Non è facile essere amministratori e praticamente unici redattori di un blog – che non è un giornale- su una categoria come quella della Polizia Municipale. Non è facile perchè su ogni articolo ci metti la faccia – visto che l’identità del VxVigile è un segreto di Pulcinella- ma ci metti anche la persona, la tua formazione professionale, e, a volte, il tuo posto di lavoro o la carriera. Li metti in gioco perchè non accetti di tacere alcune situazioni e non lisciarne altre, limitandoti a dire quello che pensi e come lo pensi.
Bene.
Fatta questa doverosa premessa, scrivere questo articolo mi dispiace. Mi dispiace perchè dovrò parlare dei precari, che sono, e chi mi legge lo sa bene, forse la più grande vergogna della nostra categoria, seconda solo ai magheggi di taluni sindaci – ma direi che le due cose sono complementari – che pensano di avere un loro reparto di bravi manzoniani, di scagnozzi del far west o di sgherri dello sceriffo di Nottingham. Mi dispiace perchè protagonista di questa vicenda è un comando che ritengo uno dei migliori d’Italia, uno di quelli con le operazioni più importanti, con all’interno alcuni guru del mestiere che fanno impallidire moltissimi istruttori ed operatori delle forze di polizia più blasonate del paese, con equipaggiamenti individuali e di reparto che dovrebbero fare scuola e non ultimo con alcuni servizi ancor oggi all’avanguardia rispetto l’immagine tipica delle Guardie Cittadine. Senza contare che parliamo della città più bella del mondo, oltre che della mia di origine.

E’ davvero brutto dover dire che tale città, nonostante tutti i lati positivi di cui si è parlato, abbia preferito, per scopi palesemente legati all’immagine più che ad una vera tutela della sicurezza e della vivibilità urbane, nonché ad una vera valorizzazione dei propri agenti, optare per l’assunzione di agenti precari stagionali, invece di imitare quello che fanno le questure e le legioni carabinieri in caso di fabbisogno temporaneo di rinforzi, ovvero il distacco di unità dall’entroterra verso il mare o viceversa: eppure la Città Metropolitana, se sfruttata a dovere, potrebbe semplificare questi scambi temporanei che funzionano benissimo, per fare un esempio a caso, in Lombardia, o in occasione di soccorso alle vittime di disastri naturali, o per grandi eventi: ricordiamo i numerosi nuclei giunti in centro Italia dopo l’ultimo sisma o i nutriti contingenti di rinforzi mandati a Modena da comandi di tutto il paese in occasione del concerto di Vasco Rossi.

E allora PERCHÉ’ PERCHÉ’ E PERCHÉ’ siamo ancora legati a tristi figure assunte per pochi mesi, formate in maniera approssimativa – o quantomeno accelerata – vestite di una divisa utile solo a fare le foto di propaganda politica, private di buona parte degli equipaggiamenti cui sono dotati i colleghi di ruolo? Perché, già consci dell’astio medio verso di noi, andiamo a creare una sottocategoria nella categoria? I poliziotti di serie C? Il girone dilettanti della sicurezza? Perché andare ad abbattere l’entusiasmo di tanti nuovi assunti facendo loro sentire l’esperienza in Polizia Locale come una parentesi fatta di servizi ripetitivi, equipaggiamenti monchi e raccomandazioni di prudenza e inoperatività “tanto cosa pensate di poter mai fare”? Il tutto dopo una selezione – ormai le prove fisiche sono la prassi anche negli stagionali – e delle visite mediche che nulla hanno da invidiare a quelle dei citati blasoni statali?

Come possiamo speriamo di fidelizzare i nuovi agenti alla nostra figura se li trattiamo non dico da indesiderati, ma quantomeno da sottostimati alla loro prima esperienza, salvo poi mandarli nelle zone calde così che i cittadini li vedano e più che sentirsi sicuri possano però dire che “il sindaco ce li ha messi” e magari farsi una risatina vedendo questi ragazzi grondare sudore, per poi ovviamente girarsi ed applaudire ai blasoni statali che passano in auto e fanno un cenno di saluto colmo di pietà – non voglio pensare ironia – ai neo assunti precari che appena avranno capito non come gira il mestiere ma la città dovranno riconsegnare le divise e cercare lavoro fino la prossima chiamata stagionale l’anno a venire?

La Polizia Locale ha tanti nemici, dentro e fuori, ma se si desidera avere una nostra dignità ed un nostro ruolo che non consentano a qualsiasi livoroso imbecille di scatenarci contro il suo odio e la sua stupidità ad ogni nostro movimento – manco errore – non sarebbe ora di lottare, oltre che per le tutele, gli strumenti. il contratto pubblico e tutto ciò che ci manca per essere alla pari di coloro con cui condividiamo le qualifiche di polizia, anche per l’eliminazione di tutte quelle porcherie che ci rendono tanto differenti tra loro, ed una di queste, la più abbietta, meschina e dequalificante, sono proprio i tanti stagionali usati come fantocci da amministrazioni che con l’utilizzo di tali figure dimostrano che, dietro le parole e gli slogan, non vi è in loro alcun vero interesse per una crescita della Polizia Locale?
I sindacati, invece di combattere battaglie professionalmente suicide accanto quel tipo di colleghi che rifiutano la pistola, che sostengono che di polizia devono avere solo le tutele, ma non i doveri, che caldeggiano vergogne come un bonus economico legato ad un fantomatico raggiungimento degli obiettivi con tanto di tessera a punti, non potrebbero una volta tanto parlare a favore di quelle nuove leve che stiamo distruggendo nel fango di un ruolo poco riconosciuto, poco stimato, e soprattutto poco gratificante?

E se dire la verità mi avrà stroncato la carriera, sapete che vi dico?
VADA AL DIAVOLO LA CARRIERA!
