riflessioni

Seppellite il mio cuore al Municipio.

Sarò sconfitto dalla stanchezza, dalla ripetitività, dalla routine: da tutte quelle cose che mi auguravo non avrei mai dovuto affrontare scegliendo un mestiere come quello del poliziotto, indipendentemente dalla scritta dietro “polizia” o dall’ente da cui avrei percepito lo stipendio.

Ed invece eccomi qui, annoiato, stanco, bombardato da quotidianità e banalità condite in salsa di insulti e pregiudizi: routine professionale, nonostante rari guizzi di interessi, ma anche routine sociale e personale. Potrei riempire di analisi ed opinioni la sezione tecniche operative, oppure potrei fare qualche bella ricerca ed approfondire la parte storica di A me le Guardie, o, come feci circa a metà del 2015, trasformare questo blog in una sorta di rassegna stampa di articoli sulle operazioni di servizio delle Guardie Cittadine, tentando di diffondere la verità sulle nostre attività operative, oppure insistere sulla protesta per le condizioni contrattuali e formative, trasformandomi in una anomala e bellicosa bacheca sindacale, o, volendo, potrei scrivere ancora contro la vergogna che è il precariato di polizia, e come purtroppo la speranza che questa oscena pratica di poliziotti a scadenza sarebbe crollata con l’evoluzione della nostra figura è morta sotto l’incredibile aumento di concorsi e di chiamate per coprire posti a tempo determinato.

La Polizia Municipale
Mai ho visto una  nostra evoluzione lontana come negli ultimi mesi.

Speravo che questo blog avrebbe narrato la grande avventura della Polizia Locale che cresceva ed andava ad amalgamarsi alle altre Forze dell’Ordine, mi ritrovo a portare avanti l’orgoglio ferito delle Guardie Cittadine chiuse in se stesse dall’odio sociale e dal totale rifiuto di gran parte del mondo istituzionale e delle stesse forze di polizia di considerarle parte integrante del comparto sicurezza. Seppellite il mio cuore a Wounded Knee è un bellissimo libro di Dee Brown che racconta, dagli occhi di un nativo, la conquista delle pianure americane da parte dei “visi pallidi” ed il conseguente massacro e confinamento delle tribù indiane nelle riserve: citandolo, posso ormai dire di aver seppellito il mio cuore in un municipio, o nel garage di un comando, o sotto qualche portico calcato da migliaia di cittadini e turisti ogni giorno. Non siamo, fortunatamente, ridotti alla stregua del capo Big Foot, il cui cadavere è stato abbandonato nella neve, ma la situazione non è allegra e la Polizia Locale, quella vera, quella che crede in questo nome e in quello che fa, assomiglia sempre più alle ultime bande indiane, agli ultimi ribelli guidati da Cavallo Pazzo, Geronimo, Victorio, Capo Giuseppe, che rifiutano con ostinata ed inutile testardaggine di entrare in un mondo che non riusciranno più a cambiare e al quale dovranno infine adattarsi. 

Crazy Horse Memorial
Il progetto e lo stato dei lavori del Crazy Horse memorial. 

Riforma? Non la desidera nessuno, non la vota nessuno, non la cerca nessuno se non pochi, veramente pochi tra di noi, come pochi erano gli “indiani ribelli” di Cavallo Pazzo e Geronimo: la maggior parte dei nativi, infatti, aveva seguito capi più accondiscendenti e posati, accettando di vivere in riserva contando su trattati di pace strappati con le unghie e con i denti. Questa è la condizione anche di gran parte dei Poliziotti Locali, che, accondiscendenti e posati, accettano la legge 65 del 1986 e con le unghie e con i denti si aggrappano alle poche concessioni che riusciamo faticosamente a strappare, come la recente reintroduzione della causa di servizio, nella quale anche A me le Guardie credette di poter intravedere un futuro di speranza.

Exvigili
Il servizio in bici sta riprendendo piede in tutto il paese, senza che nessuno dica quanto sia insulsa la sola idea di un poliziotto in bicicletta nel 2017. 

