo né il Presidente della Repubblica. Il Popolo elegge un Parlamento che proporrà al Presidente un Esecutivo (oltre ad eleggere il Presidente stesso) che può essere guidato pure da gente mai entrata in politica prima del giorno in cui viene fatto il suo nome al Colle: tipo Conte, per capirci.
L’Italia è una repubblica parlamentare e non presidenziale: il “popolo” esercita la sovranità, certo, ma “nelle forme e nei limiti della Costituzione”, seconda riga dell’attuale abusatissima citazione del primo articolo della Costituzione. I Governi nascono quindi da una maggioranza parlamentare che abbia almeno il 50%+1 dei consensi che può essere formata tra forze politiche diverse, anche opposte al momento delle elezioni: tipo Mov5Stelle e Lega che per formare il passato esecutivo ha lasciato all’opposizione quelli che fino la settimana prima erano i suoi alleati.
Se andare o meno ad elezioni lo decide il Presidente della Repubblica sentiti i pareri dei Presidenti di Camera e Senato verificata l’impossibilità di ottenere una maggioranza in Parlamento, cosa che sarebbe successa se PD e 5 Stelle non avessero fatto un’alleanza in extremis che era loro pieno diritto fare (esattamente come lo era della Lega). La decisione del Presidente non si basa su sondaggi e pagine facebook vicine questa o quella corrente politica.

Sperando che siate tutti arrivati alla fine del ripasso costituzionale, premetto che un Esecutivo formato da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico mi fa morire dal ridere e ritengo possa durare il tempo di salire una scalinata: litigheranno su chi entrerà dalla porta per primo e quindi si disferanno.
Valutando però la cosa dal punto di vista delle Guardie Cittadine, battute a parte, non possiamo certo festeggiare i risultati del governo precedente: in 14 mesi i 5 Stelle hanno partorito una legge di stabilità che ha distrutto lo stesso concetto di graduatoria di merito – cosa peraltro confermata proprio in questi giorni dal Consiglio di Stato – hanno scritto una “interpretazione autentica” dell’articolo 5 della legge 65 che solo grazie ad un intervento in corner ha impedito che peggiorasse le nostre condizioni di porto dell’arma, hanno presentato una legge delega per la riforma della Polizia Locale che fa a dir poco SCHIFO.
La Lega, semplicemente, ha puntato tutte le sue carte su altre Forze di Polizia mettendo le Guardie Cittadine in un angolo: addirittura, diverse amministrazioni sotto egida leghista, han ben pensato di risparmiare su armamento ed equipaggiamento affiancando ai loro agenti delle Guardie Giurate. Pensate che bella immagine il “vigile” che fa le multe e dirige il traffico alle scuole mentre alle sue spalle la “guardia” controlla, armata, che sia tutto svolto in sicurezza. Praticamente controllano anche noi. Bravissima Lega!
Questo per chiarire che alla fine della fiera questi grandi vantaggi dall’avere al governo, statale o locale che sia, lega e 5 stelle, non li ho ancora visti, se non per sporadici interventi comunque poco risolutivi quando non insultanti: non dimentichiamo che i progetti spiagge e scuole sicure tanto sbandierati dal Ministero si basano sull’assunzione di agenti locali precari, stabilendo quindi che al Ministero va benissimo ci siano i Precari di polizia, finché sono di Polizia Locale, quindi di qualcosa “fermo restando” diverso dalla Polizia dello Stato (parole della citata legge delega).

E allora il PD?! Nelle ultime ore nei vari gruppi di categoria c’è un continuo strapparsi i capelli e prevedere un futuro apocalittico: ci leveranno la pistola, ci metteranno a fare sosta, saremo i loro bancomat, ci leveranno le qualifiche di polizia, una tremenda inondazione, le cavallette!!
Calma e ragioniamo. Fermo restando che il PD sicuramente NON è un partito pro polizia (in generale), presenta spesso visioni del nostro lavoro vergognose, che alcuni dei suoi maggiori esponenti (dal sindaco di Milano a quello di Pesaro, peraltro vicepresidente ANCI) hanno ostracizzato pubblicamente la nostra crescita professionale e personale e che ormai di sinistra non ha praticamente niente.
