riflessioni

Che ci azzecca il NO con le guardie!?

Ricordate la notizia, carica di speranza, relativa l’approvazione in sede di Commissione Affari Costituzionali del reintegro delle “tutele scippate” alla Polizia Locale dal governo Monti nel 2011? Bene: nonostante l’approvazione l’emendamento è svanito magicamente da quelli passati alla Camera. Sparito con un colpo di spugna, bacchetta magica, o quel che più vi pare e piace immaginare.

Incazzato? Molto. Non solo col governo ma soprattutto con le nostre solite sigle sindacali: al domani dell’approvazione nessuna bacheca sindacale aveva apposto tale avviso – tanto che la cosa non era nemmeno conosciuta dalla maggior parte degli agenti – e sono più che sicuro che andando oggi a prendere servizio non troverò alcuna traccia della sparizione del provvedimento: il solito gioco un tanto al chilo, insomma.

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Tuttavia non capisco perchè anche noi della Polizia Locale si sembra aver deciso di legare all’approvazione di questo riconoscimento il nostro voto in sede di referendum costituzionale il 4 dicembre prossimo. Voglio essere chiaro: A me le Guardie voterà no. Voterà no perchè l’idea di un senato non eletto direttamente dal popolo e coi rappresentanti pescati da altre amministrazioni era considerata vergognosa già ai tempi dell’antica Roma. Voterà no perchè se l’idea era quella di alleggerire i costi del sistema politico sarebbe stato più ottimale dimezzare il numero dei nominati alle camere piuttosto che trasformare una di esse in una fucina di immunità per persone che non ne hanno alcun diritto – ma ci si rende conto che con questa riforma tutti i sindaci delle grandi città colpiti da indagini per corruzione, riciclaggio e chi più ne ha ne metta sarebbero intoccabili? – riducendo così il numero dei parlamentari dai circa 920 attuali a 460 invece che ai 630 deputati + 74 consiglieri + 21 sindaci + 5 nominati dal Presidente  (totale 730) che usciranno da questo pasticcio costituzionale. Voterà no perchè fino l’anno scorso il bicameralismo perfetto era parte della “costituzione più bella del mondo” e ad oggi sembra quasi che solo il Governo attuale abbia capito le intenzione dei Padri Costituenti del 1948. Perfino più di quanto le avessero capito loro stessi. Voterà no perchè quanto è stato fatto finora nel riordino delle province e dei loro dipendenti si è rivelato un capolavoro di incompetenza ed approssimazione.

In sostanza, A me le Guardie voterà NO perchè, sebbene un cambiamento costituzionale non sarebbe di base una pessima idea, averne uno fatto in fretta, poco chiaro, raffazzonato e partorito sulle basi della sopravvivenza o meno del governo da cui è stato promulgato sarebbe politicamente mostruoso. La riforma non è in se sbagliata, è proprio scritta male e si teme che possa essere portata avanti ancor peggio.  

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Quello che disturba è che per molti questo non è un voto alla riforma, ma al Governo. Quel governo che vive di ricatti e ripicche, quel governo che da un anno barcamena l’illusione del sicurezza urbana – imminente con Torino e Roma nelle mani del PD – improvvisamente svanito da quando le ultime elezioni locali hanno penalizzato il partito dominante, sebbene l’Associazione Comuni sia ancora nelle mani di un sindaco renziano (De Caro, sindaco di Bari e presidente ANCI). Un governo che spero di veder crollare al più presto, ma la cui sopravvivenza deve essere distinta dal voto costituzionale che, appunto, è su una riforma del sistema, non su un partito o peggio su una persona, in particolare il Presidente del Consiglio. 

Ed è per rispetto alla costituzione alla quale abbiamo giurato tutti noi che le Guardie – tutte- dovrebbero respingere questa proposta e non per un mero sentimento di vendetta nei confronti di un governo che con gli appartenenti alle forze di polizia si sta dimostrando a dir poco vergognoso, bugiardo ed avverso. Le sedi per il NO ad il governo – che nella sua legittimità istituzionale reputo essere frutto di un vergognoso raggiro ai danni del vero trionfatore delle elezioni da cui è sorto l’attuale esecutivo – sono altre e si potranno sfruttare nel momento giusto. Ad ora, il trionfo del no come dispetto a Renzi sarebbe un errore ancor più grande di una vittoria del “si” dovuta alla propaganda ridicola con cui ci stanno martellando ultimamente, fatta da un lato di ridicoli comunicati sui social e dall’altro da allarmismi creati su grandi giornali nazionali  con articoli che prevedono il crollo economico, la fine dell’Unione, e, perchè no, le dieci piaghe nel caso di rigetto del progetto di riforma.

E vi dirò di più: se anche questo governo mi promettesse il ripristino delle tutele,o magari me lo mettesse nero su bianco entro il 3 dicembre in un decreto, comunque non voterei per una sua nuova legislatura o non gli darei in corner un “si”: così come non voterei alcuni partiti nemmeno se mettessero la riforma della Polizia Locale come primo punto nei loro programmi, se tutto il resto mi sembrasse un misto di populismo, baggianate e soluzioni fantascientifiche a problemi magari inventati da loro.

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Un pensiero riguardo “Che ci azzecca il NO con le guardie!?

  1. Non ci si può certo stupire del silenzio di alcuni sindacati, sedicenti “unici” tutelatori della categoria, sulla questione della presa in giro. Io vi chiedo: ma ci credavate davvero?!
    Eppure la soluzione ci sarebbe, ed è semplice, me lo ha insegnato uno della Stradale in pensione, si chiama SCIOPERO BIANCO; magari non del tutto, ma qualcosa che si avvicina.
    Ovviamente fatto nei piccoli comuni non sortirebbe effetto alcuno, ma se attuato nelle grandi città il risultato arriverebbe di sicuro a breve. Alla faccia di chi ingiuria la categoria con frasi populiste mentre va a sciare con l’elicottero di Stato il primo giorno dell’anno.
    E’ morto Fidel, forse ripassando la Sua storia personale qualche collega potrebbe emulare il modello rivoluzionario, proposto nell’isola caraibica alla fine degli anni cinquanta, che destituì un uomo politico sostenuto da una superpotenza.
    Scherzo.
    Sia ben chiaro.

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