Polizia Locale · riflessioni

Dalle illazioni di un Sindaco la prima rivolta di categoria

Noi Guardie Cittadine siamo speciali: sappiamo essere divise su qualsiasi cosa, dal modo di lavorare, a cosa sia il nostro lavoro, fino a come vestire, che strumenti portarci e come formarci. Una cosa in cui però siamo tutti,o quasi, concordi, è la stanchezza unita alla consapevolezza di essere una categoria sfruttata da ogni parte per i più bassi scopi. Per i media siamo un comodo riempitivo se non sanno cosa inserire nelle notizie locali, meglio ancora se qualcosa di polemico o negativo, per la politica un burattino da far muovere a convenienza per mostrare i muscoli o l’umanità della linea più o meno interventista della Giunta e del Sindaco, per la gente un bersaglio da insultare ed allo stesso tempo un qualcuno da chiamare sapendo di avere in un modo o nell’altro risposta.

Questa cosa, nelle divisioni, fa sì che quando qualcuno ci insulta o peggio ci dequalifica, ci girino un po’ le scatole. Possiamo scannaci a vicenda sulla necessità o meno di portare un bastone o di avere come auto di servizio una panda piuttosto che una giulietta, uno stivale in luogo di un anfibio, ma se qualcuno mette in dubbio le nostre possibilità operative sappiamo unirci al di là di ogni sigla, associazione, opinione.

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un momento del dibattito incriminato

Ed è effettivamente quello che è successo quando tale Marco Ricci, sindaco del comune di Pesaro, in diretta televisiva, ha aggredito – letteralmente- il suo interlocutore sostenendo ripetutamente che “la Polizia Locale non può arrestare gli spacciatori: può fare solo cose amministrative” condendo il tutto con la classica “per queste cose ci sono la polizia ed i carabinieri”. A nulla è servito che la controparte – ex assessore alla Polizia Locale di Bergamo- gli facesse notare l’assurdità di tali uscite: il sindaco ripeteva e ribadiva la propria distorta immagine del nostro lavoro.

Il video incriminato si è diffuso a macchia d’olio nelle pagine dedicate alle Guardie Cittadine e la risposta, immediata e spontanea, è stata un vero assalto alla pagine personale del sindaco Ricci, scoperto peraltro essere un Vice presidente dell’ANCI, l’associazione comuni italiani, e pure con delega alle riforme: la persona peggiore nel posto più sbagliato, insomma. Ed è stata forte, questa risposta, e continuata, e decine se non centinaia di colleghi hanno rimbrottato al politico la sua gravissima mancanza non solo giuridica, ma anche semplicemente di rispetto nei confronti delle sue Guardie Cittadine, i cui compiti peraltro sono ben riportati nel Regolamento del Corpo pubblicato nella pagina del comune, sia rispondendogli direttamente sia linkando articoli dedicati a diverse operazioni delle Guardie Cittadine contro spaccio ed altre tematiche penali, completi di arresti, sequestri ed altri atti tipici della polizia giudiziaria. 

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La risposta del sindacato SulPl nei titoli di un giornale locale

Vogliamo pensare che il Sindaco abbia fatto marcia indietro, chiesto scusa, anche solo magari tentato di arrampicarsi sugli specchi nel classico gioco politico del “sono stato mal interpretato”? NO.

Macchè.

Anzi, ha pensato bene di cancellare le risposte e bloccare i colleghi da qualsiasi suo profilo social, ribadendo ai giornali le proprie ridicole posizioni, sottolineando come i “Vigili Urbani”, termine mai come in questo caso usato appositamente per demansionare e svilire, siano “di supporto” alle Forze di Polizia statali, dimostrando nuovamente di non avere cognizione delle nostre qualifiche di polizia e portando alla risposta di sindacati ed associazioni di categoria che hanno con comunicati ufficiali denunciato le sue parole e richiesto la sua rimozione da qualsiasi carica ricoperta nell’Associazione ANCI. 

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Un caso di operazione antidroga di questi giorni

Perfino il sottosegretario agli Interni Sibilia, ben noto in queste pagine, ha scritto un post in cui ha ribattuto alle parole del Sindaco e condiviso una qualsiasi notizia relativa un intervento antidroga. Peccato che poi abbia voluto sottolineare la nostra importanza “nella sicurezza di prossimità” senza avere il coraggio di scrivere “sicurezza E BASTA”, senza specificazioni o comunque divisioni di ambiti con altre forze.

In ogni caso non avevo mai visto la categoria così unita ed offesa, ma anche così difesa, da giornali e figure politiche, e perfino cittadini, che hanno ricordato al Sindaco di Pesaro che la Polizia Locale ha le medesime qualifiche ed i medesimi poteri delle Forze dello Stato, al di là dei limiti territoriali piuttosto che temporali in ogni caso derogabili dalle deleghe della Procura, unica autorità cui si dipende nelle attività di Polizia Giudiziaria.

Un bello spettacolo non solo di Unione, ma anche, finalmente, di orgoglio professionale nel rivendicare non solo le nostre possibilità istituzionali ma anche e soprattutto la necessità di una riforma che metta in chiaro a tutti, ANCI in testa, cosa siamo – poliziotti- e sopratutto cosa NON siamo – i birri dei sindaci – in modo tale da impedire simili illazioni pubbliche ed istituzionali nei nostri confronti.

Chissà che da una cosa negativa non ne arrivi qualcuna di positiva, in particolar modo in questo momento di crisi di governo che ci fa temere, per l’ennesima volta, che una caduta freni bruscamente e faccia ripartire da zero il nostro progetto di riforma.

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Da A me le Guardie, buona Pasqua a tutti col più bel uovo che ci sia mai capitato di vedere. 

Un pensiero riguardo “Dalle illazioni di un Sindaco la prima rivolta di categoria

  1. Continuo a sostenere che la polizia locale deve essere al servizio del Sindaco, ma non dipendente dal Sindaco. Classe di plurinquisiti la Regionalizzazione è la via

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