Ci sono le divergenze, le divisioni e le discussioni. Poi ci sono i momenti in cui sentendo una notizia ti senti male come fosse accaduto ad una persona che conoscevi da anni e che potresti avere accanto in tante occasioni professionali, in corsi di formazione, in cene interforze. Con cui magari hai chiacchierato di qualcosa in qualche gruppo facebook o con cui ti sei preso un caffè incontrandolo sul servizio.
Ci sono i momenti in cui vedi un’auto accartocciata e ti senti distrutto a tua volta, perchè sai che, al di là dei colori e della scritta, in quell’auto potevi esserci tu, poteva esserci un collega di ogni giorno, un giovane, un padre di famiglia, un amico. Tra quelle lamiere è morto uno che faceva il tuo stesso lavoro e che portava la tua stessa scritta, o una molto simile, come tanti altri prima di lui, come un giorno magari non lontani potrebbe capitare a te.
Vorresti pensare ad altro e non ci riesci, e vai a vederti di nuovo gli articoli ed i commenti, e magari ti scappa pure di trovare qualche mentecatto che festeggia o ironizza alla notizia che un papà di 5 figli, non tornerà mai a casa, perchè è morto in autostrada, schiacciato da un camion, dentro una volante bianca e blu, mentre correva in soccorso a qualcuno che aveva bisogno di aiuto.
E vedi chi commenta, chi sentenzia, chi sostiene, chi parla di cinture e velocità, chi pensa di non sapendo nulla, e pensi solo che quello poteva essere il tuo intervento, la tua autopattuglia, la tua divisa, la tua vita.
L’intervento, l’autopattuglia e la divisa oggi erano quelle di Giuseppe Beolchi, 45 anni, in servizio presso la sezione della Polizia Stradale di Guardamiglio.
Alla sua famiglia, alla polizia stradale ed a tutte le Forze di Polizia il cordoglio di A me le Guardie, nonché i migliori auguri di una veloce e completa guarigione all’altro componente della pattuglia, ricoverato in gravi condizioni, ma non in pericolo di vita.