12 luglio, Desenzano del Garda, 11 del mattino: una Guardia Cittadina di 40 anni raggiunge il comando, scende negli spogliatoi, prende la pistola di ordinanza e si spara, morendo sul colpo.
13 luglio, Napoli, 7 del mattino: una Guardia Cittadina di 60 anni, mentre è in strada per raggiungere il comando, poco distante dall’ingresso, prende la pistola e si spara, morendo sul colpo.
13 luglio, Bologna, 19 della sera: una Guardia Cittadina di 62 anni raggiunge il comando, scende negli spogliatoi, prende la pistola di ordinanza e si spara, morendo sul colpo.
Tre morti in meno di 36 ore. Tre colleghi che, sebbene le prime indagini paiano ricondurre i gesti a motivi esterni al lavoro, hanno scelto il comando o le sue pertinenze e l’arma di ordinanza per colpirsi a morte.
Questo è uno dei tanti articoli che mai avremmo voluto scrivere. Questo è un articolo che deve far riflettere non solo sui suicidi nelle forze di polizia, di cui abbiamo già parlato, ma della percentuale di influenza che su questi suicidi, ed in particolare su quelli delle Guardie Cittadine, ha la condizione psicofisica il cui non il lavoro, ma il mondo esterno di costringe. E’ facile notare, per esempio, come due colleghi su tre avessero un’età per cui, se appartenenti alle “Forze di Polizia Statuali”, sarebbero stati in pensione da anni. Il terzo, per la conoscenza, per quanto labile, di chi scrive, era un agente volenteroso, amante del mestiere, della polizia locale, già volontario in Abruzzo nel 2009 e da sempre partecipante alle manifestazioni in onore dei caduti della Polizia Locale e di richiesta di riforma.
E mentre questi tre uomini decidevano di porre fine alla loro vita la macchina del fango mediatica contro la Polizia Locale continua, sulle pagine quotidiane, con una bufala, una fake news, confezionata apposta per indignare il lettore medio che non aspetta altro che ruggire contro gli odiati Vigili Urbani: su un noto quotidiano viene così raccontata la lacrimevole storia di una anziana quasi centenaria che, seduta su una seggiolina ed intenta a filare calze, sarebbe stata multata da tre “solerti vigili in borghese, già col blocchetto in mano”. Con tanto di foto. Peccato fosse una balla, smentita non solo dal comando capitolino, ma perfino dal figlio dell’anziana. Servito a poco, la macchina dell’insulto e del massacro era partita e perfino negli articoli che smentivano il fatto si leggono insulti ed invettive intrise di cattiveria ed odio demente, perchè quando si tratta della Polizia Locale la mente italiana perde ogni freno e legge quel che vuole. Qualcuno i ha definiti i cinesi della sicurezza, io preferisco definirmi un migrante della sicurezza, perchè come i migranti affronto quotidianamente lo sciame di odio e brutture che la gente ci spara addosso per il solo essere neri loro, e guardie cittadine noi.
Chissà se uno dei colleghi, mentre andava in comando, scorreva, come faccio io, le notizie al cellulare. Chissà l’effetto che possono avere sulla psiche simili messaggi, simili schifezze, ogni santo giorno. Tu che le scrivi, e magari per un passaparola od una condivisione, ora leggi questo articolo, ti senti un po’ coinvolto? Lo capisci che può essere un po’ colpa tua? Ti rendi conto che un grammo della maledetta polvere contenuta in un proiettile 9×21 potresti averlo messo tu col tuo odio quotidiano? Tu, uomo dello stato che in ogni gruppo interforze o meno tendi a ricordarci che siamo meno, che voi siete e noi no, che noi dobbiamo perchè voi altrimenti, non pensi che qualche millimetro della corsa di quel grilletto l’hai fatto percorrere tu?
Certo, la scelta finale, il gesto, è stato un atto loro, ma quanto possiamo tutti noi voltarci, me compreso, e dire che non si poteva fare nulla? Quanto magari perfino i miei scritti possono logorare un minimo in più chi è già logorato?
Perchè il cyber bullismo, cari lettori, cari colleghi, non è solo odio, non è parlare ad un nemico, nella mente umana il nemico non è da umiliare, devastare, massacrare, perchè siamo animali sociali, sappiamo che il nemico di oggi è l’amico di domani, noi italiani poi lo sappiamo benissimo. Quando Tiziana Catone si è ammazzata, o quando si sono ammazzate ragazzine perchè i loro video spinti son finiti online, o qualche ragazzo si è impiccato perchè massacrato in qualche chat della scuola, non gli è stato dimostrao odio, ma disprezzo. Non gli si è trattati da nemici,ma da cani, gli si è presi a parole, a insulti, li si è annichiliti della loro dignità: dire ad una ragazza “puttana” non è accusarla di fare attività di meretricio ma spingerla fuori dalla società, metterla in un gruppo esterno e rifiutato, così come dare del ciccione o dello sfigato non è fare apprezzamenti su un fisico o un modo di vivere, ma un modo di allontanare una persona dal gruppo di “quelli che..sono quelli giusti”. Lo è anche quando invece che persone si attacca così una categoria. Lo è anche quando si attenta alla dignità e all’umanità non di un singolo ma di 50mila, e come un singolo può fare una cazzata, anche qualcuno su 50mila, logorato ogni giorno, nel modo in cui lo siamo noi, può esserlo.