Va però considerato che in primis è stato proprio un ministro dell’Interno del PD, peraltro di origine Comunista, Marco Minniti, a gettare le basi dell’attuale struttura della Polizia Locale: ci ha inseriti come primi attori della Sicurezza Urbana, ci ha investiti della responsabilità della safety dei grandi eventi, ci ha chiesto di dare copertura nelle 24 ore, ha creato lui la misura del Daspo urbano di cui oggi si fa larghissimo uso, ha aperto alla dotazione dei taser.
L’Emilia Romagna, regione con attualmente la miglior legge a noi dedicata, è storicamente un feudo non del PD, ma direttamente rosso, e questo non impedisce ai colleghi emilio-romagnoli di essere all’avanguardia quando si parla di formazione, dotazione ed operatività. Brescia, al momento forse uno dei comandi più attivi in assoluto, è a guida PD ed addirittura i bastoni tra le ruote sono arrivati dalla Prefettura del Ministero a guida leghista invece che dall’Amministrazione a guida “di sinistra”.

Ma quel che in assoluto dovrebbe tranquillizzarci sulla possibilità di essere trasformati in amministrativi, relegati alle soste e ai plateatici, e tutto il resto sono gli investimenti di questi anni sulla nostra figura. Investimenti economici, non filosofici, si parla di soldi. Perché sono anni, forse anche da prima dei Decreti Minniti – che però han certo aiutato – che i comuni di ogni colore investono vere e proprie FORTUNE nell’equipaggiamento delle proprie Polizie Locali. Comuni di ogni colore politico. Venezia (Centro Destra) ha investito in tre anni qualcosa come 300mila euro tra assunzioni, equipaggiamenti e veicoli. Milano (PD), di soli equipaggiamenti antitaglio, ha in previsione 150mila euro di spesa. Genova (Centro Destra) sta investendone 200mila per la creazione di una nuova caserma con poligono interno e nuovi dispositivi di protezione. Trieste (Centro Destra) ne sta mettendo altrettanti nell’armamento del proprio Corpo. Reggio Emilia (PD) ha appena distribuito spray e bastoni estensibili. Anche piccoli centri come Lissone o Borgo Valsugana hanno messo nel piatto decine di migliaia di euro per equipaggiare i propri uomini. Si parla, a grandi linee, di una spesa tra i 1000 ed i 1500 euro ad operatore DI SOLI STRUMENTI DI PROTEZIONE, da aggiungere ai costi delle divise.
Ma vi pare che dopo simili investimenti possa esistere che un Governo dica “abbiamo scherzato, i vostri uomini tornano a fare le strisce blu, tranquilli” dopo che milioni di euro sono stati spesi in una direzione opposta?
Basta questo per poter affermare che le possibilità di essere ulteriormente declassati sono pari se non addirittura inferiori a quelle di essere una volta per sempre riformati.
Il vero nodo è ottenere il riconoscimento professionale e previdenziale che dovrebbe essere naturale.

Ma proprio perché sono convito che continueremo a lottare per la sospirata Riforma, voglio sperare che i nostri rappresentanti siano capaci di costruire un tavolo che sfrutti la possibilità di confrontarsi con un esecutivo nuovo, con un partito opposto a quello precedente, forse con Minniti nuovamente al Ministro dell’Interno, ipotesi che apre interessanti sfide anche dal punto di vista politico e diplomatico.
Il PD, ad esempio, è sicuramente pro europa: l’ordine di parificarci alle polizie statali arriva dall’Europa, grazie alle audizioni di CSA e SulPM. Ricordateglielo.
I nostri sindacati dovranno saper sfruttare alla grande l’incertezza politica e le diverse opinioni di governo cercando di incollare favorevoli e contrari e strizzando, perché no, un occhio a chi all’opposizione è sempre stato propenso alla nostra crescita – Fratelli d’Italia, a essere sinceri – per cercare di ottenere un progetto di ampio respiro che almeno su un punto tenti di far convergere tutti. Possibilmente non ripartendo da quella folle legge delega.
