Cronaca · riflessioni

Guardie morte nell’ipocrisia di chi le manda a morire.

Igor il Russo, alias Norbert Fehrer, è stato catturato. Non in Italia, ma in Spagna, dove evidentemente si era rifugiato dopo aver ucciso, in ultima istanza, la guardia volontaria Valerio Verri e ferito gravemente il poliziotto provinciale Marco Ravaglia, salvatosi solo perchè creduto morto. Prima di venire preso, fermato da un incidente stradale mentre si scatenava l’ennesima caccia all’uomo, ha ucciso ancora. Nello stesso modo in cui ha colpito in Italia, vigliaccamente, all’improvviso e senza lasciare scampo alle sue vittime: due agenti della guarcia civil di 30 e 38 anni, Víctor Romero Pérez e Víctor Jesús Caballero Espinosa ed il proprietario terriero José Luis Iranzo. Gli agenti, di servizio in una compagnia specializzata nelle indagini ambientali ed in ambiente rurale, stavano cercando le tracce di un uomo, probabilmente lo stesso “Igor” che nei giorni scorsi aveva assaltato una fattoria ferendo due persone. Anche in questo caso l’assassino si è impossessato delle armi degli agenti, ritrovate poi all’interno dell’auto ove era rimasto bloccato dopo un incidente, e dove si è lasciato prendere senza fare resistenza, da bravo vigliacco capace solo di sparare di sorpresa quale è. Alle vittime di Igor si aggiungono il barista Davide Fabbri e probabilmente la Guardia Giurata Salvatore Chianese, uccisa nel 2015. Un curriculum criminale che rende “Igor il Russo” uno dei peggiori Assassini di Guardie – o cop killer come dicono negli Stati Uniti- di sempre. 

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Tutte le Guardie vittime di Igor: Valerio Verri, Marco Ravaglia – unico sopravvissuto – Salvatore Chianese, Victor Perez e Victor Espinoza.

E mentre sulle strade brillano ancora i lampeggianti dei veicoli impegnati nella caccia all’assassino, ecco la solita valanga di ipocrisia, di ringraziamenti, di applausi: il Ministro Minniti ringrazia i Carabinieri – che in questi mesi hanno seguito la pista e segnalato la presenza del sospetto in Spagna – i vertici dell’Arma ringraziano quelli della Guardia Civil, tutti si sprecano in condoglianze per le vittime, qualcuno ringrazia la Polizia Scientifica, il sindaco di Bologna, Merola, si congratula coi suoi colleghi delle città protagoniste della latitanza ferrarese di Igor, complimentandosi per aver saputo tenere coese le popolazioni (?!) e lodando il lavoro dei Carabinieri. Guardia Civil non pervenuta.

Tutti si congratulano di tutto con chiunque, insomma.

A me le Guardie non riesce a fare a meno di chiedersi come mai, se la presenza di Igor era stata prontamente segnalata nella zona, i due agenti uccisi in Spagna fossero da soli, in borghese, senza dispositivi antiproiettile e accompagnati da un civile, come se stessero dando la caccia ad un ladro di polli: siamo così sicuri sapessero di chi si trattasse? Ed alle congratulazioni sostituisce il cordoglio, per delle morti che siamo sicuri si sarebbero potute evitare se la giustizia per prima fosse stata in grado di mettere fuori della circolazione Norbert Fehrer le TRE volte in cui era stato preso e sempre rilasciato.

guardiaciviò

Le Guardie muoiono ed il potere si congratula con vertici ed istituzioni, versa lacrime di coccodrillo sulle vittime e non si chiede MAI cosa poteva fare per evitarle. Siamo danni collaterali di un sistema che da un lato vive su di noi e dall’altro ci schiaccia di limiti, ci lega le mani, ci umilia, ci divide e non di rado ci sfrutta per coprire i propri buchi – compresi quelli di bilancio – e proteggersi dalle conseguenze – anche fisiche – dei propri errori. 

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2013: Il ferimento di Giuseppe Giangrande, carabiniere in servizio a Palazzo Chigi, colpito da un cittadino che poi dirà che voleva uccidere i politici.

A proposito di umiliazioni: in Italia se un poliziotto locale passa da un comando all’altro deve rifare i titoli di polizia. Un’idiozia direte voi. SI, lo sarebbe se si trattasse di mettere un timbro su una carta, invece ogni volta  passano mesi di attese meramente burocratiche durante i quali l’agente è disarmato, magari chiuso in ufficio, e meno pagato rispetto i suoi colleghi. Cosa c’entra con tutto il resto? Poco, ma rimane un tassello di un ingranaggio fatto per umiliare, disincentivare e squalificare la figura della professione e della persona, trattata da sospetto – come se passando da un posto all’altro si diventasse improvvisamente un soggetto da controllare e di cui non avere fiducia: poi un “Igor” viene rilasciato dopo rapine in casa, aggressioni e violenze. 

Non è semplicemente frustrante, è molto peggio.

noichecorriamomeme

Onori a tutte le Guardie, di tutti i paesi civili, che difendono il cittadino, che cercano di garantire il soccorso a chi è in difficoltà, che muoiono correndo verso i posti da cui la gente scappa o dove è vittima di un sopruso.

Onore anche all’ispettore Luigi Licari, massacrato da un branco di teppisti, che oggi è tornato a casa e, anche se il percorso di guarigione sarà ancora lungo, possiamo solo dire che siamo felici di vederlo finalmente fuori da un ospedale. A proposito di umiliazioni, ricordiamo che lo stipendio di Luigi, convalescente, è minore di quello di Luigi, in servizio, poichè alla Polizia Locale le indennità per le qualifiche ed i turni vengono corrisposte solo se viene effettivamente reso il servizio.

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Luigi Licari: bentornato a casa.

Don Chisciotte diceva che quello del Cavaliere non è un dovere, ma un privilegio: ne siamo ancora fortemente convinti, così come siamo convinti che il potere ha sempre tentato di trasformare tale privilegio non tanto in un qualsiasi dovere, quanto in un banale ufficio, in un lavoro come gli altri, cercando di strappare tutto ciò che abbiamo dietro le corazze di un tempo e le divise di oggi. 

A me le Guardie rinnova gli onori ai caduti, e la vicinanza a tutti coloro che sono ancora convinti che il nostro sia un privilegio che va oltre il sistema, di oggi, come di allora. 

 

 

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