VOI, li avete uccisi. Tutti voi che gioirete per queste morti, tutti voi che commenterete ironici, voi che lo fate, che vi abbiamo visto farlo, vi abbiamo letto dopo averlo fatto, vi abbiamo denunciato per averlo fatto. Voi, e anche noi, tutti: assassini, egocentrici e ipocriti che non siamo stati capaci di captare la debolezza di persone con cui condividiamo ogni giorno della nostra vita in spazi angusti e situazioni al limite.
Tutti noi, colpevoli.
Se arriverete fin qui, sappiate che questo articolo è volutamente senza immagini. Basta sorrisi, basta incoraggiamenti. Guardate solo le parole, e pensateci un po’ sopra, la prossima volta, prima di sputare il vostro disprezzo, la vostra superiorità, la vostra qualsiasi cosa pensiate possa farci del male ed esprimete apposta per farcelo. E voi colleghi, se siete arrivati fino a questo punto, non cliccate “like”, non “metti una candela e condividi”, ma pensate ed imparate, impariamolo tutti, dannazione, a guardarci negli occhi l’uno dell’altro.
Buongiorno.Mi presento sono Andrea e non sono un collega( concedimi l’uso del Tu).
Ti chiederai … come mai una persona che non è vigile scrive qua…. ed eccoti la risposta,
Sono finito in questo sito per caso dato che cercavo altro e per nulla attinente ai contenuti qua espressi ma ritengo questo spazio molto interessate e ti faccio i miei complimenti per gli scritti.
Mi ha veramente scosso quanto sopra leggo e mi unisco al cordoglio per i tre vigili che hanno scelto tragicamente di lasciare questa terra e non posso che essere vicino ai familiari e agli amici degli stessi.
Tuttavia non ritengo giusto addebitare (sebbene in piccola parte, come da te riportato) tale nefasto gesto a Ufficiali o Agenti delle Forze di Polizia “Statali”( e io per forze di polizia intendo quelle comprese nella legge 121/81) e al loro presunto cyberbullismo!!!
Credo (forse erroneamente) che non sia stato un post di qualche Carabiniere Poliziotto o Finanziere a dare il tragico input alle persone anche in virtù del fatto che, i soggetti, non sono adolescenti vulnerabili o appartenenti a categorie svantaggiate e tu, come la pensi ??? pensi davvero che sia stata” l’umiliazione” (in modo ironico non fraintendermi)di non potere portare la pistola fuori dal Comune di residenza o fuori dal comune di servizio a deliberare la sciagurata iniziativa?? qualche post di troppo?? Non trovo attinente neanche citare il caso della povera Cantone (vittima di un vero e proprio linciaggio posto in essere da vigliacchi).
Siamo seri e sinceri…. quanti di Postini Ferrovieri messi comunali vigil del fuoco si ammazzano per una lamentela su facebook o per una frecciatina inerente al lavoro???
Personalmente non ho mai visto personale dei Battaglioni Carabinieri suicidarsi er un coro da stadio o per una barzelletta sull’Arma.
Quindi visto quanto sopra scritto eviterei di lanciare rivendicazioni o colpe a “statali” e rivolgerei l’attenzione ( e la colpa ) ad altri fattori.
Spero di avere espresso in maniera cortese il mio disappunto auspicando la continuazione di un reciproco confronto.
Andrea
"Mi piace""Mi piace"
” pensi davvero che sia stata” l’umiliazione…”? Francamente? SI.
Penso che l’umiliazione, la vessazione, la continua squalificazione cui le Guardie Cittadine sono oggetto sui social, anche da parte di appartenenti ad altre forze di polizia, siano tra le cause maggiori di malcontento , depressione e stanchezza professionale della categoria. Per voi è così automatico denigrarci “metterci al nostro posto” ricordarci che “le forze di polizia sono quelle della 121” e che quindi noi “vigili” (perchè poliziotti locali è proprio impronunciabile) siamo altro, siamo “forse dell’ordine” che nemmeno vi rendete conto come sia distruttivo viverlo dall’esterno. Tutti a “dirci”-“ricordarci”-“sapere” cosa siamo e cosa dobbiamo fare, tutti a mettere i “distinguo” ed i “ma” alle operazioni, ai diritti, alle tutele tra “noi” e “loro”.
