“Ci prese come un pugno, ci gelò di sconforto” cantava Guccini in Stagioni parlando della notizia della morte di Che Guevara. Le stesse sensazioni, ampliate, lo stesso e forse un peggiore shock ha preso chi scrive quando stamattina ho saputo che il Comando della Polizia Municipale di Mirandola, Modena, è stato dato alle fiamme e che due persone, due cittadini che alloggiavano nelle case comunali poste nel medesimo stabile, sono decedute a causa del fumo, mentre altre 20 sono rimaste ferite o intossicate, 3 in modo grave.
Tutto sembra essere iniziato poco dopo le due del mattino: il comando, a quell’ora, è deserto, poiché è da poco finito il terzo turno e fino alla riapertura al mattino non vi è presidio. Un giovane straniero riesce a sfondare la porta, entrare nello stabile, cospargerlo di benzina e appiccare il fuoco per poi fuggire con alcuni capi di vestiario. Notato da dei cittadini proprio perché con addosso pezzi di uniforme, viene segnalato ai Carabinieri, che lo arrestano poco dopo, a meno di cento metri dal comando ormai diventato un immenso rogo, mentre sul posto accorrevano i Vigili del Fuoco, le Ambulanze e gli stessi agenti di Polizia Locale.
L’identità dell’incendiario, che parrebbe essere un nord africano irregolare, è in fase di accertamento, così come ancora sono da verificare i motivi che lo hanno portato ad un gesto così grave: pare assodato che abbia avuto dei trascorsi – forse un verbale, forse un fermo – con i colleghi di Mirandola, ma è difficile risalire a quanto possa essere accaduto poiché il Comando fa capo ad un’unione di diversi comuni e la distruzione causata dall’incendio ha provocato la perdita del materiale cartaceo all’interno: la sede è infatti andata completamente carbonizzata.
Sono state le esalazioni del fumo ad uccidere un’anziana e la sua badante, nel sonno, mentre il marito è uno dei 3 feriti gravi tra i 20 che si sono contati al termine dell’intervento dei soccorritori.
Quanto accaduto è allucinante e pesa come un macigno sulla politica, locale e nazionale, che permette ad un Corpo di Polizia di avere sedi promiscue ad abitazioni civili. Che permette di avere comandi senza telecamere, allarmi e piantonamento nelle 24 ore. E lo permette perché la società si rifiuta di accettare, valorizzare, riconoscere il ruolo delle Guardie Cittadine nella tutela della sicurezza pubblica. Perfino ora, mentre si riempiono la bocca di “riforma”, hanno coniato il nuovo termine “sicurezza di prossimità” o “sicurezza urbana”, pur di non utilizzare quella locuzione “pubblica” tanto cara a certi Ministeri e nel nome della quale le Forze di Polizia Nazionali hanno sedi idonee a garantire la salvaguardia non solo degli agenti quanto quella dei cittadini. Se la sicurezza è “urbana” o “di prossimità” evidentemente avere l’obbligo di determinati standard non è considerato importante. Gli standard analizzati, quando si è in un contratto privatistico, sono sulla qualità delle procedure amministrative, non su quella della tutela delle persone. E così due civili muoiono in un attentato contro quello che dovrebbe essere un luogo a garanzia della tutela proprio delle vittime!
Non ho parole per dire cosa penso, cosa provo, per esprimere la solidarietà ai colleghi di Mirandola, alle famiglie delle vittime ed il disgusto verso chi ha permesso che questa oscenità accadesse, e l’effettivo incendiario è solo l’ultimo in una lunga serie di colpevoli che da domani torneranno a fregarsene della Polizia Locale, se non in campagna elettorale o come capro espiatorio, alla stregua di quanto avviene da 30 anni.
E non si dica che è “un caso” o “la prima volta”: aldilà dell’elenco di attacchi a comandi evidenziato nel recente articolo sugli anni di piombo, infatti, non bisogna andare più indietro del 2012 per ricordare che a Paderno Dugnano, Milano, era già stato tentato di appiccare il fuoco nottetempo ad un comando della Polizia Locale. E si possono ripercorrere le cronache di tutti gli ultimi anni per ricordare quanti attacchi ed attentati hanno subito le Guardie Cittadine: Manfredonia, Mogliano Veneto, Siracusa, per quanto riguarda le auto, fino a Fermo, dove nel 2015 sono stati sparati diversi colpi di fucile contro gli agenti in uscita a fine turno.
le Guardie Cittadine sono la polizia più prossima, sono la polizia che parte dalle soste e le guide senza documenti e finisce alle indagini per reati gravissimi, la polizia presente fuori le scuole, gli stadi, i concerti, le baraccopoli, i campi nomadi, la polizia con cui tutti hanno a che fare e verso la quale tutti si permettono di avere odio, astio e mancanza di rispetto, Stato in primis, che alla Polizia Locale rifiuta la dignità, le tutele e egli obblighi che avrebbero imposto misure di sicurezza tali da impedire che un attacco contro l’istituzione diventasse causa della morte di due innocenti.
Quante persone, in divisa e senza, dovranno essere intimidite, ferite o come si è visto uccise, prima che vi sia una forte risposta sociale e soprattutto politica che impedisca che fatti del genere si ripetano, portando per sempre la responsabilità ed il rimorso per quelli che sono già successi?
Il fuoco lo ha appiccato un extracomunitario, certo, ed è facile puntare il dito, parlare di porti chiusi e clandestinità,ma smettiamola di essere ipocriti e vigliacchi: il fuoco lo ha appiccato chiunque chiami la Polizia Locale “vigili” con intento denigratorio. Il fuoco lo ha appiccato chiunque insulti e vilipenda il nostro lavoro rispetto quello delle altre forze di polizia. Il fuoco lo ha appiccato chi permette che esistano uffici di polizia in condomini abitati da civili. Il fuoco lo ha appiccato chi non impone la dotazione di standard minimi di sicurezza. Il fuoco lo ha appiccato tutta quella moltitudine di dirigenti, politici e amministratori che mantengono lo status attuale nel nome del risparmio e lo giustificano denigrando costantemente la nostra figura agli occhi della popolazione. Il fuoco lo hanno appiccato i giornalisti che quotidianamente montano casi vergognosi sulla nostra pelle per aumentare le vendite e le reazioni indignate in un momento di calo di attenzione da parte dei lettori. Il fuoco lo hanno appiccato i comandanti che di tutto questo si rendono complici sminuendo le funzioni dei propri uomini per compiacere i politichetti locali e non imponendosi nel pretendere sedi e strumenti idonei. Il fuoco lo hanno appiccato i sindaci che per calcolo politico ed elettorale diffondono false notizie sull’operatività della loro Polizia Locale, diffondendo l’idea che si tratti di una polizia minore, diversa.
In molti hanno appiccato il fuoco: voglio vedere quanti e come pagheranno per queste fiamme.
Con solidarietà ai colleghi di Mirandola, con vicinanza ai parenti delle vittime, con disprezzo dell’assassino e vergogna di quanto accaduto.
http://www.foggiatoday.it/cronaca/arresto-piromane-san-severo-incendio-auto-vigili.html
E’ accaduto anche a noi per le squallide motivazioni, ma fortunatamente la Caserma è stata realizzata in posto “isolato” dopo una lunga battaglia con gli Amministratori locali.
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Un abbraccio a tutti i colleghi di Mirandola che ho avuto l’onore e il piacere di conoscere per il sisma del 2012, dove ho prestato servizio per una settimana.
Condoglianze ai parenti delle vittime.
Sov. Capo Andrea Ciambrone AUTOREPARTO 61 – Polizia Locale Genova
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