Cronaca · riflessioni

Guardie tra tensioni sociali e propaganda elettorale.

Sarebbe sminuire quanto accaduto a Macerata ritenendolo lo sfogo razzista di uno psicopatico con la pistola ed una monomania per l’estrema destra. Sparare a caso da un’auto contro delle persone colpevoli di appartenere ad un’etnia o di avere un colore della pelle diverso dal nostro è una cosa che esce da ogni minima decenza umana e mette a nudo un vigliacco pari solo a quello capace di fare a pezzi una ragazzina di 18 anni dopo averla imbottita di droga ed uccisa – poco conta se lo abbia fatto con la sostanza o altro – ed abbandonarne i resti in due valigie. La differenza tra questi due criminali però è importante: il secondo è un maledetto animale, un venditore di morte, uno che ha deciso di vivere approfittando della debolezza di altri esseri umani, spesso giovani, sempre fragili, e che non si è fermato nemmeno di fronte un macello per tentare di sottrarsi alle sue responsabilità di uomo fallito ed indegno di appartenere alla razza umana.

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La vittima e due carnefici, in un collage ripreso dal news Ancona Today.

L’altro è un fascista, e non lo dico come insulto, si definisce tale lui, che ora tenteranno di far passare per pazzo, ma che invece ha voluto sbatterci in faccia una grande verità: ha dato corpo alla xenofobia ed al razzismo che stanno crescendo nel nostro paese, ha fatto ciò che ha fatto sapendo che avrebbe avuto solidarietà. Sapendo che su facebook migliaia di persone si sarebbero complimentate con lui, sapendo che per tanti lui sarà quello che ha fatto ciò che loro pensano ma non hanno coraggio di fare, aspettandosi che sarebbero spuntati gli immancabili striscioni a suo favore. A proposito di coraggio: dopo aver fatto il suo numero da stragista mancato, il baldo camerata ha lasciato la pistola in auto ed ha atteso l’arrivo dei carabinieri praticamente consegnandosi a loro, pienamente consapevole che non gli avrebbero sparato: facile fare il tiro a segno su bersagli inermi e colti di sorpresa e poi arrendersi quando arrivano quelli armati e capaci di rispondere al fuoco.

Incisi a parte, è stato dimostrato che l’Italia è una bomba sociale pronta ad esplodere e che la situazione rischia di degenerare non tanto con la nascita di un nuovo rigurgito di fascismo quanto con il palesarsi di un inedito Ku Klux Klan.

Gravissimo.

Altrettanto grave lo sciacallaggio politico sulla faccenda, iniziata con il massacro della ragazza e culminata con la sparatoria, in una gara di inopportune boutade, livorosi botta e risposta, tragicomiche dichiarazioni che sembrerebbero intrise di humor nero se non fossero reali: ed è ancora difficile credere che Saviano abbia davvero scritto che il sospetto non sapesse che in Italia è vietato far scempio di cadaveri, mentre lo sparatore era consapevole che sia vietato andare in giro sparando. Al peggio non c’è mai fine, ma questa volta bisogna dire che tanto la destra quanto la sinistra hanno scavato davvero a fondo.

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Il folle livello raggiunto da certa TV spazzatura.

Come a fondo, e molto, ha scavato il giornalismo: non che ci aspettassimo un minimo di rispetto per quanto avvenuto, ma è stato davvero triste l’interesse pornografico, quasi morboso, per le sorti di quel povero corpo. Uno schifo privo di rispetto per la vittima e la sua famiglia che non vedevamo da quando quest’estate, qualcuno trasformò le pagine di cronaca dei giornali in un surrogato di youporn descrivendo minuziosamente lo stupro di una turista a Rimini. Un giornalismo triste che non sapendo come barcamenarsi in tutto questo marciume ha pensato bene di andare a chiedere alla madre della vittima come fosse stato il riconoscimento (!!) e che ha tentato la strada dell’esaltazione dei carabinieri protagonisti dell’arresto per tentare di trovare qualcosa di positivo in tanto orrore. A proposito, all’arresto, assieme all’Arma e alla Polizia di Stato, era presente anche una Guardia Cittadina, che appare per pochi fotogrammi nel video del trasporto del sospetto all’auto e poi svanisce da ogni foto o galleria sull’evento.

