Con l’avvicinarsi del Natale si avvicina anche il momento di fare i conti con l’anno ormai vicino alla conclusione. Chi scrive non è mai stato cattolico quindi mi permetto anche di saltare la solita tiritera natalizia sui buoni sentimenti, i regali, Gesù bambino e tutto il “varietà religioso”, per citare il mai dimenticato Sergente Hartmann di Full Metal Jacket. Chiaramente è impossibile non sentire la particolare atmosfera del periodo, tuttavia buona cosa è distinguere quello che è appunto “atmosfera” e quello che è la realtà. La realtà è che nel 2018 non ho solo perso io, professionalmente e personalmente, la mia lotta per credere in un’evoluzione delle Guardie Cittadine, ma che tutti noi abbiamo di nuovo perso ogni opportunità che essa avvenga. Ed è questa triste situazione che ripercorreremo, nel nostro canto di Natale.

Il Governo attuale, votato, voluto, sognato e sperato da tanti di noi, ci ha traditi più volte di qualunque altro. L’anno scorso l’ormai ex ministro Minniti ci aveva resi protagonisti della sicurezza delle nostre città, ci aveva restituito causa di servizio ed equo indennizzo, aveva scritto a chiare lettere che per noi si doveva provvedere ad un accesso SdI completo e senza filtri.
Questo esecutivo ha per due volte ribadito che la Polizia Locale deve basarsi su agenti temporanei – la prima per i venditori abusivi la seconda per lo spaccio nelle scuole – ha creato una divisione tra operatori di capoluogo e di provincia con la possibilità di dotare solo i primi di taser e del citato accesso SdI, peraltro limitato rispetto la visione del primo Decreto Sicurezza, ha prodotto una “Interpretazione autentica” che ha peggiorato ancor di più la visione del nostro porto d’armi, ha tradito ogni più piccola speranza che avevamo riposto in loro e lo ha fatto dopo aver convinto tanti di noi a votarlo, programma elettorale prima e di governo dopo alla mano.

D’altro canto non si può dire che, al di là delle continue operazioni ed interventi di grande spessore che pubblichiamo sulla nostra pagina facebook, la reazione delle Guardie Cittadine sia la migliore. Proprio oggi ho litigato, e si, dico litigato, perché la pazienza è finita, come almeno una mezza dozzina di colleghi che, impegnati come sempre nella sistematica autodemolizione dell’amor proprio della categoria, sono ancora a ripetere ossessivamente sui social che “siamo dipendenti comunali” che “dobbiamo chiamare quelli competenti per l’ordine pubblico” che “il nostro lavoro sono le multe e le sanzioni”, il tutto senza un briciolo di amor proprio, convinti, assolutamente indottrinati che la loro funziona sociale sia quella di sanzionare la gente per bene e chiamare le forze statuali per qualsiasi cosa vada oltre il compilare un bollettario, un rapporto di incidente, un verbale di ispezione. Sono talmente indottrinati dalla figura odiosa e caricaturale che ci è stata cucita addosso negli ultimi 20 anni che non riescono ad uscirne, a leggere le loro qualifiche e competenze reali, a guardare cosa fanno i colleghi di tutto il paese ed a capire che dietro ogni sequestro di droga, ogni sgombero, ogni RONI o Scorpion, ogni indagine fuori territorio ed ogni intervento su rissa ed omicidi più o meno tentati c’è dietro un’autorità giudiziaria che ha delegato e convalidato. Con colleghi così, demotivati e probabilmente nati male come operatori di polizia e Guardie Cittadine, convinti che la divisa sia solo uno strumento per fare la voce grossa coi deboli ed essere un lurido miscuglio tra uomini dello sceriffo ed assistenti sociali e con il ventisette del mese come unico valore certo della loro vita professionale, ho esaurito la pazienza e per loro ci saranno solo insulti, stigmi e odio: quegli stessi insulti, stigmi ed odio che le loro azioni e il loro modo malato di vedere il nostro dovere portano a tutta la categoria.

E il futuro? Nella novella di Dickens come nella realtà, il fantasma del Natale futuro era quello più cupo, crudele e pessimista, questo perché il futuro dipende dal passato e dal presente e quello di Scrooge, come quello delle Guardie Cittadine, era un futuro senza speranza. Veder morire persone a causa sua ed a sua volta crepare solo come un cane per lui, restare dei burattini nelle mani di sindaci ed amministratori che ci detestano ed essere usati come capro espiatorio di tutto ciò che è polizia, ma che non piace a media, cittadini ed altre forze, per noi. Questo, ad oggi, è il nostro evidente destino, e non bastano le pur eccezionali attività di servizio e non di ogni giorno a cambiarlo. Abbiamo contro un sistema troppo potente che ci vuole stritolati nel ruolo più basso ed abbietto di un uomo di legge: quello dello sgherro del potente di turno. Del boia che impicca la gente con la corda d’oro. Del funzionario-macchietta-macchina senza sentimenti che sanziona di 1200 euro il venditore di arance che per questi tre giorni si è messo a vendere pure stelle di Natale. Del pavido in divisa che mentre la celere affronta i facinorosi si allontana e mette al sicuro. Dell’insopportabile pedante che nel nome delle “regole” stacca bollette ai veicoli mal parcheggiati fuori una scuola dove si sta svolgendo una festa di Natale.

La reazione di Scrooge agli spiriti la conosciamo: poteva arrendersi a quello che era stato per tanti anni, ed accettare di morire da solo ed essere destinato all’inferno, oppure, come vediamo nell’opera e nelle varie trasposizioni, poteva cambiare, rimediare ai suoi errori, fare quello che era giusto, ed accettare che forse fosse già troppo tardi per evitare l’inferno, ma nel caso finendoci dopo aver provato ad evitarlo.
Ebbene, se la morale del canto di Natale è quella, forse dovremo seguirla, visto che il periodo è quello giusto. Forse dovremmo fare il nostro lavoro, di Polizia, senza cercare scuse o piangendo tutele che peraltro pure gli altri stanno perdendo. Dovremmo accettare ciò che siamo, senza nasconderci dietro inesistenti “compiti istituzionali” per non fare e, allo stesso tempo, avere il coraggio di urlare che non siamo da meno di nessuno, e che siamo stanchi di essere la cloaca di ciò che una polizia la fa odiare per permettere così ad altri corpi di essere amati o quantomeno rispettati.
Riusciremo ad essere tradizionali e rivoluzionari allo stesso tempo? Ad essere fieri di noi stessi e riuscire ed ottenere quanto ci spetta? Ad unirci in una lotta per la medesima causa di tutti senza per questo dare scuse a chi ci odia per attaccarci mediaticamente e politicamente? Riusciremo ad essere Corpo e non categoria? Ad essere Forza e non ufficio?

SE QUEL CHE VEDO RESTERÀ’ IMMUTATO, VEDO UNA SEDIA VUOTA, LI’ DOVE IL PICCOLO TIM STA SEDUTO.
(il monito del Fantasma del Natale Presente a Scrooge)