Quella di ieri è stata una giornata campale non solo per i 220mila fan di Vasco Rossi accorsi da tutti Italia- ed il mondo- accorsi a Modena, in quella che è stata definita, forse non a torto, la Woodstock italiana. Una Woodstock che si temeva sarebbe stata funestata dal terrore degli ultimi mesi, sfociato nell’ultima circolare del Ministero dell’Interno, farcita di divieti e misure di sicurezza che sembrano dire come il terrorismo, reale o temuto, abbia vinto portandoci a modificare non solo le nostre condizioni di vita, ma addirittura le basi della nostra società e delle sue libertà.

Bene, ciò premesso è un piacere affermare che in 13 ore di servizio viabilità ho visto come tanto la paura del terrorismo quanto quella di una deriva giuridica liberticida siano sfumati in una delle giornate più belle forse non solo dei miei 4 anni di servizio, ma dei 30 di vita, nonostante funestata dal periodo personale non proprio riuscitissimo. In piedi dalle 4 del mattino ed operative dalle 5. le Guardie Cittadine hanno risposto alla chiamata di Modena da tutto il paese, con autocolonne partite non solo dai comuni della provincia, ma anche da Bologna, da Milano, decine di auto a tracciare una linea di lampeggianti nelle strade e nelle autostrade per dare il proprio supporto. Sul posto assegnato dalle 6 del mattino fino alle 17 e 30 – in realtà fino le 18 e 45 perchè gli orari in certe occasioni sono puramente indicativi –con mezz’ora di pausa, comunque in piedi, in un bar a 5 minuti dalla posizione – e poi a casa alle 20 e 30.

Mai fatto un servizio tranquillo e piacevole come ieri, nonostante il livello di allerta massimo e l’ordine di far svuotare e gettare ogni bottiglia di vetro: quasi nessuna lamentela, poche battute e tutti che diligentemente travasavano il contenuto in una bottiglia di plastica o direttamente nel proprio stomaco, per poi gettare il vetro nell’apposita campana. Nessuna discussione e nessun problema nemmeno con gli automobilisti che si vedevano dare l’alt con la mano destra appoggiata sull’arma invece che sul fischietto come solo facevo due anni fa: certo, due anni fa non avrei mai pensato che potenzialmente ogni conducente avrebbe potuto dare gas e tentare di investirmi, ma forse proprio per questo veniva apprezzato che mi tenessi sempre tra i veicoli e la folla e li fermassi ad almeno 15 metri dalle strisce pedonali.

Lascio ad altri decidere se con una certa atmosfera stessi facendo ordine pubblico o viabilità: certo era che sono stato per 10 ore uno dei tanti scudi umani a protezione degli spettatori, consapevole che in qualsiasi caso sarei stato prontamente vendicato dall’imponente apparato di sicurezza messo in campo dal Superstato. Resta che non è successo nulla e che l’esperienza con la cittadinanza alquanto variegata con cui ho avuto a che fare sia stata estremamente positiva, senza dimenticare l’altissimo livello professionale, umano e personale del collega con cui ero affiancato: un veterano con oltre 30 anni di servizio che è stato un onore conoscere.
Complimenti inoltre ai colleghi delle sezioni Commerciale e NPT: lotta al commercio abusivo continua ed efficace, indubbiamente Modena ha dimostrato una volta in più che le Guardie Cittadine il loro lavoro sanno farlo e l’assenza di interventi di rilievo da parte dei supereroi statali ha dimostrato che le funzioni di “safety” che ci hanno voluto dare, giusto per differenziarci dal loro essere l’unica vera “security” – i dettagli in un precedente articolo – potrebbero ritorcerglisi contro. Ci si permetta la battuta, ma se l’eccellenza del lavoro della Polizia Municipale a Modena – garantita la mobilità a 220mila spettatori, agli abitanti ed a tutti i veicoli civili e di soccorso, sequestrate o fatte gettare bottiglie di vetro dal centro storico fino al concerto, combattuta la vendita abusiva di alcolici e merce contraffatta -unita al grandissimo lavoro investigativo lontano dalle telecamere fatto dai reparti antiterrorismo delle forze statali, potrebbe perfino succedere che gli agenti su strada delle Forze dell’Ordine Statuali (come gli piace chiamarsi) si annoino mentre i “Vigili Urbani” si sbracciano tra incroci, pubbliche relazioni e contrasto all’abusivismo.

Dopo il servizio ho pensato bene di inforcare il mio Ronzinante d’Acciaio (definire “cavallo” una pegaso del 2004 con la centralina scassata e le candele più consumate di quelle di un altare sarebbe troppo) ed andare a Monterenzio alla festa celtica: oltre al piacere per il concerto dei Selfish Murphys (preferisco il rock irish folk a quello di Vasco) ero curioso di leggere una contestata ordinanza , figlia a sua volta del periodo storico, che, da rievocatore, temo che se dovesse prendere piede ucciderebbe la rievocazione storica e tutta la crescente importanza culturale e divulgativa che questa sta prendendo: preso atto che ormai ci possiamo scordare bottiglie e bicchieri in vetro ritengo davvero esagerato vietare, all’interno di una manifestazione rievocante la storia antica, la vendita ed il porto di “simulacri di armi da taglio”, con l’eccezione degli spettacoli rievocativi in cui si rende necessario il

loro uso: vedere aggirarsi legionari corazzati, ma disarmati, per i campi è davvero pessimo, anche in considerazione del fatto che le manifestazioni rievocative sono tra gli eventi più tranquilli in assoluto. In particolare perchè l’ordinanza sembra dire che un oggetto che non è arma, ma semplice pezzo di ferro a forma di spada, deve essere trattato come se arma fosse. Nulla di più falso, le spade da rievocazione non sono armi ma oggetti il cui porto è giustificato nel momento in cui ne si fa uso: è palese che se sono compendio di costume, l’uso è legittimo, e non sarà un’ordinanza a cambiare la legge italiana, nemmeno in un periodo come questo. Dire che un oggetto di ferro a forma di spada può essere pericoloso perchè utilizzabile come arnese contundente sarebbe come rendere armi gli ombrelli e le stesse repliche da soft air: in fondo pure un oggetto di ferro a forma di m4 se dato in testa può fare male, ma certo non diventa un’arma per questo. Speriamo che questo concetto non prenda piede o si prospettano tempi duri per la rievocazione storica e per gli artigiani che su di essa, in questo periodo di crescita dell’ambiente rievocativo, ci hanno basato la loro attività imprenditoriale: eppure proprio a Modena è stato dimostrato nello stesso giorno che una buona organizzazione può risparmiare di dover applicare regolamenti che sfigurano tradizioni decennali e minano la libertà di espressione culturale del nostro paese.

Tanto detto, il concerto – dei Selphis intendo – è stato fenomenale, il pubblico eccezionale, la giornata, terminata all’una del mattino col ritorno a casa, unica. Riuscissi a superare il momento pessimo a livello personale, potrei perfino diventare una persona positiva e non incazzata col mondo intero.
E, come sempre, oggi come ieri VOSTRE, GUARDIE CITTADINE.
Vi segnalo che il lavoro delle PL per #ModenaPark è stato documentato con foto e commenti dell’account Twitter dell’Area Polizia Locsle della Regione Emilia Romagna che ha fatto una diretta non stop sul lavoro dei colleghi dalle 10 del mattino slle 6 del mattino dopo. Link Twitter : @polizialocaleER
Hashtag utilizzato: #direttaPL
Buon lavoro
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