Sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere: all’indomani del tremendo attacco al Comando della Polizia Municipale di Mirandola un sindacato di categoria ed alcune importanti pagine rimbalzano la notizia che alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, sull’onda di quanto accaduto, hanno presentato una proposta di riforma caldeggiando per una approvazione in tempi brevi.
Ma seriamente abbiamo scritto in fronte “Giocondi”? Al di là delle possibilità – le reputo minime – che questo Governo esista ancora alla data del 2 giugno, non bastano SETTE proposte di legge sulle quali l’iter, pur se agli inizi, è almeno avviato? Ne mettiamo un’ottava? Ma fate davvero? Ma pensate di prenderci in giro racimolando gli ultimi voti con annunci che sfiorano la rottura del silenzio elettorale? Ma poi, questa proposta, ve la siete letta?
Io si.
E fa schifo. E’ di gran lungo la peggiore non solo tra le “ipotetiche sette” – un paio delle quali sono invece piuttosto azzeccate – ma tra tutte quelle viste negli ultimi 30 anni: fa schifo a partire dal chiarire fin da subito il concetto patetico e vergognoso di “sicurezza urbana”: un ridicolo grammelot di termini per chiamare la Pubblica Sicurezza in un altro modo tentando di dividerla in due cose distinte, per mantenere ben chiaro il confine tra la cioccolata e il letame.
Non è vero? Sono cattivo e malfidente? E allora come mai subito dopo si sottolinea la “funzione ausiliaria” proprio di Pubblica Sicurezza, come mai si ribadisce la limitazione territoriale di ogni qualifica? Come mai si ribadisce che solo l’autorità giudiziaria può derogare per lo svolgimento di “determinate indagini” fuori del territorio di competenza, peraltro scritto in modo tale da apparire che tale possibilità ci sia solo per chi è assegnato in via continuativa alle aliquote di PG presso i tribunali?
E poi? Ehi, ma poi è tutto una delega al governo! Praticamente si cristallizza giuridicamente che siamo limitati ed ausiliari, poi si delega al Governo di decidere “entro 12 mesi” i termini del riordino della normativa in materia di Polizia Locale riguardo i ruoli, le qualifiche, la contrattazione in area riservata, e – quando compatibili ovvio, mica sempre, siamo ausiliari, dopotutto – le previsioni del contratto nazionale delle Polizie dello Stato.
Sempre tramite “delega” saranno discussi i termini relative le divise, i colori dei veicoli, l’armamento, la dotazione di strumenti di autotutela, il collegamento con le centrali operative del 112, l’accesso – anche – gratuito alle banche dati ministeriali (gentilissimi) e lo scambio di informazioni – non l’accesso- col Sistema d’Indagine delle Polizie Statali.
A parte la presa per il culo di previsioni ben peggiori dell’attuale legge 65, avere tutto questo tramite una serie di decreti legge è una prospettiva bellissima: pensate se il governo cade a metà dell’iter: avremo magari la connessione, ma non sapremo come vestirci, o magari saremo armati, ma non potremo avere altro strumento se non la pistola.
Ma qui davvero ci prendiamo in giro.
Questo volete della Polizia Locale?
Questo pensate della Polizia Locale?
E allora facciamo un gioco: ve la propongo io una riforma, ma non un sogno concreto come avevo già tentato di fare, ma qualcosa che metta davvero d’accordo tutti: ministeri, governi, cittadini che ci odiano, politici che ci squalificano e perfino colleghi che portano a spasso la divisa convinti intrinsecamente della loro diversità professionale rispetto chi è “polizia” e basta.
Art. 1
Gli appartenenti alla Polizia Locale sono soggetti a contrattazione di tipo privatistico, ai sensi del TUEL. I comuni stabiliscono i termini e gli orari di servizio in sede di contrattazione decentrata, nonché le forme di incentivo e di riconoscimento dei premi di produzione e di raggiungimento degli obiettivi del singolo appartenente.
Art. 2
Gli appartenenti alla Polizia Locale si dividono nei ruoli di Istruttori di Vigilanza per il personale inquadrato nella categoria C ed Addetto al coordinamento e controllo per il personale inquadrato nella categoria D.
Art. 3
Gli appartenenti alla Polizia Locale, nei limiti del comune di assunzione e dell’orario di servizio, rivestono la qualifica di Agente di Polizia Amministrativa a competenza generale e specifica in materia di commercio, igiene, regolamenti locali, nonché di di Polizia Stradale e di Polizia Giudiziaria limitatamente alla flagranza dei reati procedibili di ufficio su cui dovessero imbattersi durante il servizio ordinario e di quelli originati dalle attività sanzionatorie poste in essere quali agenti di polizia amministrativa.
Gli appartenenti al ruolo Addetto al coordinamento e controllo rivestono la qualifica di Ufficiali di Polizia Giudiziaria per i soli reati in materia edilizia ed ambientale.