Era la neonata società americana incompatibile con i nativi, ed è la costituita società italiana incompatibile con una Polizia Locale che sia qualcosa di più di impiegati comunali con pistola e luci blu.

E vi spiego perché: in Italia c’è un sistema non di illegalità ma di inciviltà’ congenita, la gente è egoista e non vuole poliziotti ma bravi manzoniani, più la colpa è piccola più non è una colpa ma è lo sbirro severo inflessibile e ladro. Questo lo Stato così bene che infatti mantiene un corpo di polizia – noi – per fare tutto ciò che non la legge ma la società non ritiene di polizia ma di “fastidio”: ora io non mi sono arruolato per essere lo scaricabarile dell’odio sociale verso il senso civico e il paravento dei supereroi statali “che ci difendono, mica come i vigili che fanno cassa”. Mi viene in

sansebastiano
San Sebastiano: il martirio continua.

mente il recente caso di una signora che, vedendosi contestare un verbale perchè andava in bici sotto un portico, ha pensato bene di mandare ad un giornale il suo disappunto verso una “Multa”  non meritata, data da un vigile “imperioso e severo” che a suo dire “l’ha trattata come una criminale facendole il verbale invece di farle una ramanzina bonaria e poi andare ad occuparsi di problemi più gravi”: ora, perfino Gesù sono dovuti andare ad arrestarlo per poi flagellarlo, io mi devo proprio consegnare e dare la frusta in mano al carnefice? Piuttosto aspetto che una mamma caschi e rompa la testa al figlio o ad un’anziana che passa sullo stesso portico e su incidente le faccio verbale, denuncia e predica sui giornali. In Italia va così, le pene severe le chiedono per i fatti, non per la prevenzione. La prevenzione è vista come un fare cassa. Se hanno una macchia di sangue a terra invece vogliono la testa di chi l’ha causata: ricordate il bimbo morto in auto? “Colpa dei vigili un’ora senza giro soste” fino l’ora prima la solfa era “i vigili  nei giri soste fanno cassa pensino a cose più importanti”. Siamo arrivati all’assurdo che una delle ultime campagne promozionali della Polizia Stradale vede ritratto un autovelox e lo slogan “facciamo sicurezza non cassa”: come dire “non siamo mica come la Municipale, NOI!”.

AUTOVELOX
Il Velox è il tipico servizio per cui la Polizia Locale viene messa in croce: la Polizia Stradale difende i suoi controlli sottolineando come “loro” non fanno cassa, ma prevenzione.

Ed è per questo che predico la nostra abolizione: non perché mi sta stretta la nostra “unicità” e vorrei fare “le cose dei grandi” viste come “competenze delle forze statali”, ma perché la nostra unicità è, da decenni e per volontà dello Stato, fare tutto ciò che una polizia la rende antipatica, senza dare in contraltare tutto ciò che invece la fa amare, la “security”, come ha voluto chiamarla il Capo della Polizia, quella che ci protegge e difende, ben diversa dalla “safety”, insieme di regole regolette ed ordinanze che ci complica la vita mettendo paletti e divieti alla nostra esuberanza estiva, ovviamente sanzionate dalla Polizia Municipale, che così oltre che rompere fa pure cassa, e ricordiamo come venire messi a gestire tutto questo non sia bastato a farci entrare nel comparto sicurezza: come sottolineare che chi fa rispettare ordinanze e regole NON fa sicurezza, non fa polizia, ma altro, qualcosa di diverso.

poliziotto20quartiere
Sindacati e rappresentanti delle Forze dello Stato oggi come non mai combattono contro l’evoluzione della figura professionale della Polizia Locale. 

Ripenso alle inconcepibili parole dei rappresentanti sindacali della Polizia di Stato contro la Polizia Locale a Torino e Piacenza e ricordo come fino al 1876, in fondo, il genocidio dei nativi era ancora molto “sottobanco” e solo dopo l’uccisione di Custer al Little Big Horn sia diventato sistematico: insomma, per dare inizio al vero conflitto, hanno dovuto aspettare che gli indiani facessero paura. Devo pensare che qualcuno inizia ad aver paura della Polizia Locale?

C’è un dollaro d’argento, sul fondo del Sand Creek.

 

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