L’anno, per me, si chiude con una caduta. Un vecchio infortunio mai trattato come si deve ha tradito e mi ha fatto cedere una volta di più. Mai problemi, si torna più in gamba di prima – ci vuole poco – in breve tempo, ma anche questo ha avuto lati positivi. In particolare, mi ha fatto riscoprire un livello di colleganza veramente rigenerante, più curativo di qualsiasi terapia. I colleghi, del comando e non, si sono rivelati eccezionali, dei fratelli, degli amici, tendendomi la mano ed aiutandomi non poco, considerato che l’appoggio famigliare più vicino è a 300 chilometri. Un 2018 si chiude con una caduta che è anche la resurrezione di quel cameratismo che dovrebbe essere la base di ogni rapporto tra Guardie anche di città lontane. Una colleganza, un’unione, un calore tra di noi che se sapessimo trasportare anche nelle nostre lotte ci renderebbe una forza riformista inarrestabile.
Quest’anno finisce anche con diverse belle operazioni trattate nella nostra pagina facebook, da diversi arresti a Milano, gran sequestri di botti illegali a Napoli, indagini per stalking a Piacenza, purtroppo feriti gravi a Venezia e tanto altro, tanti piccoli passi verso un riconoscimento sociale della nostra figura quale forza di polizia a tutti gli effetti. A livello politico, invece, al di là della incresciosa lotta del sindaco di Milano contro i suoi stessi agenti e di qualche deprimente riga in un deludente decreto sicurezza, non abbiamo visto alcun miglioramento effettivo delle nostre condizioni professionali, se non addirittura un “ritorno” indietro rispetto le previsioni dell’ex ministro Minniti, in particolare per quanto concerne l’accesso ai sistemi d’indagine delle Forze nazionali.
La lotta sindacale, invece, ha visto finalmente muoversi qualcosa nella direzione di un unità di intenti e richieste da parte dei nostri rappresentanti e una larga diffusione della concezione della Guardia Cittadina armata, con l’avvio od il termine delle procedure di armamento di comandi “feudi” del vecchio, anzi, illogico ed estemporaneo – l’idea del “vigile armato” risale ai primi del ‘900 ed è alla fine dello stesso secolo che si è pensato si potesse farne a meno – concetto dell’operatore disarmato: Cinisello Balsamo ha infatti terminato le fasi di armamento e Trieste le ha iniziate. Proprio in questi giorni vediamo la lotta in tal senso anche a Ferrara. Tra i neo armati vediamo inoltre San Donà di Piave. Non ci risultano, infine, comandi che abbiano dismesso le armi.
Un 2018 segnato anche purtroppo da diversi lutti, dalla morte di un collega in servizio a quelle di tanti per malattia o suicidio, causa, quest’ultima, anche di tante perdite nelle Polizie Nazionali. Numeri veramente da paura che tendono e superano le due cifre per ogni forza del nostro paese. Numeri che ci fanno pensare e riflettere sull’appoggio che ognuno di noi che indossiamo la divisa dovrebbe avere dallo Stato che serve. Non da meno sono state le aggressioni, con una Polizia Locale, che, pur restando terza nella classifica del numero di agenti aggrediti, è la prima nel rapporto tra numero di feriti e di appartenenti.
A questo proposito, parlando invece di cose positive, è stato un 2018 di formazione, scambi interforze e grande crescita professionale, di saldamento di legami già in essere e creazione di nuovi, un 2018 che vede non solo me, ma penso tutte le Guardie Cittadine più formate e coscienti del loro ruolo nella società e necessità di esservi preparate.
Per il 2019, nemmeno a dirlo, il sogno di A me le Guardie – a parte quello personale di risolvere l’attuale impedimento fisico e di tornare nella mia Serenissima – è quello di una lotta continua fino alla nostra riforma ed in particolare:
- Contratto con apposita area, di tipo pubblicistico, volendo anche nel comparto enti locali, ma pubblicistico, così come è pubblicistico quelle delle Forze di Polizia Nazionali nel comparto statale.
- Albo nazionale dei comandanti e degli ufficiali.
- Uniformità di trattamento previdenziale, di tutele giuridiche e pensionistiche alle Forze di Polizia dello Stato.
- Uniformità di requisiti concorsuali per accedere al ruolo di Agenti di Polizia Locale, superamento del vergognoso sistema del precariato di polizia in luogo di accordi coi comuni vacanzieri per il trasloco temporaneo di agenti dell’entroterra durante le stagioni turistiche.
- Uniformità e completezza di equipaggiamenti, ovvero arma, giubbotti antiproiettile ed antitaglio, spray al peperoncino, bastone distanziatore, taser e cuscini/protezioni per TSO.
- Uniformità di formazione tramite scuole regionali sulle basi di programmi stillati in concerto con gli istituti di formazione delle altre Forze di Polizia.
- Obbligo di istituzione di Corpi con un numero minimo di operatori tale da garantire la copertura h24 del territorio con dipendenza dalla Centrale Operativa del comune capofila per quei comuni che non hanno i mezzi od il personale per dotarsi di centrale propria.
- Uniformità di divise e livrea, differenziate dal solo stemma territoriale, in modo da non obbligare gli agenti a passare volte mesi senza vestiario in caso di mobilità e gli enti a spendere capitali per vestire i nuovi arrivati.
- Qualifiche di Polizia Giudiziaria e Pubblica Sicurezza valide su tutto il territorio nazionale, ma con funzioni limitate in quello di competenza, salvo stato di estrema necessità , con relativo porto dell’arma in dotazione senza limitazioni di sorta, in modo tale da superare i tempi morti in attesa di nuovi decreto in caso di suddetta mobilità e la vergognosa condizione di semi libertà vigilata degli appartenenti.
- Validità in tutto il territorio nazionale della patente di servizio e relativo obbligo della stessa per condurre i veicoli d’istituto.
BUON 2019, GUARDIE CITTADINE!