Era il 1983 a Corato, in provincia di Bari: il commissariato di Pubblica Sicurezza di Corato e le Guardie Cittadine – allora Vigili Urbani – venivano bombardati di segnalazioni relative una banda di delinquenti incappucciati che, nella notte, aggredivano le coppiette in cerca di intimità e, pistola alla mano, si facevano consegnare i valori, i soldi per poi, non contenti, picchiare i ragazzi e spesso violentare le ragazze. “La violenza sulla donna diventava una sorta di vergogna da tenere riservata per non suscitare scandalo tra la gente, il rischio di passare da vittima a una poco di buono era alto. La cultura di allora a volte giocava brutti scherzi per non dire altro.”.
Contro questa barbarie le Guardie Cittadine decisero di risponder organizzando nuovi turni notturni mirati appositamente agli appostamenti a caccia della banda di delinquenti, ed il risultato dell’operazione verrà raccontato nella Storia di Guardie di oggi.
Gli agenti Rosito, Tarantino, Rutigliano e Bovino cominciarono gli appostamenti nelle zone ove erano avvenuti la maggior parte dei casi, due, con un’auto, si andavano a posizionare dove normalmente si imboscavano le coppiette, e gli altri, dietro, restavano nascosti, pronti ad intervenire. Trascorse più di una settimana e nessun evento si verificò finché una sera Michele Rosito e Fedele Tarantini appostati in via Vecchia Trani videro una macchina accostarsi lentamente. Dopo qualche minuto scesero dall’auto due uomini che con fare sospetto si avviavano verso il nostro mezzo. Capimmo subito le loro intenzioni e decidemmo senza pensarci due volte di agire, ci preparammo e appena aprirono la porta, lato guida, della nostra autovettura intervenimmo.
I banditi, uno dei quali rimasto a bordo del loro veicolo, accortisi di non avere di fronte una coppietta, tentarono la fuga risalendo in auto, tallonati dai mezzi delle Guardie Cittadine. Dopo un lungo inseguimento il conducente dell’auto in fuga, nell’affrontare una curva a gran velocità, perse il controllo del mezzo ed andò a schiantarsi contro un olivo. Come cantava Jannacci “ci sono stati pugni, spari, grida e botte”: uno dei tre malviventi rimase ferito durante lo scontro dell’auto mentre gli altri due reagirono con veemenza nei nostri confronti ma riuscimmo a sopraffarli e ad ammanettarli, ma alla fine i colleghi riuscirono ad arrestare i tre delinquenti e portarli al comando, dove,messi alle strette e riconosciuti dalle vittime, vennero infine deferiti al Tribunale con le accuse di Rapina a mano armata, aggressione, violenza carnale, aggressione a pubblico ufficiale. Il quarto uomo della banda, non presente quella notte, rimase sconosciuto ed impunito, gli altri furono condannati a 8 anni di reclusione.

La Storia di oggi, come quella sulla rapina alle Eolie ci insegna a ricordare con rispetto ed onore quel tempo in cui fummo Vigili Urbani, ci impone di onorare la grande storia di quegli uomini sui quali, in una situazione giuridica forse ancora più complessa e difficile di adesso, in un contesto sociale diverso, ma non per questo meno pericoloso, abbiamo sempre più spesso testimonianze dove vengono dipinti come vere Guardie a tutela della loro cittadinanza. In particolare queste Storie ci insegnano a diffidare di coloro che tentano di infangare quel nome e quel termine, tentando di voler proporre l’immagine del Vigile urbano panciuto ed incapace, che col dito alzato è buono solo a fare ramanzine ad annoiati automobilisti indisciplinati, e che tentano in ogni modo, anche dall’interno, a farci credere che il nostro dovere sarebbe quello di esattori comunali disarmati e incompetenti, capaci solo di chiamare “gli altri” in caso di pericolo, invece di valorizzare il nostro ruolo di Guardie Cittadine.
La Storia dei colleghi di Corato è stata diffusa di recente dal quotidiano locale il quarto potere, dal cui articolo provengono le testimonianze dei coinvolti.
Gli attributi ci sono! se c’è buona volontà e spirito di iniziativa si possono fare tutte le operazioni di polizia che si vuole! e molti colleghi lo hanno dimostrato portando a casa degli ottimi risultati..poi se ci si vuole rilegare nei panni del Ghisa che dirige il traffico e fa l’esattore…, se il lavoro lo si fa con passione e orgoglio e ci devi mettere tanto del tuo, ma questo in ogni ambiente.
buona giornata
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