Nuova convocazione per le rappresentanze delle Guardie Cittadine presso il Ministero dell’Interno per portare avanti i lavori relativi, si spera, il nostro percorso di riforma.
Tutto molto bello? Parliamone. I sindacati invitati sono infatti la Triplice che più di ogni altro ci ha sempre ostracizzato ad ogni livello, da quelli locali a quelli statali, e l’unico sindacato di categoria convocato è il CSA- Ospol, il quale, magari assieme alla UIL, la meno peggio delle tre parche sindacali, ha l’arduo compito di arginare quello che ho il terrore possano dire CGIL e CISL sulla nostra realtà.

Inevitabili le reazioni social a questa notizia: tra chi si dice quantomeno considerato dal fatto che l’iter stia proseguendo, sono invece molti ad esprimere la mia stessa preoccupazione viste le sigle convocate, che, per rendere la situazione chiara a chi non è avvezzo alla lotta interna la categoria, è un po’ come chiamare dei vegani a discutere un’eventuale legge sulla caccia.
Un piccolo movimento spontaneo di colleghi ha preso a scrivere sui vari comunicati entusiastici delle singole sigle la necessità che la Polizia Locale sia inserita in toto nella legge 121/81, ovvero la normativa delle forze di polizia nazionali: alcuni rappresentanti han già espresso la loro perplessità sulla possibilità ed anche A me le Guardie era stato cauto sull’illudersi di tale opportunità nei precedenti articoli dedicati.
La domanda che ci sorge spontanea è quale sia l’iter che effettivamente stanno seguendo: ricordiamo che, parallela al ciclo di incontri portato avanti dai sottosegretari Sibilia e Molteni, vi è la discussione parlamentare su ben 7 diverse proposte presentate alla Camera, dalle quali in teoria tirarne fuori una sola.
Allo stesso tempo agli occhi di Sibilia e Molteni, durante le precedenti riunioni, ne sono state presentate più o meno altrettante non soltanto dai sindacati, ma anche dalle associazioni di categoria, questa volte però escluse, a quanto pare, dal prosieguo dei lavori.
Le varie proposte sono state più volte analizzate su questa pagina, e, al di là dell’enorme articolo su quelle depositate alla Camera va ricordato che solo un paio ci sono sembrate discrete, e che nessuna, a conti fatti, parla di un nostro inserimento effettivo all’interno della 121/81, così come ben poche trattano la possibilità di un contratto di tipo pubblicistico, tutte si guardano bene dall’obbligare al servizio nelle 24 ore ed infine nessuno ha pensato di statuire che il precariato di polizia debba essere abolito. Tutto quello che A me le Guardie sperava venisse trattato, in sostanza, non è stato neppure ipotizzato e le parole, sui social, di qualche rappresentante di CGIl e CISL hanno già fatto capire che quella che vogliamo chiamare Riforma sarà in realtà, e se sarà, poco più che una revisione della legge 65 con forse qualche aggiunta e contentino, ma con i medesimi capisaldi quali la stretta dipendenza al Sindaco, le limitazioni alle qualifiche, gli orari casuali, forse perfino i contratti decentrati.
Una doccia fredda per tutti noi, certo, ma che potrebbe anche diventare ghiacciata se si pensa che UNA delle proposte in commissione, peraltro firmata da uno dei fedelissimi del Ministro dell’Interno, prevede addirittura la limitazione della qualifica di PG alla sola tipologia di reati di competenza al Giudice di Pace, di fatto peggiorando il nostro status, ma allo stesso tempo probabilmente raccogliendo consensi tra tanti che a quelle sigle chiamate al Viminale hanno dato il voto.
L’impressione di A me le Guardie è che si stia correndo non soltanto alla definitiva distruzione del sogno di una vera Riforma, ma che addirittura si stia preparando il terreno ad una cancellazione della Polizia Locale per come la conosciamo oggi per un passo indietro verso quella che era la figura culturalmente data al Vigile Urbano. In sostanza un statuire che la Polizia Locale non ha motivo di essere ricompresa nelle forze di cui alla 121 perché si farà in modo che essa non possa più averne “sovrapposizioni” o “conflitti di competenze” dovuti alla parità di qualifiche.
Prende invece tempo il grande escluso da questa convocazione, ovvero il SulPl. In un comunicato giuntomi mentre stavo progettando il presente pezzo, la segreteria generale del sindacato che più si è legato al filo doppio con la linea politica leghista minimizza la mancata convocazione ritenendo che trattasi di un colloquio con realtà “affini alla polizia locale solo per l’amministrazione di appartenenza” e pertanto “un dovuto atto di informazione e confronto” coi rappresentanti di altri uffici comunali, rimandando a futuri incontri in cui sono certi saranno invitati pure loro le vere discussioni sul la nostra sorte.
Mi pare come di sentire Jannacci in sottofondo mentre leggo tutto questo, ma se ne sono convinti loro non posso che augurarmi abbiano ragione, perché in cuor mio non riesco a trovare motivi di ottimismo in questo desolante quadro, e nemmeno la fiducia che pur ripongo nell’unico sindacato che ritengo degno di tal nome tra quelli convocati, il CSA, mi permette di avere grandi speranze.
Purtroppo siamo in un momento difficile della storia, un momento in cui “Le Guardie Cittadine non devono essere quel che l’italia merita, ma quello di cui l’Italia ha bisogno”, e, purtroppo, il bisogno in questo periodo è, come non mai, quello di un capro espiatorio da mantenere nella mediocrità e nel limbo, il cui sfigurare non vada ad intaccare l’immagine dello Stato e così poco stimato da poter anche il Comune eventualmente prendere le distanze. Qualcuno che si sporchi le mani dove gli viene detto di sporcarle e da poter poi deridere per il suo averle sporche.
Di una nuova Polizia moderna, competente, equipaggiata ed efficiente, non c’è bisogno. Serve la non polizia degli autovelox, dei blocchi, delle multe, del fastidio, delle armi non di reparto e delle figuracce da rovesciarci addosso. Una Polizia in grado di disarmare un pazzo che ha appena finito di scaricare una pistola in una piazza, ma che deve essere normale che per questo non venga praticamente neppure citata.
Siamo quello di cui l’Italia ha bisogno e nessuno ha interesse di trasformarci in quel che meritiamo di essere.
Bisogna esserne consapevoli, quando si tratta con una falange politica che ha fatto di populismo ed abbassamento del livello culturale la propria strada al successo, capendo che cosa rappresentiamo per il loro elettorato, e quali decisioni gli porterebbero più o meno voti. Questo conta. Il resto è casuale.
La colpa a chi? Chi è causa del suo male, pianga se stesso. Troppo gentili, troppo vili, troppo divisi, troppo tutto. Cambiamo mestiere
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