Che in questo ultimo anno – sicuramente ultimi sei mesi – io stia attraversando un periodo personale e professionale estremamente negativo penso lo sappiano tutti coloro che mi conoscono. Qualcuno a tratti ha anche avuto paura per me. Preferisco non sapere di cosa.
Stasera ho pubblicato nella pagina facebook di A me le Guardie un post molto polemico sul fatto che ad un concerto cui sono stato vi era la totale assenza delle Guardie Cittadine, a fronte di una massiccia presenza di Guardie dello Stato e steward della security. Noi i grandi assenti, soprattutto perchè il Comando della cittadina è uno dei tanti, troppi, che alle sette di sera mette la segreteria telefonica e demanda ad altri il controllo del territorio ed il pronto intervento alle esigenze della cittadinanza: uno dei comandi, insomma, che nei momenti di maggiore aggregazione e socialità decide di non esserci! Quando non di esserci apposta per fare le soste, sia chiaro.

La risposta dei colleghi? Deludente. Molto. Sollevati. Contenti. Qualcuno deluso si, ma convinti tutti che alla fine della fiera “sia meglio così”. Tanto “non abbiamo le tutele”-“hanno appena finito di prenderci in giro”-“tanto ci mettono solo per viabilità anche se poi ci tocca fare Ordine Pubblico” – un giorno scriverò un articolo sulla visione distorta ed a tratti fallica ed antropologica che abbiamo tutti delle parole “ordine pubblico”– e tutta una serie di ulteriori argomentazioni per dire che, dopotutto, va bene lo stesso.
Va bene non esserci. Va bene esserci un paio di turni al giorno, giusto per residenze, notifiche, soste plateatici e poco più: facciano gli altri la Polizia. Siano altre le “Guardie”. Noi non sappiamo nemmeno più cosa siamo, stante che i Vigili ho dimostrato tante volte quanto siano diversi dall’immagine tipica che si ha di loro.
Onorato invece di un collega fiero ed orgoglioso di esserci, ai varchi, col metal detector, a garantire la sicurezza dei presenti, 24 ore su 24, in occasione di un grande evento nel suo territorio: proprio perchè fatto “a gratis” il collega è un grande collega ed il comando un grande comando! Così come sono stato onorato ed orgoglioso io a Modena, quando mi hanno messo a fare da primo blocco al consumo di alcoolici nel circolo esterno di un’area di sicurezza. Oltre ovviamente a controllare un attraversamento pedonale: la famosa viabilità. Gratis? Chissenefrega, l’ho scelto perchè mi piace questo lavoro, perchè allora, quando entravo in servizio, lo facevo col sorriso. Oggi sorrido quando smonto.

Bene. Peggioro la situazione e decido deliberatamente di giocarmi follower e lettori andando oltre nella polemica, partendo proprio dal concerto e da una delle sue più significative canzoni.
Poco mi frega: sono io, una persona, un blogger, non un sindacato che deve fare tessere o un politico che deve piacere, leggermi o non leggermi passa da un click sul browser ed è un click da cui non ricavo nulla, tanto il mio egocentrismo lo nutro nel momento in cui scrivo, non in quello in cui ciò che scrivo viene letto.
C’era una volta una canzone che veniva cantata, in memoria di una vittima della mafia, e durante la quale, dopo il famoso conto dei cento passi, il cantante esprimeva un discorso di ringraziamento a tutti coloro che combattono le mafie, chiedendo di battere le mani per i ragazzi delle cooperative di Libera, per le FORZE DELL’ORDINE e i Magistrati.
Da un po’ era sparito l’accenno alle Forze dell’Ordine. Oggi addirittura è stato esplicitamente chiesto di andare a firmare un banchetto di Amnesty International – Amnesty International non del Centro Sociale di quartiere – dove si raccoglievano adesioni per la richiesta del NUMERO IDENTIFICATIVO su caschi e divise “PER LA NOSTRA SICUREZZA”, dove il “Nostra” sta per i cittadini, venendo appunto dal cantante.
Ma che cazzo è successo? Quando esattamente le Guardie hanno perso la fiducia della cittadinanza al punto che da applaudire si è passati a chiedere di renderle identificabili?

Chi e quali atteggiamenti ed evoluzioni sbagliate del concetto stesso di Guardie hanno permesso questo sfascio del rapporto tra noi ed i cittadini?
Vi dirò di più: quelle Cittadine sono le uniche Guardie che il numero lo hanno bene appuntato nelle patacche con cui andiamo in giro. E mi piacerebbe dire che tanto contro le mafie non ci andiamo ma mica è vero: ricordiamo abbastanza spesso Michele Liguori, ricordiamo sempre più spesso i colleghi e le colleghe impegnati nelle terre dei fuochi, oggi stesso ho annunciato la nomina a Comandante di Luigi Maiello, una Guardia Cittadina distintasi proprio nella lotta alla mafia, nel nostro lungo elenco di caduti c’è gente ammazzata dalla mafia, quella nigeriana che guida il caporalato combattuto dai colleghi nel brasciano è mafia e quella che sta dietro il traffico di esseri umani portata alla luce dall’indagine su Osman Matammud ad opera della Polizia Locale di Milano è MAFIA! E non dimentichiamo, proprio in queste ore, le minacce ricevute da un altro comandante della Polizia Locale campana, il Colonnello Piricelli, minacce di chiaro ed evidente intento intimidatorio di perfetto stampo mafioso!
Questi sono uomini e sono colleghi che non meritano che su di noi siano scritte le cose che vedo scritte da parte di altri che indossano la nostra uniforme delegittimandola per primi!
Quindi qualcuno potrà anche fare leggi su di noi “fermo restando” la distinzione tra la polizia locale e le Forze di polizia – con questa disposizione delle maiuscole – dello Stato, ma intanto quello spazio di sfiducia che evidentemente non interessa aver creato possiamo benissimo riconquistarlo noi che il numero lo abbiamo e le mafie le combattiamo anche noi.