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Altri carabinieri, pochi giorni prima, avevano affrontato due rapinatori che, con un uzi ed una pistola a tamburo, stavano tentando un colpo in un paese della Sardegna. A Foggia, i poliziotti locali hanno dovuto disarmare un uomo che minacciava con due accette i sanitari impegnati in un TSO. Perchè questi fatti – due a caso in un calderone nazionale – hanno meno risalto mediatico di uno stragista mancato o del clochard accoltellatore di Roma? Dobbiamo pensare che il valore degli agenti si misuri dall’impatto mediatico del delitto tentato o dalla velocità di diffusione dei video di quanto accaduto? Poi quando comoda si torna ad essere i liberticidi, picchiatori, magari quelli che fanno cassa, come sta ripetendo la lega in questi ultimi giorni per raschiare il fondo del barile dei votanti, dopo che il loro leader ha avuto la faccica tosta di farsi fotografare con due di noi.

Non è più la stampa a fare la notizia, sono i click e le condivisioni a farla, e alla stampa resta solo da fare da cassa di risonanza a qualcosa che già è virale, poi sta alla propaganda elettorale vedere cosa raccoglie più consensi e tentare di infilarlo nel proprio programma, anche quando magari ciò che ottiene i like è palesemente opposto a quella che dovrebbe essere l’ideologia alla base del partito che la esprime.

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Gigi Proietti nella parte dell’eremita Celestino in Brancaleone alle Crociate.

Tensioni sociali e clima politico lanciato a chi la spara più grossa piuttosto che a chi propone un progetto di governo coerente e realistico non sono bei viatici per un futuro sereno: mala tempora…

 

Un pensiero riguardo “Guardie tra tensioni sociali e propaganda elettorale.

  1. Secondo me non sarà un programma di governo od un’altro a salvare quel che resta dell’Italia. Per me stanno creando un problema per dopo offrirci un domani la soluzione. Attualmente non credo ai partiti perchè parlano (e lo sanno) ad un corpo elettorale in coma, senza più riferimenti quali il buon senso comune.
    Purtroppo la democrazia non funziona, senza un buon senso di base che oggi come oggi non vedo. Il sistema democratico cerca di trovare un equilibrio che non ha più nelle basi e quindi crea delle ingiustizie.
    Poi credo che sia stata distrutta la capacità di pensare ed elaborare un proprio pensiero, anche da scuole di chiaro indirizzo politico, nei decenni, con certosina pazienza.
    Si è fatta passare l’idea che da soli si perde, che o pensi come il gruppo o sbagli, si è arrivati alla paura di essere giudicati, alla mancanza di coraggio di prendere una decisione, alla ricerca di un gruppo, una bandiera perchè da soli si è deboli o di una giustificazione per non affrontare la fatica di voler emergere ed riconoscersi nelke proprie azioni e l’orgoglio di farsi identificare come singoli. E se non c’è questa ricerca da parte della maggioranza dei singoli nella società, essa implode nella sua stessa apatica inerzia. I fatti che sono successi in questi giorni (mi riferisco a quelli che hanno avuto interesse mediatico) sono le conseguenze. Bisogna assumersi la responsabilità delle proprie azioni e delle proprie idee, e capire che queste tanto o poco influiscono su chi ci stà attorno e, capito questo, cercare di migliorare quello che ci stà attorno.
    Facendo così, prima o poi migliorerà anche la classe politica in quanto dovranno loro capire noi per farsi eleggere…e poi spero, ci saranno le condizioni per un cambiamento…al momento vedo solonun nuovo medioevo all’orizzonte…

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