Dopo aver salutato un 2017 che sarà sicuramente ricordato per le grandissime contraddizioni, assistiamo ad un inizio 2018 a dir poco esplosivo, tanto in positivo quanto in negativo, ma, come al solito, spiace vedere come la negatività raggiunge i massimi livelli mediatici e gerarchici, mentre l’eccellenza viene limitata al territorio, al trafiletto sulla pagina locale.
Così veniamo a sapere che mentre a Brescia continuano le operazioni di contrasto agli stupefacenti, con altri 5 arresti che vanno a chiudere una lunga operazione e raggiungendo infine la base da cui partiva l’intera rete di spaccio, ed a Roma si va a caccia di maniaci sessuali quello che fa notizia è che un collega sul quale non intendiamo sprecare aggettivi ha pensato bene di festeggiare il nuovo anno lanciando un petardo ai piedi di un cittadino, peraltro di un senzatetto e, tanto per non farci perdere nulla, soggetto da una disabilità psichica.

Ammettiamo che la cosa è talmente grande da averci fatto temere il peggio o direttamente scenari complottistici degni dei peggiori 007: l’accanirsi di un odiato vigile urbano contro la fascia più misera della società, l’atto di bullismo gratuito, in divisa, tra le risate, ripreso proprio nel momento giusto: il video che ogni detrattore della categoria – in particolar modo quelli annidati in certi palazzi – avrebbe pagato oro per vedere. Complimenti al genio della lampada che ha pensato bene di dargli un materiale che almeno fino ad ora eravamo riusciti ad evitare. Se ci aggiungiamo la copertura mediatica, immediata, la diffusione sui social, ovviamente virale, e le patetiche scuse successive, viene solo da dire che l’unica soluzione per il collega sarebbe dare autonomamente le dimissioni, sebbene a sua difesa si sia schierata, pare, la stessa persona oggetto del lancio e molti abbiano voluto sottolineare come lo stato di servizio dell’ufficiale sia fino ad oggi impeccabile.
Contemporaneamente a questa caduta di stile vediamo nei quotidiani del nord est il messaggio di inizio mandato del nuovo comandante dei carabinieri della provincia di Padova, il colonnello Oreste Liporace, il quale, dicono Il Gazzettino ed il Mattino di Padova, con tanto di virgolette per dare alla frase una paternità evidente e non rivelarla come una lettura giornalistica, avrebbe consigliato ai sindaci di affidarsi alle stazioni dei carabinieri per la gestione della sicurezza dei loro territori, e non alla loro Polizia Locale.

Una bomba. Un’uscita così fuori luogo che ha avuto la stessa esplosività del famoso petardo gettato ai piedi del senzatetto, una ostentazione di statale sicumera come non se ne vedeva da tempo: inutile stare a sciorinare i numeri e le capacità dei colleghi patavini, insensato ricordare una volta di più come le qualifiche della Polizia Locale ed i suoi compiti siano pari a quelli delle forze statali e che sta alla Magistratura e non al colonnello dei carabinieri decidere a chi affidare le indagini.
L’indecenza dell’uscita dimostra una volta di più che cosa pensano determinate personalità delle Guardie Cittadine, e, considerando appunto i risultati ottenuti dai colleghi della zona, viene da pensare che meglio si lavora più è facile venire squalificati, come se qualcuno temesse di vedere il proprio prestigio sminuito dai “parvenu” della sicurezza. Di nuovo, viene confermato indirettamente come per lo Stato Italiano noi si debba essere quella polizia che, non essendolo a tutti gli effetti, espleta tutte le incombenze che fanno odiare la polizia, mentre vi sono altre polizie, vere, che si occupano di ciò che fa notizia e tutela il cittadino: più che la ruota di scorta, per qualcuno dovremmo essere gli schiavi assegnati ai lavori nemmeno più umili, ma direttamente più odiosi, ed ovviamente mai messi alla pari con i ben più importanti protagonisti della tranquillità sociale, nonché relegati a valvola di sfogo per i malumori sociali e l’astio mediatico per le divise.

Da notare che lo sdegno per le parole del colonnello Liporace – lo stesso che nel 2013 sarebbe dovuto diventare comandante della Polizia Locale di Roma Capitale e del quale ci stupisce una così bassa stima, quando all’epoca fece davvero di tutto per ottenere quella carica dirigenziale – non è uno sfizio dei soliti polemici di A me le Guardie, ma è condiviso anche dai vertici della Polizia Locale veneta, tanto che il comandante Marco Agostini, numero uno della Polizia Locale veneta, ha commentato:

Ieri pomeriggio, come più alto in grado della Polizia Locale di tutto il Veneto, ho contattato telefonicamente il generale B. La Gala, comandante della legione Carabinieri Veneto, per esternagli il disappunto mio e di tutti i poliziotti locali della regione per le improvvide esternazioni del comandante provinciale di Padova dei C.C.
Il Generale La Gala mi ha manifestato il proprio rincrescimento per l’accaduto e mi ha assicurato che quanto apparso sui quotidiani non corrisponde certamente al pensiero della gerarchia dell’Arma e probabilmente dello stesso col. Liporace che avrebbe solo sottolineato la necessità di un presidio del territorio in accordo con i sindaci.
Il generale La Gala mi ha poi ribadito gli assoluti buoni rapporti in tutte le sette provincie venete tra Arma e comandi di Polizia Locale e si è reso disponibile di sottolineare il ruolo essenziale della Polizia Locale in occasione dell’imminente visita del Comandante Generale al presidente Zaia.
Ritengo quanto accaduto sinceramente molto grave ma non posso che prendere atto di quanto detto dal Comandante della Legione che riconduce l’episodio in un alveo molto più ristretto.
E’ davvero bello notare come le parole del Comandante non siano rimaste una voce fuori dal coro o persa nell’aria ma bensì siano state riportate da diversi articoli e, seguite immediatamente anche da un bel comunicato del sindacato SulPL,abbiano portato ad una risposta ufficiale da parte dell’Arma per stemperare gli animi e chiarire pubblicamente che non vi è alcuna velleità suprematista verso la Polizia Locale e che è sempre più necessaria la collaborazione attiva tra tutte le Forze di Polizia per garantire la piena sicurezza dei cittadini.
Quanto accaduto è qualcosa di mai visto prima nei rapporti con le Forze Statali, ed al comandante Agostini va dato il merito di aver ottenuto quel rispetto che finora abbiamo sempre temuto latitasse, fosse a senso unico o relegato al sentimento dei singoli: oggi la Polizia Locale ha vinto la sua battaglia più importante, forse più importante ancora del riconoscimento della Causa di Servizio.
Operazioni, inseguimenti, gesti imbarazzanti e prevaricazioni istituzionali: siamo appena al 4 gennaio ed il 2018 presenta immediatamente le contraddizioni e le mille sfaccettature di una figura quale le Guardie Cittadine, dimostrando ancora una volta che un intervento giuridico che ne chiarisca bene i contorni è sempre più necessario.
Purtroppo, però, se ne parlerà dopo marzo. E la delusione per quanto lasciatoci sfuggire sotto mano nell’ultima legislatura è più forte che mai.
Nel 2018 spero tanto di far la stessa fine dei Forestali del C.F.S., cosi tagliamo una volta per tutte la testa al toro. Comunque l’italia è STRAPIENA di “Vigili Petardanti” o “Vigili Gordon” ed il video del collega che lancia i petardi sotto il piede del disabile io lo avrei fatto passare ai TG della prima serata; è giusto dare il più risalto possibile a certi fenomeni, così qualcuno dovrà prender atto dell’inefficenza di alcune realtà.
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