In Revolution siamo abituati a parlare di grandi nuclei di grandi città: abbiamo trattato Roma, Venezia, Brescia, Genova, Bologna e stiamo lavorando per parlare di Napoli, Bari, Milano. Tuttavia siamo convinti che la Rivoluzione delle Guardie Cittadine debba farsi anche attraverso le realtà più piccole, o meglio, attraverso l’esperienza delle Unioni tra piccole realtà per dare vita a grandi e completi comandi in grado di dare alle loro popolazioni la giusta sicurezza e la giusta consapevolezza che il territorio è presidiato costantemente e con professionalità.
infatti appare chiaro che un singolo ufficio da 5/6 addetti per 10mila abitanti non potrà garantire né una presenza costante né controlli, operazioni o attività fuori dall’ordinario servizio anagrafe/scuole/mercato/velocità, è evidente che se questi si uniscono ad altri 5, ad altri 4 ed altri 8 dei paesi vicini sarà possibile formare pattuglie intercomunali a coprire le emergenze del territorio e, andando oltre con l’immaginazione, è palese che se nel famoso comune da 10mila abitanti non serve a niente avere una presenza nelle 24 ore, siamo sicuri che unendo le esigenze di 3-4-5 comuni riusciamo a tirar fuori una macchina ed un intervento per notte.
Le unioni sono il futuro della Polizia Locale dei piccoli centri e devono esserlo perchè per poterci dire poliziotti ed essere riconosciuti come tali è imprescindibile garantire la presenza di una pattuglia di Polizia Locale ogni giorno, a tutte le ore, per qualsiasi emergenza di competenza – tso, incidenti, disturbi, allagamenti – ed in e con il supporto delle altre forze nel territorio: quando tutti saremo presenti SEMPRE, nessuno potrà dire che siamo diversi dalle altre polizie, dai vigili del fuoco, dai soccorritori sanitari.
La Polizia Locale Valle Agno è una prove che un’Unione può nascere, durare e dare grandi risultati.
La Polizia Locale Valle Agno nasce nel 2010 come ente consortile a servizio dei comuni di Valdagno, Cornedo Vicentino, Castelgomberto e Recoaro Terme, nella provincia di Vicenza, in Veneto, unendo sia la gestione amministrativa – una sola centrale, un solo ufficio servizi, un solo comandante eccetera – che quella operativa – un solo comando, un solo parco auto, un solo punto di partenza delle pattuglie eccetera – con un totale di 24 operatori, compreso il Comandante, a coprire un territorio semi montano di oltre 150 chilometri quadrati con circa 50mila residenti e controllato da un impianto di videosorveglianza formato da 130 telecamere di cui 17 varchi Targa System per il controllo dei transiti di veicoli scoperti di assicurazione, ricercati o rubati, con in programma l’aumento a 200 telecamere e 25 varchi interamente gestiti da un sistema informatico e server interno dedicati.
Nonostante il numero ridotto di operatori, il Corpo mantiene 3 turni di servizio quotidiani – per il quarto si organizzerà appena coperto il buco di personale – con almeno 1 o 2 pattuglie di Pronto Intervento a turno per emergenze quali incidenti, tso, liti in famiglia, aggressioni, malori, esondazioni, crolli, incendi a cui si aggiungono i servizi ordinari di viabilità, anagrafe, edilizia e commercio.

Al vertice della struttura vi è la Centrale Operativa, che si occupa di coordinare il personale e gestire gli interventi sul territorio: altri reparti interni sono l’ufficio verbali e sportello, l’ufficio contenzioso e annonaria, l’ufficio della segreteria e del Comandante. Il lavoro esterno si divide invece nei reparti Infortunistica Stradale e Polizia Ambientale/Edilizia, nell’ufficio Servizi e Polizia Stradale, nel Nucleo Investigativo Operativo di Polizia Giudiziaria.

Per i servizi esterni il Corpo è dotato di un parco veicoli unico formato da 5 vetture in livrea – Fiat Idea, Fiat Bravo, Alfa Romeo 159, Alfa Romeo Giulietta e Skoda Yeti, quest’ultime con cella di sicurezza – 2 vetture senza livrea per i servizi in borghese del Nucleo Investigativo, 2 moto BMW 700 e 2 velocipedi. Gli agenti in servizio esterno sono dotati di Giubbotto Antiproiettile ed il Corpo è stato inoltre uno dei primi comandi a dotare le proprie Guardie Cittadine del RONI, un kit in grado di convertire in arma lunga la pistola di ordinanza, utilizzato nei servizi a rischio quali posti di controllo o ricerche di sospetti e capace di migliorare sensibilmente le qualità balistiche dell’arma al fine di potersi difendere da minacce a grandi distanze o a bordo di veicoli.
Le dotazioni del Nucleo Investigativo permettono invece la realizzazione di complessi interventi ed indagini di polizia in modo autonomo, grazie al test speditivo stupefacenti (10 tipi diversi), alla microcamera wi-fi, al GPS tracker a calamita e ad un bilancino di precisione. Il reparto di Sicurezza Stradale è inoltre fornito di un kit per il riconoscimento dei falsi documentali completo di tutte le attrezzature necessarie a studiare i documenti esibiti dalle persone controllate al fine di verificarne l’autenticità.

