In un’epoca dove la spettacolarizzazione del dolore ha raggiunto vette mai viste prima non mi vergogno di ammettere di far parte del 50% di NON share del programma in oggetto, tuttavia, se qualcuno ha deciso di mettere sul palco dell’Ariston i soccorritori dell’hotel Rigopiano, per quanto lo trovi di cattivo gusto, trovo ancor peggiore che alcuni di essi siano stati volontariamente dimenticati.
La serie di tragedie che ha colpito il nostro paese nei mesi tra agosto 2016 e gennaio 2017 ha visto la pronta risposta di tutti gli organi di sicurezza e soccorso, dalle forze armate a quelle di polizia, dai vigili del fuoco sempre in prima linea alla protezione civile al 118 che ha peraltro pianto la morte di diversi uomini in un incidente aereo a seguito un intervento di soccorso. L’assenza di alcuni di questi attori – Polizia Locale, soccorritori del 118 (la Croce Rossa, presente, è cosa diversa). Guardia Costiera – nel palco ove si è deciso, nel bene e nel male, di dare una dimensione mediatica al loro altruismo ed alle loro capacità è un insulto non solo per le forze dimenticate, ma anche per quelle presenti, che tristemente non hanno speso una parola in difesa dei colleghi sfuggiti all’attenzione dei presentatori del festival.

Qualche collega ha accusato coloro che si sono sentiti offesi da questa “dimenticanza” sostenendo che la soddisfazione non deve arrivarci dai palchi, ma dalle nostre azioni. Sono bellissime parole, anche condivisibili, ma che non tengono in conto dell’importanza dell’immagine nel nostro paese, anzi, direi nella nostra epoca, nella quale non conta quello che fai, ma come appari, ed il modo per ottenere vittorie non è tanto la tua attività quanto quello che viene detto di essa. Ed in questo la Polizia Locale deve ancora imparare molto dai cugini statali sul rapportarsi con i media. Se continuiamo ad accettare che l’immagine che viene data di noi sia quella di parassiti, inutili, furbetti, gabellieri comunali, non otterremo nessuna delle tutele che, viste le nostre reali attività, ci spettano, ed in questo ci sentiamo non solo di condividere ma di riportare la dichiarazione di Fabrizio Caiazza, coordinatore del sindacato Uil Fpl Milano
“qualcuno nei messaggi precedenti ci ha voluto “bacchettare” dichiarando che ieri avrebbero ospitato degli operatori in rappresentanza di Polizia e Carabinieri, ponendo rimedio alla scelta della direzione artistica di ospitare nella prima puntata solo una parte degli operatori del soccorso.
Ci è stato comunicato che nella seconda puntata non è stato invitato nessuno, tantomeno gli operatori della Polizia Locale i cui componenti a centinaia da tutta Italia hanno portato il loro contributo.
Comunque, continuiamo a ritenere che riconoscere l’impegno e la bravura di chi è onorevolmente intervenuto a soccorrere dei cittadini in difficoltà solo in un determinato evento disastroso sminuisce l’impegno di tantissimi altri che tutti i giorni compiono piccoli e magari meno noti gesti di altruismo nei confronti di chi ha perso tutto compresi i propri cari!”

Dopo la prima serata in tutta Italia si sono mossi agenti, ufficiali, sindacati ed associazioni, inondando la RAI di mail di protesta ed immagini dei colleghi impegnati a distribuire cibo, scortare convogli, proteggere case abbattute dalle razzie degli sciacalli, spalare neve, effettuare sopralluoghi in zona rossa. Il risultato sono state due parole in cui Carlo Conti ha citato la “Polizia Municipale custode delle nostre città”: un chiara citazione della Polizia Municipale classica, quelle delle multe, quella dei controlli ai prezzi e agli esercizi commerciali e dell’immaginario comune di vigilotti panciuti che passano da un bar ad un blocchetto di sosta. Non la Polizia Locale che affronta le calamità, il crimine ed i lutti. Se volevano fare un atto di riparazione peggiore del torto, ci sono riusciti.
A Carlo Conti Ameleguardie risponde con la Polizia Locale che viene ringraziata (Ravenna), la Polizia Locale che viene premiata, la Polizia Locale che racconta il suo impegno (Brescia), ed è con le seguenti righe, estratte dalla testimonianza pubblicata dal comandante di Palmi Francesco Managò e con gli articoli mandatici dal comandante Massimo Misseri, che diciamo all’Italia e soprattutto a quell’Italia che vuole nasconderlo cosa fa la Polizia Locale.
La collega di Farindola, con i colleghi di altri comuni vicini (tre agenti di Polizia Locale per tutti quei comuni), hanno indossato le loro uniformi, raccolto quel che potevano, in fretta e furia, hanno messo in moto la loro Fiat Panda scassata (non elicotteri, né motoslitte né potenti fuoristrada) e sono corsi su in vetta. Lì si sono uniti ai colleghi della Protezione Civile, Soccorso Alpino, Guardia di Finanza, Croce Rossa ed hanno lavorato incessantemente per oltre 14 ore di seguito, senza mangiare, senza riposare un attimo, spalando neve con le mani e con quello di cui disponevano fino allo sfinimento. La collega a casa aveva i figli ad aspettarla, i quali non sapevano più che fine avesse fatto la loro madre! […] poi sono dovuti scappare per organizzare (sempre in tre soli) la viabilità straordinaria in un’area devastata, per cercare strade percorribili, per far transitare i mezzi pesanti e le colonne dei soccorsi che dovevano arrivare, per spalare la neve per consentire di raggiungere famiglie isolate, per soccorrere i dializzati portandoli, se necessario, con l’auto di servizio.

Quella della Polizia Locale, non è la richiesta di un’elemosina, né una pretesa di applausi o riflettori, ma la consapevolezza che il riconoscimento delle nostre attività istituzionali e delle relative tutele passa per la conoscenza del nostro impegno professionale al servizio del Paese e dei cittadini.
Si ringraziano i Comandanti Francesco Managò e Massimo Misseri ed il collega Fabrizio Caiazza.