La questione della pistola è solo una ridicola limitazione della nostra libertà personale, una sorta di libertà vigilata cui siamo costretti ed è quel che vi è dietro ad essere umiliante: non vi fidate di noi? Volete nascondere che giriamo armati? LEVATECELA. Assieme alle notti e a tutto il resto, perchè è comodo essere polizia quando comoda ma diventare fuorilegge se andiamo a cena con la morosa dopo aver staccato da servizio. E’ comodo essere “forse dell’ordine” ma “forza pubblica” quando si deve mandare qualcuno su interventi che non piacciono o non danno auditel. E’ anche comodo omettere di nominarci in caso di catastrofi o grandi emergenze, perchè la gente deve pensare che l’odiato, inutile, fannullone “vigile” era imperterrito a fare le multe. Pure dopo un terremoto. Pure dopo un incidente massivo. Pure se in realtà ad Amatrice, Finale Emilia, l’Aquila ed oggi stesso a Bologna c’eravamo pure noi, ma non ci si deve vedere, perchè noi siamo “quelli delle multe, dai”. Quando parlo di tecniche operative di polizia a corsi o eventi interforze ho quasi paura a dire di che forza faccio parte perchè appena scappa quel “locale” dietro “polizia” la mia parola inizia ad essere meno valida, da controllare, da chiedere ad altri conferma. Quando apro facebook non c’è giorno che qualcuno non mi indichi un nuovo post di sfotto’, un nuovo meme di ingiurie, un nuovo video di scherno sulla categoria, così a gratis, senza nemmeno un vero motivo.
Mi chiedi se tutto questo per me è motivo di un continuo logorarci che può portare anche a gesti estremi di disprezzo verso se stessi? La risposta è SI. Infatti ho coniato l’espressione mobbing di stato (tutto eh, non solo delle forze di polizia dello stato) apposta, e, se non lo pensassi, non lo scriverei.
Grazie per l’apprezzamento.
"Mi piace""Mi piace"
Perdonami faccio fatica a seguirti . a latere di ogni discussione e di ogni pretesa più o meno legittima …perchè non hai scelto di entrare in una Forza di Polizia Statale (in conformità alle rivendicazioni e alle aspirazioni che hai ??)
E’ cosa nota che il vigile si sceglie il comune e allora perchè non hai affrontato 12 mesi di corso in una città che non è la tua ( e che nemmeno hai scelto da concorso) e altri 4-5 o forse 10 anni in una regione che non è la tua ….. bastava optare per quello che ti appena scritto per non avere (come tu mi stai segnalando ed è una tua opinione ) dei deficit giuridici o rivendicare prestigio oltre che diritti e poteri ???
Un’altra cosa mi preme scrivere… in Italia ci sono più di 45.000 guardie giurate e più di 150.000 operatrici ed operatori socio sanitari e, se questi dovessero interpretare le loro mansioni come degradanti e sentirsi oggetto di mobbing rispettivamente da parte di poliziotti carabinieri o vigili e da infermieri professionali e medici (primari compresi)….. questo stato potrebbe portare (sebbene in minima parte come da te detto) a un tragico epilogo per circa 195.000 persone (logicamente ho nominato categorie prese a ” caso” e mi scuso per nominarle).
Buana serata e buon agosto.
"Mi piace""Mi piace"
Lavoro in un comune a 300km da quello di provenienza. Ho un curriculum formativo che molti si sognano, statuali compresi, peraltro pagatomi di tasca mia, oltre ai 6 mesi di formazione regionali di uno dei vari comandi dove ho fatto servizio. Ed effettivamente ho proprio 5 anni tondi di attività. Ho amici nell’arma che, per dire, sono stati assegnati in prima istanza a posti più vicini all’origine di quanto io sia mai stato.
Dei colleghi delle vigilanze private parlo spesso e volentieri, peraltro con estrema stima e rispetto. Degli OSS no perché non ci ho a che fare e parlo solo di chi frequento e conosco. Al limite parlo dei soccorritori 118 – e bene – quando tratto di TSO o soccorso stradale.
Eri partito bene poi hai buttato tutto nel picaresco ‘allora perché non hai fatto lo statale’: sappi che non ci ho nemmeno mai provato quindi evitati pure eventuali pantomime su concorsi non passati.
Per il resto altro non hai fatto che confermare le mie tesi sulle disgustose ostentazioni di plutocratica sicumera nei nostri confronti.
Saluti.
"Mi piace""Mi piace"
Tentativo di confronto fallito…occasione di scambio reciproco persa!
Blog a senso unico senza possibilità di scambio professionale !
Saluti a lei e al blog !
"Mi piace""Mi piace"
Rispondo un po’ in ritardo perchè ho dato una precedenza alla pubblicazione di nuovo articolo.
Praticamente essere a senso unico è non dare ragione a chi si permette di dirti che le Polizie Locali 1- non si chiamano “vigili” 2- non devono per forza avere meno tutele, riconoscimenti e dignità delle ALTRE (non delle) Forze di Polizia?
Il tutto motivandolo col fatto che altrimenti gli oss dovrebbero avere sensi di inferiorità nei confronti degli infermieri quando la Polizia Locale ha esattamente le STESSE qualifiche e gli STESSI doveri delle forze statali, cosa che gli OSS non hanno nei confronti dei citati infermieri?
In sostanza facendo una scaletta con alla vetta le FdP di cui alla 121, poi le Locali ed infine piazzandoci le Guardie Giurate che manco c’entrano nel discorso e che io non mi permetterei mai di mettere sotto di me?
Magari dovendo pure ringraziare?
Saluti.
Mi spiace non ci sia modo di mandare messaggi privati (o almeno io non lo conosco) per raccontarti un aneddoto.
"Mi piace""Mi piace"