Abbiamo chiesto agli agenti quali interventi o casi sono rimasti più impressi nella loro vita professionale nell’anno corrente e tra i vari aneddoti non possiamo non citare una scena da film, quasi alla Fast&Furious vissuta a Maggio, quando due uomini, a seguiti di incidente stradale, hanno dato origine ad un diverbio in strada culminato con la fuga di uno di essi, incurante del fatto che la parte avversa si fosse messa davanti l’auto per impedirgli di allontanarsi, così da investire l’altro conducente e trascinarlo per centinaia di metri. Le indagini degli agenti dell’Infortunistica e della Sicurezza Stradale hanno permesso di dare un nome ai volti rimasti impressi nelle telecamere di sorveglianza e di procedere per la fuga, le lesioni ed ovviamente il rilievo del sinistro che ha originato il fatto.

Un caso diverso e più drammatico è quello di una donna di 46 anni: già ad ottobre la signora aveva chiesto un intervento perchè abbandonata in un esercizio commerciale dopo un litigio “non avremmo pensato che da quello che sembrava un diverbio tra coniugi sarebbe emersa una situazione quasi tragica” racconta ad A me le Guardie un ufficiale “mentre parlavamo con la donna abbiamo visto un coltello insanguinato nella sua borsa, poi risultato essere utilizzato dal compagno per ferirla durante una lite” a questo punto è scattata l’indagine che ha permesso di individuare che l’uomo, 56enne, aveva già precedenti per maltrattamenti nei confronti della ex coniuge. Le testimonianze e gli elementi raccolti dagli agenti hanno portato il giudice ad imporre l’allontanamento dell’uomo dalla casa dove vivevano ed il divieto di dimora in due comuni dell’unione durante le restanti fasi delle indagini. “A inizio febbraio le cose sono precipitate” termina il racconto dell’ufficiale “In spregio agli ordini del giudice l’uomo si è presentato sotto casa della signora, che ci ha nuovamente contattati e abbiamo così potuto arrestarlo in flagranza per la violazione dei provvedimenti restrittivi emessi nei suoi confronti” questo anche grazie alle recenti normative contro il femminicidio che hanno dato maggiori possibilità di intervento a forze di polizia e magistratura nei casi di maltrattamenti in famiglia.

La Polizia Locale Valle Agno è la prova che un consorzio formato da agenti motivati, dominati dallo spirito di corpo e capaci di accantonare i propri orticelli in nome della collettività può nascere e prosperare nonostante le diffidenze di sindaci e burocrati locali attaccati al loro piccolo feudo chiamato comune.
La rivoluzione delle Polizie Locali spesso trascende dal considerare le piccole realtà come pedine importanti del processo di riforma della categoria, ma non possiamo dimenticare che è proprio in piccole realtà che opera la maggior parte delle Guardie Cittadine e che solo integrando anche loro in un progetto concreto fatto di servizi continuativi nel tempo, ad ampio spettro operativo e con le dovute dotazioni individuali potremo un giorno mettere la società e lo stato di fronte al fatto che siamo alla pari delle altre Forze di Polizia e meritiamo, oltre che necessitiamo, il medesimo status.
Provo a dire la mia sui consorzi, unioni e quant’altro.
premettendo che due poveri non fanno un ricco, unendo realtà sotto organico il problema rimane. L’esempio della Polizia Locale Valle Agno è esemplificativo, 24 operatori per 50.000 persone lo chiarisce. La Vicina Alghero con 45.000 residenti, d’inverno e triplicando l’estate ha un totale 40 persone tre ufficiali e Agenti. Perennemente sotto organico. Valle Agno un operatore ogni 2000 persone circa. Traete voi le conseguenze. Mi domando e domando voi della redazione, chiedendo a tutti la massima onestà intellettuale, perché la categoria si ostina nel cercare rabberci, anziché proporre qualche cosa di rivoluzionario nell’interesse della collettività? perché non richiedere la regionalizzazione del servizio con l’unione di tutte le polizie locali e provinciali ed in alcune regioni, la stessa regionale in unica istituzione? perché ci ostiniamo a vedere formule Sindacocentriche che nulla di buono hanno mai portato?, mi dirette è difficile, impossibile, non ci molleranno mai, ecc ecc. tutto qua? io rispondo perché non provarci, cosa abbiamo da perdere? quello che a tutt’oggi non abbiamo? se vorrete rispondermi, vi sono grato sin d’ora.
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Perché si deve essere realisti. Io vorrei volare ma realisticamente il pilota non posso farlo. La regionalizzazione della PL è una cosa bellissima, ma non c’è l’interesse sociale ed istituzionale a farla, e ricordiamo che parliamo di una modifica costituzionale, non di un decreto.
Le unioni fanno quello che possono e possono tanto.
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hai ragione, ma caspita perché non provarci. ho domandato al mio vecchio professore di Costituzionale è lui ha detto che visto cosa dice il titolo V della Cost basterebbe una legge ordinaria per conferire le potestà riservate allo stato, oppure una delega di potestà alle regioni, secondo lui entrambe percorribili. il problema è che manca la nostra unione come categoria questo è il dramma. comunque grazie della risposta
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