La ditta Maggioli, lo sappiamo bene o male tutti, è una delle maggiori fornitrici di servizi per i comuni nell’ambito dell’accertamento delle sanzioni, del recupero crediti e perfino dell’invio di personale in ausilio all’interno dei comandi di Polizia Locale per gestire le pratiche per le quali hanno venduto il programma, quasi fosse l’offerta completa di impiegata. Non contenta di ciò, Maggioli è promotrice di un evento annuale che vede sostanzialmente una grande esposizione di strumenti, tecnologie, allestimenti veicolari, dotazioni tecniche e altro materiale da parte di ditte fornitrici, oltre a numerosi corsi di aggiornamento professionale forniti dalle varie associazioni di categoria e non. Per correttezza ricordiamo che annualmente il sindacato SulPl effettua una sua manifestazione a Riccione, solitamente un paio di mesi dopo questa, con la differenza che l’ingresso all’evento sindacale è gratuito mentre la Maggioli si fa pagare, e non poco, da comandi e operatori per garantire l’accesso alla manifestazione.
Protagonista di quest’anno, accanto droni, automobili e sfollagente, è sembrata essere la Riforma delle Guardie Cittadine: ormai se ne parla sempre, e, tra una parola di incoraggiamento ed una di speranza, appaiono poi carte che riducono tutto a contentini per bambini dispettosi, tipo l’accesso a SdI limitato e comunque solo per certi comuni. Ci sorge un dubbio: e se fosse parlare della riforma, la riforma stessa? E se fossimo in una sorta di limbo giuridico un cui la riforma c’è e non c’è allo stesso tempo? Il Gatto di Schrodinger a nostro uso e consumo: siamo sia poliziotti che vigili.
Battute a parte, A me le Guardie ha potuto avere notizie fresche ed interessanti da quello che definiremo “il nostro primo inviato freelance”: un collega che ha scoperto di essere inviato da A me le Guardie appena lo abbiamo informato che sulle basi di quanto ci aveva appena raccontato avremmo scritto l’articolo: un inviato non inviato, perfetto per una riforma non riforma.
Alla sessione relativa l’argomento , patrocinata dal sindacato UIL-FPL, che è un po’ come far parlare un vegano della stagione di caccia, non poteva che aprire i lavori col suo eloquio forbito e fortemente teatrale – avercelo, e sono serio – Vittorio Sgarbi. Quel Vittorio Sgarbi. Vittorio Sgarbi che, attualmente sindaco di un paese in provincia di Viterbo, evidentemente pensa in ragione di questo di conoscere i problemi della Polizia Locale. Il nome. Seriamente: il suo discorso è stato tutto sul nome, anzi, sul suffisso “locale” dietro polizia. e ci crede così tanto da aver rilanciato la cosa su “Il Giornale”, sostenendo che noi si debba tornare a chiamarci “Municipale”.

Ora, spero che i colleghi non vorranno darmi del disfattista, ma un’aspettativa di riforma, patrocinata dalla UiL – quelli per cui il nuovo contratto è bellissimo – e presentata da Vittorio Sgarbi che recita un grammelot sul nome istituzionale, ma come facciamo a prenderla sul serio?!

Oltre a Sgarbi è intervenuto anche l’onorevole Sibilia, convinto antivaccinista e assertore di teorie complottistiche a proposito dello sbarco umano sulla Luna, da lui definito “una farsa”. Insomma, la persona giusta per credere davvero alla nostra riforma.
Chiedo scusa ai lettori, davvero, ma tutto questo è davvero troppo perchè io riesca a far finta di nulla, a sentirmi onorato che nientemeno che Sgarbi sia venuto ad un nostro evento e che il Sottosegretario Sibilia abbia sostenuto che la legge 86 ha la sua stessa età quindi è vecchia – per la serie “la vita a 30 anni” – e che si sia dato disponibile ad incontrare nostre rappresentanze entro un mese per prendere atto delle nostre difficoltà, promettendo poi un intervento immediato e risolutivo le controversie della categoria.
Intendiamoci, nel suo intervento ha parlato di formazione unificata, parità di dignità e trattamento alle forze di polizia, porto d’arma nazionale: tutti problemi reali e concreti della categoria.
Certo però che dovendo analizzare un intervento sulla riforma fatto ad un evento finanziato da una ditta privata, patrocinato dalla UiL, presentato da Vittorio Sgarbi, analizzato e promesso da un Sottosegretario agli Interni che nel 2014 si chiedeva se l’attentatore che aveva ucciso due uomini ad Ottawa fosse “un pazzo o piuttosto uno che ha ritrovato la ragione”, ecco, come A me le Guardie mi sentirei un po’ meschino ad unirmi agli applausi, mi parrebbe di tradire 4 anni di blog in cui urlo disperatamente che della nostra situazione debba occuparsi qualcuno che capisca qualcosa, non dico in senso generale, ma di attività di polizia, e che magari non mettesse il nome in cima ai problemi di categoria.
Ma forse sono io che sono diventato vecchio. Quasi quanto la legge 65.

Sperando di venire smentito al più presto, non riesco davvero a prendere sul serio quanto mi è stato riferito su questo convegno di Riccione.
A questo punto mi aspetto che il prossimo anno venga a parlare Andrea Alongi.
Be perché non Vi chiedete se ad una azienda privata che fattura solo nel mio comune 700 mila euro (non a caso) annui, possa andare bene una qualsiasi riforma. A chi giova? Oppure oltre la Maggioli vogliamo parlare di Egaf e altri che regalano conferenze, corsi e quant’altro alla nostra tragica e farsa di una categoria di vil dannati ignavi? A chi giova tutto questo?
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Anche un sindacato a favore del contratto privatistico è bellissimo.
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faccio esercizio d’ipotesi. prendi una Azienda che fattura milionate di euro, questa inizia a regalare conferenze, lezioni, corsi, formazione e quant’altro. Queste sono tenute da dirigenti di PL o colleghi in giro per l’italia, il tutto pagato e fatturato come rimborso spese o lezioni, bada bene tutto legale, poi negli stessi Comandi, anzi comandi, di provenienza le aziende private la fanno da padrona …secondo voi come si chiama questo? love love a tutti
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