La strada è in salita e difficile, la Polizia Locale purtroppo non ha potere politico e si è ben visto nel caso dell’elezione del sindaco di Pesaro: pesantemente attaccato a livello mediatico e social da associazioni, sindacati e singoli dopo un’uscita vergognosa contro di noi, è risultato uno dei pochi sindaci eletti al primo turno con maggioranza schiacciante. Siamo deboli e dobbiamo esserne consapevoli.
Ma soprattutto dobbiamo essere consapevoli che non c’è nulla di eversivo o di complottista in questo nuovo governo e che starcene attaccati all’orlo dei pantaloni di qualcuno non ci aiuterà esattamente colme non lo ha fatto finora e che indietro non si torna. Si avranno sempre più compiti e specializzazioni, sta a noi avere la capacità di ottenere in cambio almeno il giusto riconoscimento sociale, giuridico, contrattuale, formativo e strumentale.
A dire il vero e stata una proposta di una deputata del PD, mi pare di tre anni fa, a proporre con un unico articolo contratto pubblicistico ed equiparazione alla PS. Da ridere ma era la migliore ed unica proposta spettabile e con probabilità di passare. Copernicana nella sua semplicità
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Questa mi deve essere sfuggita. E’ ancora che gravita in parlamento o è sparita? Parlo sia delle legge che della deputata 😀
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Buongiorno, volevo sapere riguardo il blocco delle graduatorie degli idonei non vincitori, quando si saprà qualcosa di più per sbloccare il problema causato quest’anno?
Visto anche una sentenza alla corte costituzionale della regione Toscana.
Potete informarmi su questo argomento?
Grazie.
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La giurisprudenza più recente sull’argomento è la Corte dei Conti sarda che esclude ogni scorrimento sia da parte dell’ente che ha bandito il concorso sia da altri https://www.segretaricomunalivighenzi.it/28-08-2019-utilizzo-graduatorie-dei-concorsi-corte-dei-conti-sardegna-deliberazione-n-36-2019-e-commenti
temo che l’unico modo per superare tale empasse sarà la legge di stabilità prossima che si spera riporti le cose come prima.
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CarissIma A ME LE GUADIE
Giusta la premessa su diritto costituzionale ma è artivata l ora del politicamente NON corretto. L Italia è una Nazione a sovranità limitata dove il popolo è chiamato a votare malvolentieri. Il pd partito che dal popolo è stato bocciato ovunque non può ritrovarsi a governare e per giunta con chi fino a poche ore fa era dallo stesso pd deriso. Il Capo dello Stato se fosse veramente CAPO dovrebbe chiamare il suo popolo al voto perché è cosi che si fa in democrazia.
Se io dovessi votate un partito solo per quello che fa per la nostra categoria non sarei mai andato a votare. O meglio mi sarei fermato al 1986 con il voto alla dc.
La Legge regionale dell emilia romagna è forse la peggiore in assoluto per come dobbiamo concepire il ruolo della p.l. oggi. Un misto tra assistenti sociali e spie di altri.
Infine dipende da noi come spesso detto se ad oggi non abbiamo ancora ottenuto il giusto riconoscimento. E tutte le belle cose che pubblica a me le guardie sono solo il frutto di singoli colleghi che spesso per farle devono combattere più con i loro redpondabili che con gli altri.
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Ti dirò, sul ridicolo del governo concordo molto con la posizione di Calenda che infatti ha lasciato il partito e concordo che questo governo mi sembra una enorme presa in giro ma non tanto per la ‘gli elettori indignati’ che anelano un nuovo ducetto quanto proprio per il concetto stesso di coerenza e politica (quella vera).
Detto ciò non concordo invece sulla legge emiliana e nemmeno sull’idea che i miei articoli siano su mosche bianche, sono più che convinto che il trend moderno sia diffuso ed ineluttabile.
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