Abbiamo già citato una volta un famoso istruttore di tecniche operative che ha l’abitudine di iniziare i suoi corsi ricordando che Batman non esiste: d’altro canto, in questo blog, lo stesso termine “supereroi” e relative citazioni epiche viene spesso accostato ad altre ben più blasonate ed importanti divise, e non certo alle povere vigilanze cittadine.
Negli ultimi due giorni, nel suo piccolo, il comando ove presto attualmente servizio ha portato soccorso ad una bambina che non trovava i genitori, ha collaborato ai rilievi di un tamponamento a 5 veicoli in un’area su cui nemmeno ha competenza, ha partecipato alle ricerche di un’anziana scomparsa, ha identificato due persone segnalate come sospette e ne ha denunciata una. Non male. però restiamo, e resteremo, i “bastardi delle multe”, e, anche se magari queste persone avranno per noi una stima, sarà per i singoli agenti, non certo per la categoria, anzi, spesse volte capita che per farti un complimento ti dicano che “meriti di meglio” che essere un “vigile urbano”.

Analizziamo un fatto successo a Bologna: 5 “vigili della Polizia Municipale” (?!) vengono aggrediti da un extracomunitario clandestino, due finiscono in ospedale con prognosi di 5 e 25 giorni. Facciamo notare che i “vigili della polizia municipale” di Bologna non sono dotati di distanziatori o spray al peperoncino, per espressa volontà della stessa amministrazione che li manda a raccattare sbandati, tossicodipendenti, spacciatori e clandestini in giro per le strade. Mi sembra giusto: notoriamente degli esaltati, gli agenti locali non hanno bisogno dei DPI riservati a chi fa le stesse cose sotto la bandiera statale, vorremmo mica abbiano troppi vantaggi su questi poveri soggetti? O forse gli amministratori temono che se gli concedessero l’uso dei bastoni questi sarebbero usati per dargli una meritata botta in testa?
A proposito, perchè questo deve dirlo A me le Guardie? I sindacati del capoluogo emiliano pensano di fare qualcosa o continueranno ad aggiungere polizze assicurative alle loro quote per vendere quante più iscrizioni possibili? Perché è fastidioso notare come ultimamente, a fronte di sempre maggiori ricoveri tra le fila della categoria, i sindacati, invece di fare finalmente un fronte comune con richieste univoche e proteste coordinate, pensino di avere sempre più convenzioni assicurative: non sarebbe più logico pretendere la tutela a livello contrattuale? E poi che vendiamo con i tesseramenti? la card per la piscina?

Qui è il nocciolo del problema: la Polizia Locale sono le Guardie di cui l’Italia ha bisogno. A che servono poliziotti senza sfollagente e spray? Se cinque agenti vengono aggrediti e due vanno in ospedale, chi ci gode? I populisti, che potranno urlare allo straniero delinquente. I politici, che si potranno sperticare in promesse sulla sicurezza. L’opposizione, perchè potrà fare interrogazioni sull’opportunità che i “viggili” chiedano i documenti alla gente. I giornalisti, perchè potranno scrivere che i “viggili” sono stati menati. I cittadini, perchè potranno ridere e sghignazzare dicendo “ma guarda questi, male addestrati, impreparati”. Le forze statuali, perchè continueranno a sentirsi più idonee ad intervenire su questi casi e sempre più lontane da “quelli che fanno le multe” accentuando il loro orgoglio di essere la serie A nella tutela della Sicurezza e la convinzione che noi siamo la B. E’ palese che poliziotti senza strumenti, tutele e formazione non servano, ed è altrettanto palese che di noi hanno bisogno. Tanto che chi si forma autonomamente si sente chiamare rambo e rimbrottare di “aver sbagliato concorso”. Tutto organizzato, voluto, preparato.

Siamo, poveri noi, le Guardie di cui la società ha bisogno. Non ci merita. Non merita quello che facciamo. Meriterebbero solo degli ausiliari del traffico a cottimo, non certo degli operatori che a spese proprie partecipano a corsi di formazione, sconfinano per portare soccorso su incidente perchè sanno di poter arrivare prima della forza competente, intervengono fuori servizio a salvare vite. Ma hanno bisogno di noi, di quei “noi” che si sono dipinti nella loro testa bacata: bidelli con la pistola, impiegati in divisa, respinti dai concorsi per le “polizie” vere, raccomandati, nullafacenti, “negro, ebreo, comunista” e tutti gli altri aggettivi con cui ogni strato sociale sfoga su di noi le sue frustrazioni.
Il vero motivo per cui non ci danno gli strumenti? Pensate sia un caso che se le mani vengono messe addosso ad un carabiniere il titolo sarà “carabiniere aggredito” ma se capita a noi siamo “vigili picchiati”? Serve questa differenza. Serve una polizia da odiare, da sottostimare, una polizia che faccia le multe, ma non tuteli, una polizia su cui riversare la frustrazione sociale, compresa quella di chi in una polizia voleva andare, ma lui si, sul serio, è stato scartato -pure da noi ovviamente – e per consolarsi si è comprato una pistola con cui sfoga in maniera quasi erotica il suo bisogno di sentirsi comunque migliore di una forza di polizia, e che orgasmo quando può insultarla sul web!
Come potete pensare che ci siano solo polizie e uomini di legge uguali, veri supereroi separati dal mondo civile, cani pastore, come ha voluto definirsi una community online di operatori di polizia e simpatizzanti dove guarda caso gli insulti contro la Polizia Locale fioccano più che nei gruppi di antagonisti.

Questo, è, a parere di A me le Guardie, il vero ostacolo che da tanto impedisce la nostra definizione chiara e la nostra riforma: non gli serviamo, ma hanno bisogno di noi. Ed il peggior dispetto che possiamo fargli, è servirgli, fino a costringerli a darci quel che ci spetta di diritto, consapevoli di essere in lotta contro un sistema, ma determinati a farlo cambiare.
Attenzione però, che a forza di considerati “quelli che servono” è già successo che tanti siano morti da eroi…e qualcuno, purtroppo, è vissuto abbastanza da diventare il cattivo. Sicuri sia stata colpa sua, passare dall’altra parte, o è stata la conseguenza delle vostre azioni?