E possiamo fare tanto altro.
Possiamo essere fieri di essere le Guardie Cittadine partendo proprio dal fatto di essere NOI.
Volendo rappresentare per i cittadini un baluardo di sicurezza, competenza e fiducia.
Ma dobbiamo partire da qualcosa di molto diverso da “non siamo nella 121 allora ci pensino gli altri”.
Si può essere Guardie e non essere nella 121, ma non si può essere Guardie con la mentalità di impiegati e non si può essere stimati se noi siamo i primi a cavalcare il fatto di non essere nella 121 per non comportarci da Guardie, ma da meschini esattori in divisa schiavi delle isterie del sindaco di turno e delle paranoie sul nostro di sviluppo del burocrate di servizio.
Partiamo dalla possibilità di essere il fulcro del rapporto tra Stato – pur se nella sua accezione locale tanto schifata da quella nazionale – e Cittadino senza voler essere la seconda serie di nessuno e la scopa di nessun’altro.
Oppure accettiamo la sconfitta, prendiamoci le briciole, chiniamo la testa e facciamo la Polizia Locale come vogliono che si intenda questo termine coloro per i quali siamo scaricabarile e ai quali abbiamo la malsana idea di tendere come fossero acqua fresca anche negli atteggiamenti e nel porci nei rapporti con le persone.

Certo, dovrò accettare il fatto che con Guardie Cittadine allora ho sbagliato tutto.
Non so cosa dirti e non so quali parole usare.Posso solo immaginare che dopo 40 anni quello che tu stai soffrendo l’ho sofferto anche io. Ma credimi,sono passato da un comando con giubotto antiproiettile e fucile a pompa a un servizio in cui non mi danno soldi per comprare una divisa a norma del regolamento regionale.L’abbisso e profondo.
Quindi valutando che la metà dei comuni italiani,non sanno nemmeno le nostre quelifiche o come a me capitato, non chiedono la qualifica di P,S per gli appartenenti alla Polizia Locale .La sintesi della proposta di legge del collega, è un regalo che se si avverera potrà dare un po di diritti ai 5000 vigili di 5000 comuni medio piccoli e molto poco alle grandi polizie Locali.Dopo 40 anni ho capito che non serve fare il lavoro degli altri. Serve fare BENISSIMO IL PROPRIO cosi da esserne esclusivisti per incapacita degli altri.Credimi,ho più atti di indagine e firme sulle attività congiunte di P.G. e informative da me preparate insieme a colleghi non della Polizia Locale, che nel mio Ufficio.Lo dico perche avviene da decine di anni, perchè la integrazione di professionalità diverse e di strumenti diversi, da moltissimi risultati che da soli non si raggiungono. Ma anche la soddisfazione di essere interpellati per dire quello che altri non conoscono.FIDATI I RISULTATI SI RAGGIUNGONO ACQUISTANDO FIDUCIA DEGLI ALTRI.Se poi vuoi riflettere un attimo,prova a fare un giretto sui vari regolamenti e normative riguardanti la raccolta dati delle forze di polizia dello Stato varie. Ti accorgerai che ci sono raccolte di vario tipo su tutti. Una su tutte quella delle personalità presenti sul territorio.Pensi sinceramente che oltre i nostri deceduti in servizio ONORE A LORO,a nulla valga il comportamento di qualcuno o la parentela compromettente di altri oppure il silenzio assordante di altri ,quando la statua del santo fa l’inchino davanti alla casa del BOSS e qualche collega rimane in processione? ESSERE COLLEGHI SIGNIFICA ANCHE AVERE COMPORTAMENTI UNIFORMI A differenza di Altri che non solo NON se ne vanno ma NON fanno nemmeno una annotazione di P.G. alla procura.Oppure nell’ultimo san sebastiano 15 autovetture parcheggiate dellaPOLIZIA Locale al ristorante con le ruote tagliate.Ci credi che i colleghi si sono scambiati le ruote di scorta e sono ripartiti.
Comunque una goccia nell’acqua. Se il nostro sindacato,si fosse degnato, e parlo dei tre piu importanti, di cui sono stato in uno anche dirigente nazionale,si fosse degnato di mandarmi in giro a difendere i colleghi avendo uno studio legale efficiente alle spalle,puoi stare tranquillo che ci sarebbero stati qualche centinaio di processi.Ma sai oggi che ho solo una 50 tina di comuni non vedo riborsi della benzina da almeno 5 anni.
Un abbracccio
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