La Storia di oggi rappresenta un caso forse unico nel panorama delle Guardie Cittadine e non solo. E’ noto che le Forze di Polizia dello Stato hanno un loro comparto sanitario dove sono assunti medici ed infermieri, su concorso, per la gestione delle pratiche sanitarie inerenti gli appartenenti al Corpo. Esistono medici ed infermieri così come ambulanze in Polizia – o nei Carabinieri, nella Penitenziaria, nella Finanza – ma non esistono, come in America, ambulanze di polizia od operatori di polizia che facciano servizio sanitario per il pubblico. Almeno non ordinariamente. Tanto meno in Polizia Locale.
A me le Guardie ha avuto l’occasione di conoscere una Guardia Cittadina di Trieste che per sua scelta, già arruolato nel Corpo di Polizia Locale del capoluogo friulano, ha intrapreso gli studi e poi la carriera di infermiere, con tanto di iscrizione all’albo ed attività di pronto soccorso – quale volontario – per il 118. Una dualità di competenze che ha permesso al collega di operare manovre di primo intervento e recuperare una persona colta da arresto cardiaco in strada, come ci racconta in questa curiosa Storia di Guardie.
Sono un assistente scelto della Pl a Trieste, in servizio dal 2000. Attualmente in servizio al pronto intervento che da noi si chiama Reparto Motorizzato.
Nel 2012 mi sono iscritto all’università alla facoltà di infermieristica, che ho frequentato lavorando e con una bimba che, all’epoca, aveva sei mesi. Ho sfruttato le ore studio, i congedi parentali e ho frequentato anche un paio di corsi per un totale di due mesi alla UCLA (university of California Los Angeles) laureandomi in regola con 110/110 e lode, superando quindi l’esame di stato e iscrivendomi all’albo. Ho usufruito di un periodo di aspettativa dopo la laurea durante il quale sono andato a lavorare per 8 mesi come infermiere in Pronto Soccorso, poi ho fatto ritorno al mio comando. Ho diverse certificazioni (bls-d, pbls, acls ecc) e continuo a lavorare saltuariamente come infermiere(attività extra istituzionale autorizzata) su ambulanze convenzionate 118/112 della mia regione.

Ero in pattuglia e ho sentito dei colleghi chiamare per radio richiedendo in ambulanza per persona in arresto cardiaco in strada. Loro avevano già iniziato il massaggio (bravissimi).
Io ero vicino e, d’iniziativa, mi sono recato sul posto. Ho coordinato i colleghi e, nell’attesa del soccorso avanzato, ho posizionato un accesso venoso (manovra infermieristica) per guadagnare tempo in modo da essere pronti a iniziare con i farmaci una volta raggiunti dal medico.
Ho assistito il medico nel soccorso avanzato, il paziente ha ripreso polso ed è stato portato in ospedale, ancorché in condizioni molto critiche (era molto anziano, è morto dopo pochi giorni purtroppo).
Al mio rientro in Reparto ho spiegato -e compiutamente relazionato- al mio ufficiale che ho eseguito manovre nei limiti delle competenze e di ciò che prevede il codice deontologico, che peraltro nel caso degli infermieri è una Legge dello Stato ed è mio dovere applicare.
Dopo qualche imbarazzo, ad ogni modo, alla annuale festa del Corpo in occasione del l’anniversario della Fondazione io e i colleghi coinvolti abbiamo ricevuto un encomio per il nostro operato.

A Me le Guardie non ha mai ritenuto che quello della Sicurezza fosse un comparto a tenuta stagna e separato da quello del Soccorso, anzi, siamo fermamente convinti che Sicurezza&Soccorso viaggino di pari passo e che ogni agente di polizia dovrebbe essere in grado di prestare le manovre basilari del primo soccorso – bls, bls-d, manovra di Heimlich, controllo delle emorragie massive – in quanto molto spesso sono proprio le Forze di Polizia le prime ad intervenire sul luogo di un incidente, un malore, un’aggressione.
Il percorso professionale che abbiamo visto oggi è chiaramente un qualcosa di aggiunto, la prova che esiste la possibilità di essere “oltre” guardie anche qualcos’altro di diverso, ma speculare.
A Fulvio vanno le nostre congratulazioni ed i ringraziamenti per aver condiviso con noi non solo il suo intervento ed il suo encomio, ma tutta la sua duplice storia professionale, sperando sia di esempio per molti di noi, se non per darsi all’infermieristica, quantomeno per frequentare corsi di primo soccorso.
