Ormai qualche anno fa pubblicammo su A me le Guardie un articolo in cui si tentava di “spiegare” ad un neofita cosa volesse dire entrate a far parte delle Guardie Cittadine. Premetto che il “ragazzo di 22 anni” che all’epoca ispirò quell’articolo oggi è un collega di ruolo e di questo non si può non essere fieri ed orgogliosi, con questo nuovo pezzo l’obiettivo sarà invece quello di dare una linea guida ai neofiti ormai concorsisti alle prime armi su come destreggiarsi tra i mille concorsi, i diversi contratti, le tante materie che sono la base degli studi necessari per affrontare una selezione per fare parte della Polizia Locale, in un periodo che vede i concorsi moltiplicarsi e le prove mutare ed evolversi alle nuove richieste sociali cui la categoria deve rispondere.

Iniziamo col dire che i concorsi si dividono essenzialmente in due categorie più una: le selezioni a tempo determinato e quelle a tempo indeterminato, nel mezzo- e da qui il “più una” – ci sono i contratti di formazione lavoro, sempre più utilizzati. I concorsi per le Guardie Cittadine possono essere banditi dai singoli enti comunali o dalle Unioni di Comuni, e la graduatoria, per quanto stante le nuovi disposizioni resta valida solo per i posti messi a concorso – e non per successive assunzioni a meno di dimissioni da parte del vincitore – può essere usata anche da altri enti purché tale possibilità sia messa nera su bianco dal bando.
Le prove concorsuali per un contratto a tempo indeterminato possono variare da un minimo di 3, compresa la preselezione, ad un massimo di cinque quando vengano previste più prove scritte ed una di idoneità fisica o di guida veicolo. La preselettiva è spesso una prova basata su un test a crocette che, in base alla scelta del comando possono essere di cultura generale, meramente psico attitudinali o basate sulle materie a concorso – basta che la cosa sia ben specificata nel bando – il cui passaggio è spesso a sbarramento numerico (i primi X) ed il cui risultato non fa media coi voti delle vere prove concorsuali.

Seguono una o due prove scritte, a risposte brevi, a forma di tema o di redazione di un verbale. Su queste prove i comuni hanno totale libertà di scelta e non esiste alcuna linea guida cui devono rispondere per decidere in che formula e che modalità esporre le domande o gli argomenti, salvo ovviamente le classiche norme di pubblicità e di trasparenza delle prove concorsuali: un candidato volontario viene invitato a scegliere tra diverse buste sigillate e quella scelta viene letta davanti tutti i concorsisti per poi essere distribuita ad ognuno fino al momento dell’inizio della prova. Durante le prove è normalmente vietata la consultazione di testi di legge, ma alcune commissioni danno a disposizione dei codici non commentati.
le prove di guida motoveicoli, spesso utilizzate come scrematura più che per una reale intenzione di mandare i neo assunti in servizio motociclistico, sono solitamente analoghe a quelle previste per la patente di guida A, anche se possono integrare alcune nozioni basilari sull’utilizzo dei sistemi di emergenza.
Le prove fisiche, di cui il veneto è stato apripista – ai tempi in cui concorrevo andavano di moda flessioni e corsa – sono spesso un certo numero di trazioni (da 3 a 5 in media) un certo spazio da percorrere in un tempo minimo (va di moda il chilometro in un tempo tra i 4 ed i 5 minuti) ed ultimamente si è aggiunto il salto in alto tra i 90 ed i 120 centimetri: spesso le prove fisiche sono diversificate in base al sesso dei concorrenti. La giurisprudenza si è spesso espressa a favore di tali prove, sebbene certa parte di concorsisti e di categoria non le ritengano legittime per le selezioni delle Guardie Cittadine: invito quest’ultimi a rivedere le loro scelte di vita.
Concludono l’iter le famigerate prove orali, nelle quali il candidato estrarrà le domande, spesso su tre macro argomenti (stradale, penale, amministrativo) sulle cui basi si svilupperà l’analisi della commissione. Non di rado alle prove orali è affiancato alla commissione uno psicologo, che emetterà una valutazione psico- attitudinale sul candidato. le prove di inglese ed informatica riguardano spesso traduzioni o brevi dialoghi, nonché prova di conoscere le basi minime di utilizzo dei sistemi word e dell’informatica in generale.

