Oggi, ad Ostia, le Guardie Cittadine hanno sgomberato un altro appartamento del comune occupato abusivamente da affiliati al clan Spada. Al di là dell’importanza del provvedimento in sé, atto a ricordare non solo ai criminali, ma anche alla cittadinanza, che le Istituzioni ci sono e rispondono alla prepotenza ed alla sfacciataggine di certi clan criminali, il fatto che questa operazione, in concerto con le Forze Statali e con la Direzione Antimafia, sia stata portata avanti dalla Polizia Locale, ci offre uno scenario sul un possibile futuro del nostro ruolo e della nostra professione.
Grazie alla nostra Revolution abbiamo potuto scoprire, conoscere e diffondere già diversi reparti particolarmente operativi o specializzati in interventi particolari, e, nel giro di due anni ed altrettanti pacchetti sicurezza, abbiamo visto il riconoscimento dello Stato della nostra specificità di tutori della Sicurezza urbana.

Ma cos’è, la Sicurezza Urbana? Ad una prima lettura può sembrare un nuovo tentativo di dare un nome diverso alla Sicurezza Pubblica tentando di creare un nuovo divisore tra noi e le Polizie Statali, un po’ come hanno già fatto travestendo certi servizi di Ordine Pubblico per semplice viabilità, ma, se letta nel modo giusto, può invece diventare il nostro cavallo di Troia per ritagliarci una fetta importantissima di servizi qualificanti e richiesti dalla cittadinanza.
Se, infatti, essa ricomprende tutto ciò che è degrado urbano, civile convivenza, viabilità stradale, microcriminalità e percezione di sicurezza da parte della cittadinanza, non è difficile vedere come in tutti questi ambiti vi sia spazio per avere una nostra capacità operativa ben distinta da quella delle Forze di Polizia Statali, andando a necessitare, per affrontare questi fenomeni nel modo più completo e corretto, di unità e personale altamente specializzato.

Sarebbe infatti facile ridurre la sicurezza urbana a “si, faccio il TSO, ma solo se la persona è tranquilla”, “si, effettuo lo sgombero, ma solo se l’abusivo è una anziana”, “si, controllo i mendicanti, ma solo se sono dei disabili”,”si, controllo le prostitute, ma solo per fare loro un verbale che non pagheranno”, “si, controllo il venditore abusivo, ma solo se vende rose od ombrelli”, “si, la sicurezza stradale, ma solo soste, cinture e cellulari”. Certo, se volessimo prenderla così non solo avrebbero ragione a dire che la sicurezza urbana è diversa da quella pubblica, ma altrettanto corretto sarebbe continuare a considerarci poco più che ammortizzatori sociali, banda di ignavi multaroli e sbirri di terza categoria capaci solo di andare a occuparci di quello che gli “sbirri veri” non vogliono abbassarsi a fare e sempre pronti a chiamare i “fratelli maggiori” nel caso che l’occupante, il malato, l’abusivo, il conducente o chi per essi si rivelasse minimamente un pericolo. Per la serie, ti faccio il TSO se il malato è una donna nuda, ma se ha una scure in mano meglio lo faccia la Questura, anzi, la gente chiamerà direttamente la Questura, pur se il TSO sarebbe un affare della Polizia Locale. E qui torniamo alla necessità di avere una copertura h24 e l’inserimento numero unico emergenze, di cui abbiamo parlato altrove.

Perché allora non voler uscire dalla nostra autoconvinzione di essere di serie B e non voler arrivare a capire che il tso pericoloso significa squadra dedicata? Che lo sgombero significa equipaggiamenti dedicati e non è scimmiottare la celere avere uno scudo ed un casco per evitare piovano tegole e mobili? Che se il mendicante è anche spacciatore e/o abusivo serve avere una struttura in grado di gestire la cosa senza disturbare nessuno? Che se il venditore abusivo ha merce contraffatta e si sposta in branco da 10 servono personale e pianificazione adeguate? Che per fare sicurezza stradale serve saper distinguere i documenti falsi che ci vengono dati, serve saper rintracciare le origini di un veicolo con targa estera, serve saper controllare un camion? Tutti questi compiti e specialità riservate a noi da sempre e che per nostra scelta abbiamo deciso di saper fare a metà decidendo di chiamare “mamma questura o papà carabiniere” quando diventavano pericolosi, complessi o lunghi?

A me le Guardie non ritiene gli americani particolarmente utili come esempi operativi ma invito tutti i colleghi a guardare l’unità Emergency Service in immagine. A parte “che figa”, di cosa si tratta? Noi sappiamo che la Questura ed i Carabinieri hanno, per le emergenze di loro competenza, le squadre UOPI piuttosto che API se non direttamente GIS, NOCS, Cacciatori eccetera. Perchè allora, per le emergenze di NOSTRA competenza, i citati TSO, le occupazioni abusive, i bivacchi abusiv nei parchi, non possiamo avere anche noi un reparto specializzato nella gestione di queste situazioni senza andare a chiedere l’intervento di quelli statali? Questo è, in soldoni, l’unità ESU che vedete in foto, e questo è, in un certo modo, quello che hanno costruito con l’Autoreparto a genova, sul quale abbiamo infatti scritto un articolo per la rubrica Revolution.

E questo è il futuro cui ci porta lo sgombero di Ostia, ma anche gli interventi di tutela donne e fasce deboli che vediamo a Milano, Napoli e Bologna, ma anche l’impegno contro gli scippatori e gli abusivi a Venezia o Roma, o i nuclei di falso documentale a Rovigo piuttosto che a Verona. Lasciamo state l’annoso problema delle tutele perché come A me le Guardie si resta convinti che se uno non vuole lavorare o non vuole svolgere determinate attività non andrà certo a farlo se da domani sarà pagato di più o se avrà un indennizzo in caso di infortunio. Crediamo in noi stessi per professionalizzare quello che facciamo e che ci viene demandato fare, da, appunto, ben due decreti sicurezza in due anni. Non pretendiamo, certo, che ogni comune si doti di unità del genere, ma, d’altro canto, forse che le singole stazioni dei Carabinieri abbiano la scientifica, le API o il RIS? Non ci risulta. Ed ecco che in soccorso dei piccoli centri potrebbe arrivare quella divisione in Città Metropolitane di cui si parla ben dal 2001: se è chiaro infatti che il paesino non potrà avere la sua squadra TSO, spiegateci perchè in caso di TSO non potrebbe uscire la squadra del capoluogo? Se ho lo sgombero, perchè non possono supportarmi gli specialisti? Ha senso che un comune da 10mila abitanti si compri una propria unità cinofila quando basterebbe poter chiamare una delle 5 della città di cui è in provincia? Non sarebbe questa cosa un primo passo verso il riconoscimento di una territorialità e competenza quantomeno provinciali invece che limitate al comunello? Ci rendiamo conto che per ottenere questo basterebbe un accordo tra i comuni senza andare a pretendere riforme o altro, ma che avere queste attività diffuse a livello nazionale sarebbe una spinta notevole proprio per queste riforme o altro?
Come al solito, cari colleghi, meditiamo su cosa siamo e su cosa vogliamo essere: amortizzatori sociali ridicoli e risibili, o moderne Guardie delle nostre città?
Un pensiero riguardo “Da uno sgombero un indizio sul futuro delle Guardie?”