riflessioni

Col Dovere della legge ed il Diritto dell’Umanità

Che brutto lunedì. Piove. Ed è quasi giugno. E non mi importa assolutamente se la maggior parte dei miei follower è felice dell’esisto delle ultime elezioni europee, perchè c’è un punto su cui invece voglio chiarire la mia posizione. E questo punto è che ci sono cose più importanti anche della Riforma della Polizia Locale. E’ chiaro che come Guardia Cittadina e amministratore di un blog dedicato principalmente a questo aspetto della mia vita ho sempre perorato non solo la causa di una maggiore consapevolezza del ruolo, della storia, dell’operatività e delle operazioni della Polizia Locale, ma anche al riconoscimento politico e sociale di tutti questi aspetti nell’ottica di un intervento giuridico che li valorizzi

GIURAMENTO

Tuttavia non si può scindere tutto questo dal corollario sociale che ci sta dietro, e vado subito dritto al punto: se avere le “tutele” e le “qualifiche” significa dover applicare leggi che fanno a botte con qualsiasi concetto di umanità ed empatia, se significa far vergognare di gentilezza e compassione, se significa cancellare gli aspetti di aiuto e soccorso dal concetto di polizia in vista di una mera figura repressiva di tutto ciò che viene ritenuto “non allineato” magari andando a comportarsi in modo diverso in base l’appartenenza etnica, politica o religiosa di chi ci troviamo davanti, NON SONO SICURO DI VOLERE QUESTA RIFORMA.

Non siamo ovviamente a questo livello, e ci mancherebbe altro, ma troppo spesso, e soprattutto nei recenti messaggi di giubilo per i risultati elettorali, vedo cattiveria e quasi smania vendicativa in troppi messaggi di Guardie e non. vedo minacce a quelli che sono visti come avversari e non come cittadini che hanno espresso un loro voto. Vedo gioia all’idea di poter acquisire un potere che invece di servire&proteggere potrebbe servire per controllare&reprimere.

“A me le Guardie” è un grido che il civile in difficoltà dovrebbe poter dire nella certezza di ricevere soccorso, di vedere una mano tesa, non un giudizio o peggio una punizione, perfino in quei casi in cui il contesto porta a dover essere più coercitivi che assertivi. Mai una Guardia deve agire con la soddisfazione di poter colpire, sia in modo fisico o giuridico, chicchessia.

In Unione Sovietica la Polizia godeva essenzialmente del potere di vita e di morte: vorremmo essere quella polizia?

Nella Germania nazista la Polizia veniva a prendere la gente da un istante all’altro per deportarla in un campo di sterminio: accetteremmo di essere quella polizia?

Io non credo.

Credo che la polizia sia prima di tutto soccorso, della vittima, della società, e solo dopo tutto il resto dei nostri doveri di controllo, sanzionamento, privazione della libertà ed a salire.

dylanirruzione

E’ difficile spiegare questo concetto,ma, come sono estremamente felice, ad esempio, dell’archiviazione della posizione della Guardia dello Stato per la faccenda di una recente sparatoria ove due criminali, dopo aver puntato ad un agente fuori servizio intervenuto su rapina delle armi finte, sono stati dallo stesso agente abbattuti, non potrei mai essere felice di un paese che mi costringesse a valutare origine, politica o peggio posizione sul territorio dello Stato prima di intervenire. Non potrei sopportare un approccio diverso in base non i presupposti di sicurezza dell’intervento,ma della persona per la quale – o sulla quale –  intervengo.

Il Dovere della Legge ed il Diritto dell’Umanità vanno oltre la mera sudditanza ad uno Stato o un Governo. Le Guardie che chiamo Colleghi non hanno in comune solo indossare una divisa con funzioni di polizia, ma espletare tali funzioni nell’interesse della società e della popolazione e non di una fazione o di un pregiudizio: sono colleghi quegli individui, in divisa, e di polizia, che lapidano le donne che vestono all’occidentale? Sono colleghi quegli individui in divisa e di polizia che premono il pulsante di una iniezione letale o di un carrello aereo che si apre sotto i corpi ammassati dei dissidenti? Sono colleghi quegli individui in divisa e di polizia che massacrano a bastonate il popolo?

vtv

Potremo chiamarci uomini e donne in divisa e di polizia, se mai capitasse che per essere tali dovremmo  arrestare ragazze abortenti? Bastonare omosessuali? Trascinare persone da un luogo all’altro forzatamente per il loro colore della pelle? Chiudere luoghi di culto perchè di una religione piuttosto che di un’altra? Cacciare famiglie da appartamenti e luoghi per la loro origine etnica? Lasciare morire disperati per la presenza o meno di un timbro su un passaporto? Rimandare uomini e donne in paesi dove saranno oggetto di torture e vessazioni perchè le commesse commerciali con tali paesi sono più importanti della vita di esseri umani?

Quel distintivo che portiamo con tanto orgoglio, ci permette ancora di ricordare che il nostro compito principale è garantire Giustizia e Libertà, forse prima ancora di rispetto delle “regole” e forse perfino prima di “ordine pubblico” , che si fa rispettare sicuramente meglio con società corrette, aperte ed integrative che con manganelli e getti d’acqua, che pur in certi casi sono necessari e doverosi.

Siamo poliziotti, certo,ma sopratutto, siamo esseri umani. Saremo in grado di restarlo sempre? Accetteremmo di non esserlo più, solo per il nostro tornaconto, se mai dovesse essere più conveniente essere sgherri e non più Guardie?

sarumanmeme

 

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