I concorsi a tempo determinato, che A me le Guardie continua a ritenere la morte professionale della categoria, hanno spesso mere esigenze stagionali e mirano ad avere un certo numero di “ausiliari con qualifica di agenti” da indirizzare alle mansioni più dirette nei mesi di alta affluenza turistica in mete balneari o sciistiche: spesso vestiti soltanto di una divisa basilare quando non direttamente in pettorina, gli stagionali non vengono equipaggiati e sono formati in maniera molto veloce per essere messi immediatamente su strada con compiti prettamente viabilistici e di controllo soste, salvo magari realtà particolari in cui verranno adibiti a rafforzare le pattuglie impegnate contro l’abusivismo commerciale.

Esistono, fortunatamente, comandi dove anche figura del precariato è rispettata e vestita di autorevolezza e dignità, con medesimi equipaggiamenti e formazione dei colleghi di ruolo, nonché inserimento completo nella turnazione e nei servizi, magari con la speranza di portare avanti il personale fino la stabilizzazione. Non di rado vengono usate anche per assunzioni temporanee le graduatorie a tempo indeterminato. I concorsi per precari sono solitamente più semplici di quelli di ruolo e presentano una prova preselettiva ed una fisica/orale.
In mezzo al ruolo ed al precario c’è la formazione lavoro, una scelta molto utilizzata di questi tempi perché permette all’amministrazione di mettere un limite di età – 32 anni- e di avere ben un anno di tempo per valutare una persona invece dei canonici sei mesi. Per tutta la durata della formazione – solitamente un anno appunto – la persona è a tutti gli effetti a tempo determinato, con relativi sgravi fiscali da ambo le parti, ed il Comando è obbligato a dare una formazione (appunto) sulla base della quale testare la persona ed, al seguito di una prova, confermarne quindi l’assunzione in ruolo. La mancata conferma di una formazione-lavoro, quindi, necessità di una solida motivazione basata su una palese inadeguatezza alla posizione ed il mancato superamento della formazione.

Per quanto riguarda la preparazione, è inutile nascondere che le materie sono davvero molte: diritto costituzionale, con particolare riferimento all’art. 117 Cost. e seguenti, diritto amministrativo (241/90 e 689/81), legge quadro sulla Polizia Locale, diritto penale e procedura penale (in particolare gli articoli dedicati alla polizia giudiziaria, alle procedibilità alle facoltà di arresto, ai delitti contro la pubblica amministrazione e dei pubblici ufficiali), codice della strada, normativa sull’immigrazione e la pubblica sicurezza, diritto degli enti locali (ahimè), nozioni di diritto commerciale, ambientale ed edilizio, diritti dei pubblici dipendenti, normativa sulla privacy e non di rado molti comandi chiedono appositamente normative locali in modo da selezionare personale del posto.
Esistono dei corposi testi dedicati alla formazione il cui utilizzo è assolutamente consigliato, peraltro stando sempre attenti a consultare le edizioni più aggiornate: non c’è nulla di peggio di imparare delle normative senza sapere che sono sorpassate. Al testo dei libri consiglio di affiancare quello delle leggi, così da poterne sottolineare i passaggi salienti, in particolare nel caso del Codice della Strada è buona cosa lo studio direttamente da prontuario. Per essere certo di passare personalmente ho usato un approccio universitario, con testo normativo, librone per la preparazione, quaderno ove scrivere appunti dall’uno e dall’altro ed il tutto dandomi ferrei tempi da passare in biblioteca (un 4 ore al giorno aiutano) ed affrontando un argomento alla volta, ripassandolo di tanto in tanto. Alla difficoltà delle prove, infatti, va aggiunto il particolare che essendoci spesso molte domande per pochi posti la differenza tra un idoneo ed un vincitore è data proprio dai particolari, dai dettagli che il “semplice” studio sul manuale non permette di assimilare.
Avere un amico appartenente che spiega e dissipa i dubbi sicuramente aiuta, così come possono aiutare i vari corsi che spuntano sul territorio. Personalmente consiglierei di affidarsi a quelli delle associazioni di categoria piuttosto che a scuole professionali private che, magari avendo anche formatori di eccellenza, raramente hanno anche la capacità di trasmettere la passione – o di far scoprire che non è il proprio campo – che è invece una caratteristica fondamentale di corsi tenuti da chi Guardia Cittadina lo è.

Quindi che dire? A parte augurare buona fortuna, non resta che invitare a “fare come Paperoga”, perdonandogli il termine Vigile Urbano, e correre quindi ad iscriversi ai prossimi concorsi, nell’augurio che questo articolo sia un punto di partenza per tante future Guardie Cittadine!