“Dove l’ambiente è migliore c’è più sicurezza, si diffondono minori timori e diffidenze, si crea più fiducia e più solidarietà. I Comuni sono particolarmente esposti su questa linea: lo testimoniano i sacrifici della polizia locale.
Desidero rivolgere un pensiero commosso di ricordo al comandante della polizia locale di Medesano, nel parmense, Mauro Dodi, travolto e ucciso, pochi giorni fa, durante un normale controllo.”
Parole importanti, sicuramente, e che ci fanno piacere, anche perchè, a nostra memoria, è la prima volta che un Presidente della Repubblica usa toni di ringraziamento e di riconoscimento verso la Polizia Locale. Si, cari lettori, avete letto bene, l’incipit è una citazione del recente discorso fatto dal Presidente Sergio Mattarella, in occasione di un intervento al congresso dell’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, cui era presente. Uno stralcio di poche righe che ha commosso e, per una volta, compiaciuto, buona parte della categoria.

Questo quello che dice, ad oggi, di noi, il Presidente. Il Ministro dell’Interno, cosa dice, lo sappiamo, lo ha scritto, lo ha addirittura inserito in alcune circolari, lo ha ribadito e ripetuto: quello che manca, dopo le richieste, è che ci venga detto anche con quali strumenti, quale formazione e quale organico potremmo eseguire le sue direttive che, per inciso, riconoscono nella loro stessa formulazione l’importanza ed il valore delle Polizie Locali in Italia.
L’ARAN – l’agenzia che rappresenta i dipendenti pubblici nella contrattazione per i rinnovi contrattuali – ha annunciato un atto di indirizzo per una nuova sezione contrattuale dedicata alla Polizia Locale, il che significa per la totale e netta distinzione tra le Guardie Cittadine e gli impiegati amministrativi: cosa contenga tale indirizzo non è ancora trapelato, ma la speranza di tutti è che sia il primo passo verso il ritorno del contratto di tipo pubblicistico, strappatoci nel 1989 e colpevole dell’attuale situazione di assoggettamento totale alla politica locale ed al sindaco, nel frattempo diventato sempre più simile ad un imprenditore con i propri dipendenti d’azienda che ad un amministratore pubblico temporaneo al cui servizio vi sono dipendenti di ruolo con competenze specifiche nei settori comunali. Tacciamo poi del rapporto attuale tra Sindaco e Comandante della Polizia Locale, sempre più simile allo strapotere di un principe Giovanni sul suo Sceriffo di Nottingham.

Tutto bene quel che finisce bene? La Polizia Locale sta, con 3-4 lustri di ritardo, acquistando una sua dimensione? Eh, mi sa di no. Perché quello cui Minniti, l’ARAN e tanti altri non parlano è l’odio che la scellerata gestione dal 1990 in poi della nostra figura ha portato. Se poi vogliamo parlare del livello cui si è arrivati con la diffusione dei social, praticamente megafono di frustrazioni che una volta non si osava proferire nemmeno al bar sport, ecco che tutte le buone intenzioni – ammesso ci siano- del mondo crollano di fronte un odio sociale ed un astio come non si è mai visto per nessuno. Colpa anche nostra, sicuramente, qualcuno di noi forse dovrebbe ragionare un attimino prima di agire e magari riflettere prima di parlare, ma una campagna denigratoria mediatica, sociale ed istituzionale durata 20 anni non ha certo aiutato le sorti della categoria, funestata da scelte assunzionali discutibili e da nomine apicali basate più sull’ubbidienza cieca al già citato sindaco-feudatario – del partito – piuttosto che alla giustizia ed alla cittadinanza: dopotutto, se già nel medioevo l’Italia è andata avanti a comuni, signorie e repubbliche, non si capisce perchè oggi si è deciso di impostarla come una sorta di feudalesimo con i partiti a fare da sovrani ed i vari sindaci a rappresentarne le volontà come appunto valvassori e valvassini, il tutto anteponendo la logica e la linea politica alla vivibilità dei territori, alla sicurezza dei cittadini, alla dignità delle loro Guardie Cittadine.

Non sappiamo se possiamo credere, ad oggi, ad un Rinascimento della figura della Polizia Locale, troppo funestata, esternamente, ma soprattutto internamente, dalla totale ignoranza dei doveri, delle qualifiche, dall’assenza di una sua identità specifica, dalla negazione di una sua dignità.
Insultati, derisi, ostracizzati, i Poliziotti Locali hanno perso la loro battaglia con la società, sono stati sconfitti nel far comprendere il loro posto ai cittadini, sono stati sbandati da personaggi capaci di concepire una polizia fatta solo per espletare quei doveri – le multe, ma anche gli sgomberi, i tso – che gli operatori di polizia li fanno odiare, demandando ad altri corpi tutto ciò che invece una polizia la rende stimata ed indispensabile, una società che ha voluto dividere le forze dell’ordine in supereroi e “quelli che” rompono le scatole al cittadino onesto, odiati per questo, disprezzati se talvolta “sforano” a fare qualcosa di utile, in quanto tutti sono convinti che gli altri lo avrebbero fatto comunque meglio. Il tutto con l’aggravante di non riconoscere a quest’ultimi nemmeno di essere “veri”poliziotti, relegandoli ad un contratto privatistico, pensato per amministrativi su cui cucire a necessità le qualifiche di polizia, sottomessi ad amministrazioni con potere di deciderne dotazioni e servizi.

Ad un corpo verso il quale chiunque ritiene di poter sputare fiele e del quale qualsiasi pisquano può andare al comando facendosi eleggere – o facendomi nominare da chi è stato eletto – per non parlare poi di una certa percentuale di appartenenti convinta di essere venuta a fare un mestiere a metà tra l’assistente sociale e l’ausiliario del traffico, è del tutto inutile dare potere, del tutto inutile farlo entrare nella 121, del tutto inutile parlare di riforma fin quando si ha la consapevolezza che chiunque muovesse un dito per migliorarne le condizioni si troverebbe contro l’odio del popolo: dai, siamo seri, chi punterebbe la propria carriera politica sui “Vigili Urbani”? L’unica opzione che potrebbe portare qualche voto sarebbe quella di abolirci.
Ed allora, parliamone, perchè non cancellare questa Polizia Locale dalla nascita così travagliata e dalla vita così deprimente, magari spostando subito dopo i dipendenti – o parte di essi- in un nuovo organismo con una sua identità ed una sua specificità, rispettando peraltro quel dogma tutto italiano del cambiare tutto senza cambiare nulla? Se come Poliziotti Locali abbiamo fallito, se siamo indegni dell’immagine che il cittadino medio ha dei “Vigili Urbani” che pensano noi si sia – ed è una immagine ben lontana da quel che i vigili erano – perchè non tornare ad essere le GUARDIE CITTADINE? O, quantomeno, perchè non riconoscerci, noi, come tali.
Regionalizzazione SUBITO!!!! FUORI I SINDACI DALLA PL
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