Per le attività di Polizia Giudiziaria tipiche degli organi di Polizia Statale necessari ad una definizione del fatto e del suo autore gli appartenenti alla Polizia Locale consegnano nell’immediatezza le fonti di prova e la custodia dell’autore del reato a personale delle Forze di Polizia Statale.
L’autorità Giudiziaria può, tramite accordo col Dirigente dell’Ufficio di Polizia Locale, avvalersi di appartenenti alla Polizia Locale, dando loro particolari deleghe alle normali limitazioni alla qualifica di Agenti di Polizia Giudiziaria.
L’autorità Giudiziaria, di Pubblica Sicurezza e le Forze di Polizia dello Stato si avvalgono dell’Ufficio Polizia Locale per la notifica di atti di polizia giudiziaria e amministrativa.
Art. 4
Le Regioni legiferano sulle livree e le divise degli appartenenti agli Uffici di Polizia Locale in modo che non possano generare confusione con le forze di polizia dello Stato.
Art. 5
L’autorità Locale di Pubblica Sicurezza può avvalersi del personale di Polizia Locale per l’ausilio alle Forze di Polizia dello Stato in occasione di manifestazioni politiche od eventi sportivi o culturali per la sola gestione della viabilità all’interno di dette manifestazioni.
Art 6
In virtù dei rischi cui sono esposti gli appartenenti alla Polizia Locale visto l’obbligo di intervento nella flagranza di fatti costituenti reato e l’incognita rispetto le persone cui si potrebbero trovare ad intervenire quali Agenti di Polizia Amministrativa i comuni provvedono a richiedere alla competente prefettura il rilascio del Porto d’Armi per Difesa Personale, che lo rilascia a seguito l’accertamento dei requisiti individuali. Il personale che ritenesse di armarsi deve portare, quando in divisa, l’arma assicurata in cintura, secondo quanto stabilito per il personale dipendente dagli Istituti di Vigilanza privata.
Il Comune è tenuto a fornire agli appartenenti, anche coloro che non ritenessero di necessitare di un’arma per lo svolgimento del loro servizio, strumenti di difesa non letali e di libera vendita quali spray al capsicum e di ritenzione quali manette ed altri strumenti necessari alla protezione degli operatori con particolare riferimento agli interventi su TSO eseguiti quali agenti di polizia amministrativa sanitaria.
Il Comune è tenuto ad iscrivere gli agenti che ritenessero di volersi armare alla più vicina sezione TSN quali iscritti obbligatori, con le stesse modalità con cui sono iscritte le Guardie Giurate dai rispettivi Istituti di Vigilanza.
I servizi svolti per conto dell’autorità di Pubblica Sicurezza a manifestazioni politiche od eventi sportivi o culturali sono svolti senz’arma anche dal personale che ha ritenuto di doversene dotare.
Eccoli qui. Sei articoli. Sei articoli in cui si dice chiaramente che siamo controllori comunali, impiegati con contrattazione separata, ma legata al comune e privatistica. Senza alcuna possibilità di indagine, ma con l’obbligo di intervenire in flagranza di reato tanto caro ai Sindaci per giocare agli sceriffi, con la piena competenza in materia di Codice della Strada, sanzionamento amministrativo e notifica, così da tenere ben impinguate le casse, con la possibilità per Magistratura e Prefettura di usarci a loro piacimento e perfino la possibilità di decidere noi se riteniamo di armarci per evitare di venire ammazzati nel caso ci si imbattesse in un reato procedibile di ufficio tra un verbale, una scuola e una notifica.
Contenti i colleghi che non ci ritengono polizia: verissimo, così non lo siamo più, siamo personale che svolge una funzione amministrativa a rischio e che può essere armato per questo. Anzi, può armarsi, visto che l’unico obbligo del comune è farmi avere il porto d’arma e farmi andare a sparare 3 volte l’anno (almeno quello eh).
Ed almeno non rischiamo più una denuncia se, quali Agenti di Pubblica Sicurezza e Polizia Giudiziaria come siamo ora, andiamo a farci una pizza fuori territorio senza passare per casa a mollare l’arma.
Così siamo contenti pure noi stronzi entrati in servizio convinti di fare le Guardie Cittadine, che continueremo a girare cercandoci dei pirati della strada e dei reati da combattere, senza però nemmeno avere lo sbattimento di scrivere gli atti, dovendo consegnare subito gli arrestati alle Polizie Statali: evidentemente non le Guardie che l’Italia merita, ma quelle di cui ha bisogno. Che facciano le multe, le notifiche e le indagini sui rifiuti, ma siano spendibili per la sicurezza e le necessità delle autorità statali.
E tutto senza più, davvero, alcun tipo di sovrapposizione!
Forse è davvero questa la riforma che si deve avere il coraggio di perorare.
Una vera vergogna, questi sono il peggio che poteva capitare al nostro paese….
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