Cronaca

Perché non abbiamo parlato di Genova e Bologna

Desidero aprire questo articolo ringraziando tutti gli amici ed i colleghi che mi hanno scritto di recente. Questo pezzo non è nato perchè l’ho voluto io, ma perchè tanti mi hanno chiesto di non smettere di scrivere, di non lasciare morire A me le Guardie. C’era un affetto, in alcuni messaggi, ed una cruda verità in altri, che mi hanno fatto pensare di andare oltre le offese, la demotivazione, la tristezza professionale che mi attanaglia da ormai diversi mesi e che due settimane fa è esplosa nel suo massimo. Per questo,oggi , ci sono. Ci sarò meno in altri social, in altri gruppi, e forse un giorno anche A me le Guardie morirà, ma, per citare Il Signore degli Anelli NON E’ QUESTO IL GIORNO.

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Andando nel vivo dell’articolo, non abbiamo parlato di quanto accaduto a Genova e Bologna perchè troppe erano le voci, le accuse, i dubbi, troppi i forse ed i se, e ben poche le certezze. Tra chi invoca punizioni e chi consiglia prudenza, chi accusa il sistema e chi cerca di scaricare le responsabilità, noi restiamo su quello che è certo: la prima cosa certa è che sono morte 40 persone ed oltre 100 – sommiamo entrambi gli eventi – sono rimaste ferite. In entrambi i casi è certo che il disastro si sarebbe potuto evitare se da parte di esseri umani vi fosse meno egoismo, meno caccia al profitto, se non avessimo svenduto la sicurezza di infrastrutture e mezzi all’offerta più allettante, a quella meno impegnativa, al risultato immediato per poter prendere il merito di averlo creato, alla sindrome del “clik” e dei “mi piace” come metro di valutazione del valore di una persona o di un’opera.

Al di là delle responsabilità dei singoli che saranno portate alla luce dalla Magistratura, le tragedie di Bologna e Genova sono figlie del pressapochismo e della fretta di questo paese ormai schiavo delle reazioni invece che dei fatti: qualcuno ha postato immagini dei ponti romani, in piedi dopo duemila anni: ora, premesso che i ponti romani non avevano certo il carico di passaggio di quelli autostradali, resta il fatto che da sempre si costruisce per far durare, non pensando già agli appalti della manutenzione mentre ancora si stanno ponendo le fondamenta, o studiando la prossima tecnologia quando quella appena uscita è ancora sperimentale.

Non abbiamo parlato prima di Genova e Bologna perchè volevamo aspettare di avere una visione d’insieme, un’idea chiara di cosa fosse o meno successo, la possibilità di valutare cosa abbia funzionato e cosa no.

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Quello che funziona, invece, di nuovo, è il nostro sistema di soccorso e protezione civile. E dobbiamo esserne fieri. Fieri e consapevoli noi che ne facciamo parte, fieri e consapevoli i cittadini che possono vantare di essere protetti da persone che credono in quello che fanno. Nei Vigili del Fuoco, nei Soccorritori, nei Volontari in noi Guardie di ogni corpo e contratto, si può vedere quanto crediamo nel nostro dovere. Un dovere che va oltre la routine di un arresto, di un verbale, di un malore, di una porta bloccata, e che in queste occasioni mostra il lato migliore delle nostre livree. Per salvare anche solo una vita, per impedire che qualcuno la rischi per una sciocchezza, per essere sicuri che non vi sia nessuno sotto le macerie o tra le fiamme. Da tutta Italia, pronti a correre sul posto, volontariamente, per dare respiro ai colleghi da ore pressati da una tensione indicibile. Vigili del Fuoco da Venezia a Bologna, da Roma a Genova, Guardie Cittadine da Ravenna, Milano, Torino, Livorno, Volontari di Protezione Civile e Soccorritori da tutta la provincia e oltre, a parlare, fermare rassicurare, salvare in barba a chi sproloquia di territorialità, limiti e competenze, tutti assieme ad elevare i singoli nomi dei corpi nel nome di quella che è la mission del comparto sicurezza&soccorso, del nostro comparto civile e sociale, prima che contrattuale o economico. 

genovaponte

Certo dispiace chiudere in nota negativa, anche questa volta all’opinione pubblica si è voluto esaltare qualcuno piuttosto che altri. I volontari di diversi dalla Croce Rossa, la Protezione Civile, le Guardie Cittadine stesse hanno goduto di meno ringraziamenti pubblici e mediatici rispetto altri. L’Italia funziona anche così, tra dannati ed eroi, ma, come ho letto da un collega “chi c’era sa chi era presente e dove si trovava”, ed è questo che deve interessarci. Al diavolo l’ipocrisia della politica e la propaganda dei media, chi era sul posto sa cosa e quanto ha fatto per gli altri e con gli altri. Sa che ha impedito alle persone di rischiare la vita andando alle auto o nelle case pericolanti, sa che ha pattugliato e delimitato la zona rossa impedendo furti e sciacallaggio, sa che ha trasportato feriti nei punti di primo soccorso: quando ci si trova lì, fianco a fianco, le mani sulle stesse macerie, gli occhi sugli stessi muri pericolanti, il colore della croce o la parola sulla schiena perdono ogni valore. Si è tutti, unicamente, soccorritori ed esseri umani.

Questo è un articolo per ognuno di noi, che, con una divisa ed un lampeggiante blu, corre da dove la gente fugge, corre “dove tuona il cannone”, ma non per ingaggiare un nemico, ma per trovare chi è rimasto indietro e per evitare che qualcuno rischi facendosi troppo avanti.

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Un pensiero riguardo “Perché non abbiamo parlato di Genova e Bologna

  1. Dedico questa frase a tutti gli imbecilli senza onore, che vogliono mettere a tacere una e qualunque voce libera all’interno ed esterno alla PL: “A occhi storti il volto della verità può apparire un ghigno.”- Ben tornato!
    “Figli di Gondor, di Rohan. Fratelli miei. Vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore! Forse arriverà un giorno in cui il coraggio degli uomini verrà meno, e abbandoneremo i nostri amici, e spezzeremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno! Un’ora di scudi spezzati quando l’era degli Uomini finirà, ma non è questo il giorno! Oggi, noi combattiamo! Per tutto quello che vi è caro su questa terra, vi invito a resistere, Uomini dell’Ovest!
    Potrebbe essere tranquillamente trasformata così : “Frateli della locale, di ogni comune piccolo o grande. Fratelli miei. Vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore! Forse arriverà un giorno in cui il coraggio nostro verrà meno, e abbandoneremo i nostri amici, e spezzeremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno! Un’ora di scudi spezzati quando l’era dei fratelli della PL finirà, ma non è questo il giorno! Oggi, noi combattiamo! Per tutto quello che vi è caro per questa categoria, vi invito a resistere, Uomini in blu!
    Ancora ben rientrato, amico che scrivi- non lasciare che gli altri decidano per te. Continua a scrivere!
    Gianni

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