In questi mesi in cui il blog sembra essere un po’ spento – primis per colpa mia che ci scrivo meno – sto seguendo invece attentamente le pagine facebook non solo di A me le Guardie stesso, ma soprattutto della Polizia di Stato e delle Guardie Cittadine di diversi comuni.
E’ indubbio che le Questure sul Web stiano funzionando abbastanza bene: l’impostazione è un po’ classica ed ammicca al “buongiornissimo caffè” style in modo palese e infatti il tenore di molti commenti è quello, ma, andando ad analizzare lo stile dei post e delle notizie, si nota quantomeno l’unicità di linee guide dei social media manager.

Una simile organizzazione l’ho notata nelle sempre più numerose pagine delle Polizie Locali della Regione Emilia Romagna: piattaforme simili diffusione di meme, notizie e piccoli aneddoti, uno stile generalmente meno serio e composto delle Questure, più indirizzate al pubblico -ed al collega – giovane, con alcuni momenti di brio che ad una Polizia Statale vedo meno possibili contrapposte a video e servizio sulle attività di istituto. Non parliamo poi di grandi organizzazioni quali Ghisa News di Milano e la pagina Agente Gianna di Trieste.
Discorso a parte meritano le meno organizzate, ma ormai consolidate, pagine indipendenti di vari Corpi: mi vengono in mente Il Pizzardone e Le Guardie di Firenze, sicuramente più sindacalizzate di quelle ufficiali, a tratti,ma eccezionali quando si tratta di diffondere storia e aneddoti sul loro territorio.

A me le Guardie, nel suo piccolo, tenta di formare un certo modo di vedere le “Guardie Cittadine”, soprattutto dall’interno, diffondendo storia, aneddoti, alleggerendo alcuni temi di tensione: certo, è un blog personale, quindi molto legato a me, a quel che sono, alle mie passioni esterne il lavoro che influenzano non ogni post, ma quasi. Però è anche un portale di informazione che non riesce più a tenere il banco della moltitudine di foto e notizie che trovo o che, e questo è quel che mi fa più piacere, mi vengono mandate.
Da qui l’idea, forse folle, forse no, accennata poche ore fa col collega Francesco di Area Safe e della Polizia Locale di Firenze, di “brandizzare” A me le Guardie diffondendolo alle varie aree geografiche del paese.
Come?
Beh, immaginiamo se alcuni colleghi volessero aprirsi una loro pagina, blog personale, “A me le Guardie…di Brescia”, “A me le Guardie…Toscane!” e così andando. Pagine locali, gestite ovviamente da una o più Guardie, nelle quali mettere non solo le singole notizie della zona, ma anche e soprattutto aneddoti, immagini, storia ed esperienze, in collegamento con la pagina principale – quella attuale- e con un riassunto settimanale degli interventi o aneddoti più interessanti qui sul sito. Che magari riprenderebbe pure vita.
La cosa va discussa bene perchè alcuni paletti vorrei restassero legati al nome – si chiamano “paletti” tipo rimandi alla musica rock e metal, al cinema, al fumetto, palese posizione antirazzista, rifiuto dell’omofobia, della politica populista, passione per la storia del Corpo e per la nostra funzione di Polizia, nessuna influenza sindacale pur non nascondendo quando un sindacato ne dice una giusta e via così – ma l’idea di diffondere in modo capillare lo stile “A me le Guardie”, ovvero la diffusione a livello locale di notizie, storia e aneddoti senza la pastoia di una amministrazione a dire cosa e perchè mettere o meno online mi attira molto.

Naturalmente maggior capillarità significa maggiore possibilità di venire a conoscenza di materiale per articoli di ogni genere, dalla Revolution alle Storie di Guardie, che sarebbero ovviamente da pubblicare su poi su TUTTE LE PAGINE facenti parte del network, perchè l’idea mia sarebbe che il trait d’union tra tutti i glog deve appunto restare il sito principale – questo – i cui articoli andrebbero ovviamente condivisi in ogni pagina, il che peraltro vuol dire che i singoli amministratori delle A me le Guardie “territoriali” dovrebbero poter scrivere i loro Revolution,le loro Storie eccetera direttamente sul sito.
So benissimo che si tratta di un’idea folle ed enorme, che però se possibile vorrei provare a realizzare per novembre, quando saranno CINQUE ANNI di vita di A me le Guardie, ovvero il momento di pensare di investire sul progetto pagando un sito wordpress a pagamento con possibilità di aggiungere podcast, video e creare uno spazio del tutto indipendente.
Chi ritiene di avere pareri sull’idea o di volerne far parte, beh, sapete dove trovarmi, su A me le Guardie, la risposta arriva sempre.