Cronaca · Polizia di Stato · riflessioni

Quel coltello che ci ha colpiti tutti

“Con un simile caos qualcuno commetterà una sciocchezza” diceva profetico l’ispettore Finch, interpretato dall’attore Stephen Rea, nel meraviglioso film V per Vendetta, da cui abbiamo tratto l'”avatar” di A me le Guardie, il beffardo VxVigile.

In questi giorni abbiamo assistito proprio al caos: a Pisa un carabiniere, al culmine di un intervento per abusivismo edilizio, è stato colpito da un venditore ambulante, costretto ad una ritirata precipitosa con la gazzella inseguita da una mezza dozzina di immigrati ed in seguito diagnosticato con 30 giorni di prognosi. A Verona, la stessa prognosi è toccata ad un agente delle volanti a seguito un rocambolesco inseguimento che ha visto coinvolti più equipaggi nella caccia ad uno spacciatore. E’ andata meglio a Vicenza, dove la Polizia Locale, intervenuta su una rissa tra immigrati, è riuscita ad ammanettare due dei coinvolti senza che gli agenti subissero gravi conseguenze sul piano fisico. Commentando questi fatti, tra gli operatori serpeggiava il timore che prima o poi sarebbe successo qualcosa di più grave, sapevamo, in cuor nostro, che fosse solo questione di tempo prima che la situazione degenerasse e ci scappasse il morto. 

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Un frame del video della rissa a Vicenza.

A Genova, oggi, per un pelo, i morti non sono stati due: inviati su una lite domestica, due agenti delle volanti sono stati aggrediti, improvvisamente, da un giovane ecuadoregno di circa 20 anni, che, pur se raggiunto dallo spray antiaggressione, ha accoltellato al fianco un poliziotto di 55 anni, ricoverato in codice rosso, sembra non più in pericolo di vita. La risposta del collega è stata l’unica possibile per salvare la vita al capo pattuglia: estratta la pistola di ordinanza, ha dovuto sparare sull’aggressore, uccidendolo. Sembra che nella concitazione del momento uno dei proiettili abbia attinto l’operatore ferito.

Oggi siamo stati accoltellati tutti. Una lama ci ha colpiti al fianco, tre volte, ad ognuno di noi. Gli auguri di una immediata guarigione al poliziotto coinvolto non bastano, glieli facciamo di cuore e sappiamo che presto tornerà tra noi, non vogliamo nemmeno pensare che non possa farcela, ma è arrivato il momento di riprendere in mano le redini della situazione.

La società è cambiata e ci dimostra quotidianamente che per operare servono non soltanto formazione ed equipaggiamenti che soltanto 10 anni fa ci sembravano fantascienza o sfizi da fanatici, ma che soprattutto deve cambiare la mentalità, l’approccio alle cose, la presunzione del “si è sempre fatto così” e del “a noi non succederà”. Il clima è diverso, la tensione sociale è alle stelle e si passa dalle parole ai fatti nel tempo necessario a tirare fuori una lama dalla tasca, lama, che, ricordiamo, viene liberamente venduta in qualsiasi tabaccheria, senza alcun controllo. Non bastano le parole di un Ministro a cambiare la situazione, e nemmeno una legge che dia fantomatici “poteri” alle Forze di Polizia: certo, poter agire senza timore di ripercussioni giuridiche più gravi di quelle fisiche aiuterebbe, ma va fatto un passo diverso sulla linea evolutiva dello stesso concetto di sicurezza e soccorso. 

accoltella poliziotto e viene ucciso
Il luogo dell’aggressione a Genova.

Vanno rinnovate le norme, le tecniche, gli equipaggiamenti. Un poliziotto, oggi, abbisogna del giubbino antitaglio, sempre. Lo avevamo visto a Roma, dove qualche mese stava per succedere la stessa cosa avvenuta oggi, ma scongiurata dal corsetto acquistato privatamente dal poliziotto. Lo avevamo visto a Foggia, dove un pazzo si era lanciato sulla Polizia Locale, disarmata, brandendo due coltelli da cucina. Non si può basare la nostra sicurezza sulla fortuita competenza personale, frutto di una passione propria, dell’operatore, e nemmeno su un oggetto acquistato a spese proprie per il quale si è magari minacciati di rapporto disciplinare. Non si può accettare di venire aggrediti per paura – concreta o indotta che sia – di subire processi e condanne se si decide di agire coattivamente su un individuo prima che questi abbia un’esplosione di violenza. 

La società vorrebbe che noi Guardie – tutte – fossimo psicologi, antropologi, esperti di guida, campioni di arti marziali, tiratori provetti, tecnici e negoziatori: qualcuno ha addirittura parlato di “insegnarci il parkour” così da poter inseguire eventuali fuggitivi particolarmente atletici.

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I soccorsi ad un carabiniere a seguito di un’aggressione a Bologna.

Torniamo coi piedi per terra: Walker Texas Ranger è un film e le nostre giornate durano 24 ore come quelle di chiunque altro: impegnarne 6 in servizio e 6 in una sorta di formazione multidisciplinare è impossibile fisicamente ed economicamente: lo stipendio permette si e no di scegliere tra la palestra ed una pizza con la fidanzata, e chi vuole fare le cose come Dio comanda viene spesso preso per esaltato, oltre che costretto a pagarsi di tasca propria i corsi di aggiornamento tecnico-operativo. 

Ci serve un immediato percorso professionale e culturale che adegui i protocolli e gli strumenti di tutti gli uomini in divisa, dalle guardie cittadine a quelle dello stato, con l’obiettivo primario di avere la possibilità di affrontare con sicurezza gli interventi e le aggressioni cui siamo quotidianamente soggetti. Per questo non bastano proclami o promesse di improbabili licenze di uccidere: servono investimenti, volontà, strumenti e formazione. Serve che chi pensa di poter fare questo lavoro “come fosse un mestiere qualsiasi” cambi immediatamente profilo e che chi non se la sente di “lavorare anche dopo aver timbrato il cartellino” sacrificando parte della propria giornata libera nell’aggiornarsi professionalmente faccia lo stesso. Abbiamo una enorme responsabilità che corrisponde alla vita ed alla sicurezza di tutti i cittadini. 

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L’aggressione a Foggia. 

Tutto il resto è propaganda sulla nostra pelle, quella pelle oggi ferita da tre coltellate i cui responsabili vanno molto oltre un criminale ventenne rimasto ucciso mentre tentava di ammazzare la madre e due poliziotti.

Fino ad allora, rinnoviamo gli auguri di immediata guarigione all’agente ferito. Uno dei nostri. Ognuno di noi. 

ameleguardie

 

 

 

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